giovedì 29 novembre 2012

CICLOTARTUFANDO 2012




scritto da Fabio Cappelli

Fig.1. Il gruppo si riunisce in piazza del Sombrero (foto di Sonia Gemignani)
Fig.2. Alcuni componenti dell'escursione (foto di Sonia Montagnani)
Diciamolo subito, quella di domenica scorsa 25 novembre, è stata una girata in bici veramente atipica; in calendario c'era Ciclotartufando 2012, un'escursione in mountain bike organizzata dal CAI di Pontedera sulle splendide colline nei dintorni di San Miniato, proprio nel giorno in cui nel centro storico della città medievale giungeva al suo epilogo anche la mostra mercato del tartufo bianco.
Fig.3. Veduta panoramica di San Miniato.
Dunque ho premesso che è stata una giornata atipica, è lo è stata fin dall'inizio, da quando la sveglia per scendere giù da letto non è suonata, al suo posto ha suonato invece il telefono! All'altro capo del filo c'era l'amico Michele che nell'avvisarmi che erano le 9:00 (ora prevista della partenza), mi chiedeva quanto tempo c'avessi per giungere al punto di ritrovo (vale a dire in piazza del Sombrero a San Miniato Basso), a quell'affermazione un brivido freddo mi è scivolato lungo la schiena, non ricordo esattamente cosa gli ho farfugliato nell'orecchio, di fatto fra il confuso e l'incredulo son saltato come un grillo giù da letto, ho fatta colazione con l'imbuto, mi sono imbacuccato in tre balletti, e dopo aver buttato un po' d'olio sulla catena son saltato in sella e …. via!
Fortunatamente niente di compromesso, il caso ha voluto che l'itinerario prestabilito passasse a poche centinaia di metri da casa mia, quindi, anche con un po' di anticipo, ho atteso che il gruppo mi venisse incontro; a far da apri pista era Alessandro che, membro del CAI-Pontedera ha rivestito nella giornata odierna il ruolo di accompagnatore designato della comitiva.
Fig.4. La Chiesina di San Genesio.
All'altezza del cavalcavia della FIPILI di via Trento, dopo il meritato abbajone da parte dei miei compagni abituali di pedale, che per l'occasione sono stati Attilio, Michele e Stefano B., abbiamo proseguito verso gli scavi archeologici di San Genesio, il gruppo, composto da circa una ventina di partecipanti, si è dimostrato molto eterogeneo, in sintonia con lo spirito più ecumenico che la mountain bike è in grado di attrarre a se; la giornata, meteorologicamente parlando, è stata davvero gradevole, senza un filo di vento, con temperature miti e un bel sole in cielo, un clima se vogliamo anomalo per il mese di novembre, ma tant'è a noi non è dispiaciuto!
Giunti a San Genesio, contravvenendo fortunatamente a quello che il tracciato originale imponeva, abbiamo attraversato la Tosco Romagnola e imboccato immediatamente la via di Montorzo, aggredendo, su un bel pezzo di sterrato, la collinetta verso il podere del Grillo e su fino a Calenzano, percorrendo di fatto il tratto non ufficiale ma a dire il vero “autentico” (secondo l'itinerario di Sigerico) della via Francigena; la viottola, che passa tra filari di viti, presenta in alcuni tratti pendenze aspre, che qualcuno ha dovuto affrontare piede a terra.
Giunti a Calenzano, il gruppo, allungato in fila indiana, ha proceduto per le piscine di San Miniato, da li verso il Poggio Tagliato, costeggiato a gas aperto Canneto per poi ricompattarsi all'inizio della via della Dogana, da li abbiamo proceduto verso la suggestiva via di Meleto.
Chi conosce la via di Meleto avrà sicuramente avuto modo di apprezzarne i magnifici scorci che spaziano da San Gimignano alle Alpi Apuane, la strada si snoda lungo un crinale che fa da spartiacque fra i comuni di Castelfiorentino e San Miniato, essa è totalmente sterrata, e non è un breve tratto! Il color rosa pallido della strada, il verde austero dei cipressi, il grigio delle colline d'argilla e l'azzurro del cielo, regalano in questo tratto di pedalata la classica effige da cartolina che ha reso la nostra regione unica nel mondo, per qualcuno si inizia ad entrare nel vivo del giro, gli amanti delle ruote grasse si esaltano lontano dalle lingue nere di catrame, alcuni invece, pur godendo dei luoghi iniziano a sentire il peso sulle gambe, in realtà non siamo ancora a metà giro, e in scaletta lo spettacolo prevede delle salite di prima categoria, e tutte nel finale... ci sarà da soffrire!
Fig.5. Foto di gruppo in località Campriano.
Comunque il morale è alto e oggi la parola “fretta” è bandita dal dizionario! Si prosegue imperterriti, prossimo snodo cruciale sono le case sparse di Campriano, dove, in attesa che tutto il gruppo rientri, ci dedichiamo a qualche fuori programma e ad alcune foto che immortaleranno questa giornata per i posteri; inoltre queste brevi pause ci consentono di familiarizzare, e scopro così che ci sono persone di Buti, di Pardossi, di Pontedera etc, autentici sostenitori del viver sano e del contatto con questa bella e troppo bistrattata natura, tutti compagni di viaggio magari d'un sol giorno ma che hanno contribuito con la propria presenza, le loro parole e le loro azioni a rendere una giornata di autunno inoltrato altrimenti anonima, in una giornata fuori dall'ordinario.
La traversata prosegue, percorsa tutta la via di Meleto svoltiamo per Gello, Michele che per esigenze d'orario non può continuare, insieme ad altri amici di Ponte a Elsa, fra cui Adriano, si avviano verso casa, per tutti gli altri però Ciclotartufando 2012 continua; Alessandro ci indica la strada da prendere e da Gello puntiamo decisi, complice anche la bella ed eccitante discesa, verso Collebrunacchi, primi a scendere siamo io e Francesco, un quindicenne che in compagnia del babbo ha deciso di prendere parte a questa iniziativa, e devo dire che il ragazzo ha buone carte da giocare, resistenza e tecnica non gli mancano, con un allenamento mirato si potrebbe levare tante soddisfazioni! Finita la discesa ci lasciamo dietro lo sterrato, e su asfalto proseguiamo alla volta dell'incantevole borgo di Cusignano, lo attraversiamo e ci precipitiamo nella sottostante valle di Cafaggio, dove a mezza discesa incrociamo col suo completo grigio a scritte blu Mr. Stefano M., che, intento a farsela in salita non regge alla tentazione, e messo da parte il proposito di giungere fino in cima fa dietrofront e si unisce almeno per un po' a noi!
Pilerno ci accoglie con la sua bella vallata verdeggiante, in località Volpaio ricomincia lo sterrato, una bella salita di media difficoltà attende di essere conquistata, qualcuno ingaggia battaglia a suon di scatti sulle pedivelle, qualche altro invece se la sorseggia con tutta tranquillità, poco più avanti, in località Capo di Vacca i primi del gruppo si fermano ad attendere gli altri, mentre Stefano M., in sella già da almeno un paio ore ci lascia e fa ritorno a casa.
Foto.6. Ristoro presso la Fattoria di San Quintino.
La prossima sosta, questa preventivamente messa in agenda è alla fattoria di San Quintino, dove ad attenderci sarà un ristoro; quando arriviamo ci accoglie un corpulento e gentile signore con barba folta e maglia verde, scendiamo di bici famelici, nel frattempo su una tavola già apparecchiata egli porta vassoi con panini e fettunte, nonché bottiglie di vino novello; è un vero toccasana, dopo almeno due ore in sella la stanchezza inizia a farsi sentire, e ingerire alimenti sostanziosi e genuini è proprio quel che ci vuole per ripartire a tamburo battente! Anche in questo frangente, la sosta diventa motivo per scambiar due parole e così capita che un signore mi si avvicina e chiede conferma della mia identità, non mi sembra una faccia nuova ma nell'immediato non realizzo, costui si chiama Domenico, lo avevo incontrato alcuni mesi prima proprio durante un' uscita in mtb, ci eravamo ripromessi di riandarci qualche volta insieme ma non si era più presentata l'occasione propizia, poi, senza accordi di sorta il caso ha voluto che fossimo qui oggi insieme!

Fig.7. Attimi al ristoro (foto di Sonia Montagnani)
Terminata la sosta, rifocillati e baldanzosi e avendo a malincuore salutato Maurizio e il suo amico dei Glemas che nel frattempo prendono la via di casa, noi altri si scende da San Quintino, chi ha fatto scorta di carboidrati ha fatto bene! Fra pochissimi chilometri ci si parerà dinnanzi la fantomaica salita di Pentola, un'erta breve, asfaltata ma con pendenze che si attestano intorno al 20%! Io la conosco ed è indubbio che saperlo è un bel vantaggio, altri invece avranno oggi il loro battesimo del fuoco, per chi ha un allenamento improvvisato questa è una salita che può fare male; infatti iniziandone l'ascesa il gruppo si allunga inesorabilmente, ognuno sale al meglio che può, i ritmi diventano blandi per tutti, si viene su a non più di 7-8 km/h, alcuni scendono e spingono!
Fig.8. Alcuni dei presenti a Ciclotartufando 2012.
Quando anche l'ultimo componente della spedizione si riunisce al gruppo, torna nuovamente il tempo del bel paesaggio, imbocchiamo infatti, poco prima di entrare nella frazione di Calenzano, la via sterrata che conduce in località Marzana, da questa bella strada bianca, che passa lungo tutto il crinale di una serie di colline che si susseguno, si ha una splendida panoramica di San Miniato, ed ecco così che sembra quasi di toccar con mano la Rocca federiciana, poco più in basso la Torre di Matilde e poi tutte le mura degli edifici della cittadella antica; ma questa immagine appagante per la vista farà sicuramente balenare nella testa di qualcuno un'inquietante dilemma, “ma noi dobbiamo arrivare fin lassù?” risposta:“Si”.
Lasciate ogni speranza o voi che pensate che le fatiche sian finite”, dopo Pentola c'è ancora una sfida da superare, essa porta il nome di erta del Cenni, anche qui, come per la precedente salita, le pendenze non ci vanno di scartino, con l'aggravante che la via è sterrata e con un fondo in condizioni proibitive, io vado del mio passo e mi affianco a Sonia, una coriacea componente del CAI-Pontedera che ha prestato le sue gambe, (che per sua stessa ammissione sono più votate alle scarpinate in montagna) alla bicicletta, e se è giunta fino qui può ritenersi a buon diritto soddisfatta, adesso infatti quei circa 45 km preventivati dall'organizzazione stanno volgendo al termine, in cima alla salita del Cenni, anche uno dei protagonisti della mattinata, il volenteroso Attilio, si stacca dal gruppo per tornare verso casa, i restanti proseguono per San Miniato, in piazza Bonaparte si spendono le ultime parole ufficiali di Ciclotartufando 2012, qualcuno di li a poco se ne andrà verso Montopoli, l'inesauribile Stefano B., vista anche ormai l'ora tarda, decide di lasciarci per puntare subito verso una bella doccia calda in quel di La Scala, io decido di continuare ancora per un po', accompagno i superstiti di questa avventura fin quasi a San Miniato basso, fra gli ultimi saluti ci congediamo con la speranza di ripetere il prossimo anno con lo stesso spirito una 2° edizione di Ciclotartufando 2013.

hanno partecipato:

Adriano e gli amici da Ponte a Elsa
Alessandro da Isola
Attilio da Ponte a Elsa
Domenico da La Scala
Francesco e suo babbo da Montopoli
Maurizio col suo amico del gruppo dei Glemas da Montopoli
Michele da Ponte e Elsa
Sonia e tutto il gruppo CAI di Pontedera e dintorni
Stefano M. da Ponte a Egola
Stefano B. da La Scala