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domenica 23 giugno 2013

UN PARADISO A QUOTA 1706

scritto da Fabio Cappelli

 Base della Tranquillità - Quota 1706

Quella del 22 giugno 2013 è stata un'autentica full immersion nella rigogliosa natura della Garfagnana, all'indomani del sisma che ha scosso, fortunatamente senza vittime ne grossi danni, questa straordinaria zona della Toscana, ci siamo avviati di prima mattina io e David L. nel pittoresco abitato di Barga in attesa di congiungerci con gli Amici Per La Bici di Ponte a Greve.

 Barga - Duomo di San Cristoforo
Nell'attesa del loro arrivo ci siamo concessi una passeggiata in salita per le vie antiche del borgo, fino al culminare del poggio che ospita l'imponente duomo di San Cristoforo e da dove si gode di una vista privilegiata del panorama circostante.

Gli Amici Per La Bici arrivano e noi li seguiamo in auto fino al luogo in cui scaricheremo le nostre mountain bike fissato in località Renaio, un minuscolo avamposto di case abbarbicate sul monte, raggiungibile con una strada irta e tortuosa immersa nel verde; si parte in salita! Prima su asfalto e poi su fondo naturale, si sale in questa via di mezza costa, totalmente ombreggiata con pendenze medie del 10%.

Gli Amici Per La Bici
Il viola di cui son colorate le maglie del gruppo di Ponte a Greve spadroneggia sull'insieme dei partecipanti che in tutto siamo una quindicina; la salita fa selezione, e inesorabilmente chi ha meno garretti retrocede nel fondo della fila, di quando in quando una salutare sosta consente di ricompattarci per ripartire subito dopo alla conquista del traguardo successivo!
David L.

La montagna della media valle del Serchio è bella! Bella e selvaggia, con le sue cime smeraldine dalle forme ardite, queste
svettano dalla boscaglia per consentire a gli audaci che si spingono fin quassù di godere di viste mozzafiato.

 San Pellegrino in Alpe
Si continua a colpi di pedale per raggiungere, attraverso un veloce single track il valico del San Pellegrino in Alpe, famoso per la sua leggendaria salita che ha messo in crisi anche i ciclisti più quotati per via delle micidiali pendenze che la contraddistinguono, da li ci siamo portati rapidamente allo scollinamento del Passo delle Radici, dove, dopo una breve sosta ci ributtiamo nel bosco, e qui si inizia davvero a soffrire! Il sentiero che inizialmente sale senza troppe difficoltà, diventa praticamente un muro qualche centinaio di metro più avanti, qualcuno tiene duro e cerca di non scendere di sella, altri devono arrendersi e iniziano a spingere a mano, raggiunto, dopo l'immane faticaccia un tratto pianeggiante, molti ne approfittano per tirare un po' il fiato, poi, ricompattate le fila si entra in un single track bello e molto tecnico che si snoda nel fitto del bosco, con tratti anche esposti su profondi precipizi; dopo tutto questo periplo di difficoltà arriva infine la doccia fredda, un errore ad un punto del passaggio nel bosco ci riporta di nuovo ai piedi della salitaccia, tutto da rifare!!!

Il secondo tentativo è senz'altro più fortunato, il brutto è che live motive non cambia, salite impossibili e sentieri coperti da uno strato di fogliame incoerente ci obbligano a formare lunghe catene di biker che spingono i propri mezzi in luoghi ameni, sembra quasi di vedere quelle pellicole sbiadite della prima guerra mondiale quando file interminabili di eroici soldati erano costretti, zaino in spalla a salire sui fronti dolomitici per rifornire le prime linee; comunque sia, come in una lenta processione, uno dopo l'altro arriviamo di nuovo ai limiti del bosco, laddove prati di erba e di mirtilli ci consentono di ammirare la natura in tutta la sua straordinaria bellezza, si sale ancora un po' ed arriviamo in cima ad un promontorio svettante, forse il monte Giovarello, che fa segnare agli altimetri quota 1706m slm, senza dubbio il punto più alto dell'intero giro, qui una sosta è d'obbligo, su un crinale esposto all'incessante sferzare dei venti il verde della montagna si sposa con l'azzurro del cielo, le nuvole, alte, si rincorrono e formano infinite figure, il panorama è impagabile, le fatiche della mattinata sono ripagate in questo momento, a nord l'Emilia e il Reggiano, da dove si scorge la pietra Bismantova e la pianura Padana che si perde a vista d'occhio, a sud-est il profilo tagliente delle Alpi Apuane, ad ovest il maestoso monte Cimone con i suoi 2165 m di solitudine.

sentiero sul crinale
Si scattano foto, si fanno considerazioni sui luoghi, qualche battuta e tanta soddisfazione per la dura prova superata giusto pochi attimi prima, ora archiviato anche questo momento è giunto il tempo di scendere, ma anche la discesa riserva qualche insidia, si imbocca infatti una mulattiera d'alta montagna, il fondo è sconnesso, pietre che affiorano ora lisce ora appuntite, brecciolino incoerente, pozze d'acqua e fango, rettilinei veloci e curve a gomito, ingredienti che consigliano attenzione ed occhi bene aperti, ad ogni modo tutto fila liscio e cosi che arriviamo al Casone di Profecchia, dove una lunghissima pausa di rifocillamento consente a tutto il gruppo di staccare la spina prima del secondo tempo del film odierno; scendendo di altitudine l'aria si fa più calda ed un sole che gioca a nascondersi dietro le nuvole invita comunque a distendersi su un muretto per far scorpacciata dei suoi raggi.
Il Casone di Profecchia

La pausa è finita, le opzioni del ritorno sono due, io e David L. decidiamo quella più rapida visto anche i tempi per rientrare a casa, il grosso del gruppo si ributta nel bosco, con noi in questo lungo viaggio di ritorno ci sono il Presidente degli Amici Per La Bici e Cecco, storico componente del gruppo, la loro compagnia è preziosa sia a livello mentale che pratico; i primi 15 km di strada da affrontare sono tutti in discesa, scorrevoli e panoramici sulle valli adiacenti, purtroppo pochi chilometri dopo siamo obbligati a rinunciare alla compagnia di Cecco che in una sfortunata manovra per evitare un auto, cade ed è costretto a farsi soccorrere dall'ammiraglia al seguito della spedizione, nel rammarico di aver perso la sua gradita compagnia in questo giro, gli auguriamo una rapida guarigione!! Per noi invece l'Odissea continua, attraversiamo Castiglione Garfagnana prima e Castelnuovo Garfagnana poi; nella strada di fondo valle il caldo si fa asfissiante, l'ora è tarda e il pensiero di dover coprire, giunti a Barga, ulteriori 9 km di distanza e 800 m di salita sotto il sole per raggiungere il parcheggio di Renaio, lanciano un'ombra sinistra sul finale di questo già impegnativo giro, che a Barga appunto conta già 67 km e 1280 m di salita! Fortuna che il buon cuore del Presidente ci viene incontro offrendomi un passaggio in auto fino a Renaio, in compagnia del suocero che si dimostra oltremodo gentile e prodigo di interessanti notizie sulle genti garfagnine.

Scampato il pericolo insolazione o quello di tornare a casa a mezzanotte, io e David L. una volta caricate le mountain bike in auto abbiamo ringraziato il Presidente e tutta la sua famiglia per la loro disponibilità, dopo gli ultimi saluti ci siamo incamminati, esausti ma indubbiamente soddisfatti della lunga giornata appena trascorsa, lungo la via di casa.
Panorama da Barga
Il monte Cimone
verso il San Pellegrino in Alpe

Giovarello
potrete visionare altre foto dell'escursione sul sito gemellato degli Amici per la bici alla pagina:
http://www.amiciperlabici.it/2013/07/sul-crinale-tosco-emiliano-in-mtb-un-paradiso-a-1706-mt-1-parte/