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mercoledì 4 gennaio 2012

RIFLESSIONI DI UN PELLEGRINAGGIO IN BICICLETTA

prefazione di Fabio Cappelli
Ho il piacevole compito di proporvi un articolo con il quale ho la presunzione di riuscire a suscitare in voi delle emozioni genuine, parole che spero riescano a soffiar via un po’ di quello strato grigio di polvere che si accumula lento e inesorabile sulle nostre coscienze. Parole vive di un significato profondo, che tentano di aprire una varco sul velo opaco che si interpone tra i nostri occhi ed il mondo. Parole che nascono dal viaggio, non un viaggio qualunque, ma uno di quei viaggi intrapresi verso due mete, una reale, fisica, la città eterna, Roma, l’altra interiore, immateriale, indefinita, metafisica, che si propone il compito ambizioso di andare a scandagliare l’essenza stessa dell’individuo. Un viaggio che ancor prima di cercare la meta, trova la strada, anch’essa fatta di riferimenti tangibili che si fondono in un tutt’uno d’esperienze, con quelli confinabili alle pure sensazioni, quelli che difficilmente si prestano a farsi imbrigliare dalle parole, cosa questa che ha tentato di fare il Sig.Marco C. da Meda (MB), riuscendovi a mio parere in maniera eccellente. Qualcuno si domanderà cosa lega Marco al sottoscritto, risposta :”la casualità” è il caso infatti che ha voluto, in maniera gradita, di far si che le nostre strade si incrociassero nei primi giorni di novembre, quando di ritorno da una girata in bici, sono stato avvicinato proprio da lui che era intento a portare a compimento la sua lunga pedalata verso l’Urbe! All’altezza del crocevia di San Miniato Basso (PI) mi ha chiesto indicazioni sul miglior tragitto da seguire per arrivare a San Gimignano (SI), ed io, venuto a conoscenza dei suoi propositi e della sua storia, sono rimasto sulle prime incredulo e subito dopo entusiasta di poter dare il mio piccolo contributo per aiutarlo a raggiungere il suo scopo; l’ho accompagnato fin sul piazzale del duomo di San Miniato, prestandomi ad elargire informazioni e consigli sui luoghi, sugli itinerari e scattandogli pure una foto, poi così come ci siamo incontrati, allo stesso modo le nostre strade si sono nuovamente divise  . Sia ben chiaro! Marco è un uomo comune, con  una vita che potrebbe rispecchiare la vita di molte altre persone, assorbito anch’egli come molti di noi dalla frenesia della quotidianità, non è un eroe ne ha compiuto un’impresa eccezionale, ma gli va riconosciuto il grandissimo merito di essersi messo in cammino nel senso più nobile del significato, di aver trovato dentro di se la spinta e l’energia per rompere i vincoli della ragione, quella specie di catena che ci tiene legati al palo e che vorrebbe che queste imprese fossero lasciate ad altri. Nella lettura che andrete a fare ci viene offerta anche una fotografia di questa Italia, avvitata intorno a se stessa per via della difficile crisi economica che stiamo attraversando , raccontandoci di incontri, di luoghi e con riflessioni sue personali che toccano le corde dell’anima. Concludo col mio personale grazie a Marco che mi ha consentito di pubblicare questo suo reso conto, buona lettura.
scritto da Marco C.

Spinto dal desiderio di fare qualcosa di alternativo, in un mese non certo ideale per fare "passeggiate" a lungo raggio, ho deciso comunque di seguire il mio istinto alla ricerca di qualcosa che spezzasse i consueti folli ritmi della Brianza a cui da 50 anni, in crescendo, sono sottoposto.
Gli ultimi amici a cui ho avuto il coraggio di chiederlo….mi avevano risposto se fossi diventato, matto del tutto…. Così, in buona compagnia di me stesso, con l'incoraggiamento di mia moglie e delle mie figlie e qualche predica di mamma e papà e di tanti moderati, sono partito da Meda, il primo di novembre, sulle orme degli antichi pellegrini, per raggiungere Roma, in bicicletta, attraverso un antico percorso denominato “la via Francigena”.
Questo percorso, conduceva i viandanti in preghiera provenienti dalla parte nord occidentale dell'Europa che si dirigevano alla tomba di San Pietro a Roma per ristorarsi alle radici della propria fede. Nei tempi in cui ci si vanta della velocità di tutto, ci si è dimenticati di quanto è bello andar piano.
E siccome il mezzo che ho scelto….coi carichi delle borse…non mi consentiva di andar veloce….ho potuto ammirare tanta natura, e incontrare tanti volti.Ho incontrato molte salite, la pioggia, il vento, la fatica. Ma ho trovato anche discese, il sole, i colori, la natura, tanti sorrisi. Ho trovato una semplice ma calda accoglienza in conventi e parrocchie. Ho percorso circa 800 km, visitando tanti borghi, unici nelle loro architetture, ma uniti in un’Italia incantevole, un’Italia preoccupata, un Italia alluvionata. Alla fine mi ha atteso la Basilica di San Pietro, che da tempo non vedevo, maestosa, bella come la nostra capitale. Ad accogliermi anche un gentile Monsignore che mi ha dedicato una inaspettata attenzione donandomi una pergamena Vaticana, testimonial del pellegrinaggio "Ad Limina Petri". Un percorso di 9 giorni come sintesi di un cammino che è poi il cammino della vita.
Un pellegrinaggio che mi ha dato modo di pensare, di riflettere, di vedere, fuori e dentro me stesso. così come nella vita si dovrebbe avere il coraggio di fare ogni giorno. Forse c’è più pazzia nelle nostre quotidianità, avvolti nelle abitudini della fretta che ci divora per arrivare a mete superflue o addirittura inutili.
Fig.1. San Miniato -  Piazza del Duomo
Molti mi hanno fatto i complimenti….in realtà a me basta essere contento di aver fatto questo “viaggio”. Tra i tanti ricordi uno speciale ad Andrea. . 31 anni e un viaggio lunghissimo e meraviglioso alle spalle anche se le gambe non lo reggono e da sempre non riesce a camminare. Il suo un viaggio interiore, illuminato da una fede grandissima. L'ho incontrato in una delle tappe, e siamo divenuti amici.
Mi sono domandato se prima di partire ne valesse la pena. Ma per un viaggio si parte con la fiducia, senza a volte pianificare tutto, senza navigatore, senza essere allenati, umilmente e desideroso di scoprire con la curiosità di un bambino quello che incontri.
Un pò come il mistero del viaggio della vita.
A volte qualche pazzia e uscire un po’ dal gregge può fare solo bene. Perdersi magari, per poi ritrovarsi. Tanto ...siamo tutti qui...
Nelle pianure lombarde, così come tra le colline toscane o i tufi di Sutri, si nota che le stagioni combiano, e la terra solcata dagli aratri,
assumerà altri colori nelle prossime stagioni quando ai colori succederanno altri colori e altra vita. . Dopo essere stata bagnata dalla pioggia e accarezzata dal sole, la crescita e la rinascita lasceranno posto all’apparente morte del paesaggio.
Il volto delle stagioni della natura è un pò come il volto delle stagioni della vita.
Ho scoperto attraverso questo parte d'Italia, monumenti bellissimi, tantissime chiese con un'arte infinita. Ma la speranza è che molte chiese travestite da museo possano tornare ad essere pietre vive nei cuori di ognuno.
Attraverso il Bel Paese noti che gli argomenti sono spesso simili. La crisi che oggi ci preoccupa così tanto, il PIL, il debito, il lavoro, le leggi dei numeri che governano le vite degli uomini e di famiglie sempre più afflitte. Non sarà facile uscire da questa crisi. E probabilmente dovremo cambiare stile di vita. Forse sarà ipocrisia, ma mi viene in mente anche che non di solo pane vive l’uomo. Con tutto il rispetto, la comprensione, la condivisione dei poveri vicini e lontani...non sarà che sulle tante auto di lusso, siamo così tristi  perché tra il corpo e l’anima….ci hanno convinto di curare e nutrire solo il primo? Un aforisma Indiano così si esprime: "se hai due pezzi di pane, uno regalalo ai poveri. L’altro vendilo e con il ricavato compra due giacinti per nutrire l’anima." Saremo probabilmente costretti a curare questa bulimia consumista e forse ...con qualche giocattolo in meno...potremo tornare a ridere un pò di più. e tornare a camminare ...sulle strade della vita a piedi o in bicicletta magari con un pizzico in più di serenità.


Auguri di Buon Cammino a tutti.

 
Marco C.