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mercoledì 6 marzo 2013

GF VALDICECINA 2013

Fig.1. Michele, alias il "Kap"

prefazione di Fabio Cappelli



Il Kap c'ha preso gusto, ed anche quest'anno, per la seconda volta ha preso parte all'edizione 2013 della GF della VALDICECINA, il suo resoconto è un'ampia sintesi, dettagliata e coinvolgente dal punto di vista privilegiato di colui, che vestiti i panni del gladiatore, si butta in mezzo alla mischia; fatica, esperienza e una vena di romanticismo hanno filtrato per voi queste parole che vi consiglio di leggere.
 

 

Scritto da Michele Musetti

…VIVI …, CORRI PER QUALCOSA, CORRI PER UN MOTIVO CHE SIA LA LIBERTA’ DI VOLARE  O SOLO  PER SENTIRTI VIVO…

 03 Marzo 2013 – 10°  GRANFONDO VALDICECINA.
 Circa 2000 iscritti,  circa 1700 alla partenza.
 Meteo: sole meraviglioso, vento leggero con temperatura piacevole e ottima per agevolare le scorribande sul bellissimo tracciato della prova Livornese che comprende luoghi di inestimabile valore turistico e storico/culturale. La corsa come tutti gli anni ha dato modo a oltre 1700 partecipanti di godere dei paesaggi etruschi che le colline della Valdicecina offrono. Tra gli altri, il  decantato VIALE DEI CIPRESSI di Bolgheri e Castagneto Carducci dove il Poeta Giosuè Carducci, trascorse la sua giovinezza.
Tali luoghi verranno successivamente ricordati con amore dallo stesso Giosuè nelle opere che ci ha regalato, come la nota ode “Davanti San Guido”

I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
van da San Guido in duplice filar,
quasi in corsa giganti giovinetti
mi balzarono incontro e mi guardâr……


Ma veniamo al sodo,
 Ore 9:30 ero sempre a casa che mi stavo gustando gli ultimi preparativi, controllo estetico (muta nuova a scacchi bianco rossi donata dall’ ex dilettante Guido.B. della Malmantile Romano Gaini Taccetti)  olio alla catena, controllo pressione gomme, rimozione degli ultimi invisibili granelli di polvere presenti sul telaio ecc… anche se la partenza era imminente, visto che era fissata per le ore 10:00.
L’esperienza dell’anno scorso però insegna, quando fremente per l’impegno e pieno di adrenalina mi ritrovai in griglia, a patire il freddo dalle 8:30 . Infatti tutto tranquillo mi metto in sella e verso le 9:45 arrivo in prossimità delle griglie di partenza. La mia griglia era l’ultima, avevo il pettorale n. 1854 e mi ero iscritto il giorno prima, quindi non potevo chiedere di meglio. In pratica ultima griglia e ultimo ad arrivare avevo davanti a me tutto il Viale Mattotti gremito di ciclisti pronti al via e nessuno dietro tranne gli addetti dell’organizzazione. Visto ! che quest’anno sono stato vispo ? pensavo. Sono già ultimo. E ancora non eravamo partiti. Bene. Come avevo detto l’esperienza insegna !!  Poi piano piano qualche ritardatario dietro di me arrivava ancora, tra questi un paio di tesserati “GS Ontraino” tali Metello. M. e Gabriele N. con i quali, a questo punto,  dopo aver scambiato opinioni, preoccupazioni e pensieri sull’evento, pensavo di affrontare la gara o perlomeno parte di essa, per poi intraprendere una fuga solitaria e lasciarli alla loro sorte.
Pronti VIA !!  lo starter si era pronunciato inequivocabilmente da 1 minuto, ma io ero sempre fermo piede a terra in attesa che la fila davanti a me si smaltisse, così è stato per circa 4 minuti (tempo che poi dovrò scontare dall’effettivo tempo di gara). Come al solito una volta il sella tutti cercavano di guadagnare posizioni più in fretta possibile, compreso me e i colleghi dell’Ontraino. La squadra a tre che si era formata è durata poco perché nel caotico fiume di maglie e caschi colorati li ho persi di vista definitivamente dopo circa 2/3 Km. Bene. Visto!. Il mio pronostico era stato rispettato :).  Ora il solitario ero io come sempre (mi rivolgo a coloro che vanno in giro a spacciarsi come miei gregari :)).
 La strada dopo il passaggio iniziale nel centro di Cecina si snoda lungo la salita di Guardistallo (poco più di 6 Km.) che ho cercato di fare non ai massimi sforzi in vista del lungo e intenso tracciato che si prospettava, ma comunque in modo da distinguermi da molti altri che superavo agevolmente, cercando di individuare allo stesso tempo, in base all’andatura, i possibili gregari che avrebbero composto successivamente il mio treno giusto per i tratti in pianura.
Fig.2. foto di repertorio
 Il percorso continua con la discesa verso Casale Marittimo e come al solito ho cercato di limitare i danni non gradendo particolarmente le massime velocità che le discese spesso invogliano a raggiungere.  Da li a poco il passaggio da Bibbona e quindi il famoso mangia e bevi che porta ai piedi di Castagneto Carducci con passaggio dal sopra citato Viale dei Cipressi di Bolgheri.
 Procedeva tutto come immaginavo, fatica, sudore, battiti cardiaci mai al di sotto dei 160 al minuto, adrenalina e concentrazione sempre al top.
 Intanto come buona norma in competizioni come queste si andavano formando gruppi di ciclisti (più o meno con le stesse caratteristiche di andatura) i quali istintivamente collaborano per rendere al massimo lo sforzo di ognuno a favore del gruppo stesso.
 Salita di Castagneto tutto ok, mentre si faceva sempre più imminente la salita verso Sassetta, quella in cui puntavo per avvantaggiarmi un po’ su diversi contendenti.
Già prima di iniziare l’ascesa, però,  lungo il tratto quasi pianeggiante che la precede  mi sono tolto la soddisfazione di portami con prepotenza in testa al mio gruppo e tirare a tutta birra più di 40  unità, ed era uno spettacolo quello che riuscivo a intravedere con la coda dell’occhio dietro di me in fase di curva, un serpentone infinito in fila indiana che si dannavano per starmi dietro.  A circa 1 Km. dalla salita ho chiesto il cambio e sono sfilato di qualche posizione per prendere fiato e recuperare le forze per la premeditata fuga..
 La salita ha una pendenza regolare e non troppo dura, innesto la marcia e con il mio ritmo metto tutti in riga, alla fine il distacco era però solo di circa una ventina di metri, ma il numero degli inseguitori era drasticamente calato.
 Il gruppo che si era formato era sufficiente per fare una discreta andatura nel tratto che portava a Monteverdi prima e a Canneto poi.  Ma uno dei componenti, “il blu-cerchiato” di cui non ricordo il sodalizio di appartenenza si faceva apprezzare per la sua particolare freschezza e tonicità a tal punto che in un paio di occasioni ha provato l‘allungo in solitario, ma sempre senza risultato, riagguantato prima dal sottoscritto e poi dal resto del treno in entrambe le occasioni. Così fino e dopo la discesa da Canneto in cui sono riuscito a non perdere troppo terreno e rientrare poco dopo. Fin li la media oscillava intorno ai 34 Km/h e si cominciava a sentirne il peso sulle gambe. In questo lungo tratto di strada in pianura il birichino “blu-cerchiato” che probabilmente si sentiva un po’ penalizzato da questo gruppetto, si faceva ancora protagonista di un allungo, questa volta più deciso e importante. Tant’è che io pur avendolo tenuto costantemente d’ occhio  mi sono trovato spiazzato da quel gesto, ma con uno scatto repentino partendo dal centro del gruppo mi riportavo a ruota dando circa 10/20 metri a tutti gli altri. Si pensava fosse la volta buona, ma  dopo 2/3 Km. il treno si rifaceva sotto e ci superava inesorabilmente. Da quel preciso istante e dopo quello sforzo ho cominciato a vacillare sia fisicamente che mentalmente. Mancavano circa 25 Km. all’arrivo e dovevo ancora affrontare l’ultima asperità chiamata “Casale Marittimo”. Di per se non è una salita di grande difficoltà, ma dopo 60 Km. a manetta, per me rasentava l’incubo “Marmolada”…..
 Difatti a metà salita il morso dei crampi si fece presente e mi ha accompagnato costantemente fino allo scollinamento raggiunto con il 28 dopo che quasi tutti i miei compagni di carrozza mi avevano abbandonato al mio destino.  Ero in riserva, colpa del poco allenamento che purtroppo ho potuto concedere nel periodo precedente a quest’evento.
 Lungo la strada in prossimità dell’arrivo intravidi innanzi a me una figura bianco-rossa proprio come la mia tuta, era Riccardo S. della Ciclistica Malmantile e dopo averlo raggiunto, aver fatto conoscenza ed essersi lamentati l’un l’altro dei crampi che ci affliggevano ogni dove, siamo arrivati sotto lo striscione appaiati.
Tempo impiegato 2 ore 53 minuti e 49 secondi (compreso i 4 minuti persi alla partenza) -  percorso medio 87,7 i Km. totali, fate voi la media…Ritardo dal primo classificato circa 38 minuti.
 Bella storia !  bella esperienza anche quest’anno, incomincio a pensare che forse una sola granfondo (o meglio mediofondo) all’anno sia pochino, quindi occhio alla prossima del 24 marzo a Cascina Terme …meditate gente meditate..

Un saluto alla locomotiva padovana (a vapore) "ATTILIO"....

argomento correlato:  edizione Valdicecina 2012