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lunedì 29 settembre 2014

1^ GRANFONDO CICLOTURISTICA COLLI DEL TARTUFO DI SAN MINIATO:RESOCONTO

scritto da Fabio Cappelli

 
Fig.1. San Miniato (immagine di repertorio)
Fig.2.Locandina
 
Domenica 28 settembre 2014, in occasione della prima edizione della Granfondo Cicloturistica dei Colli del Tartufo di San Miniato era quasi un dovere esserci, e lo era per più di una ragione, intanto per quanto mi riguarda (e penso siano le identiche motivazioni che hanno animato i partecipanti di zona), è che oggi finalmente si giocava in casa; lo si doveva agli organizzatori ai quali va dato il merito di aver messo in piedi, per la prima volta nella città della rocca, un evento di questa importanza legato al mondo della bicicletta; valeva la pena esserci perché il palcoscenico è stato d'eccezione, San Miniato appunto, città dalle nobili radici, giunta fino a noi con la sua cultura e il suo buon vivere, ma non solo, l'itinerario sembrava disegnato ad arte, premessa per una pedalata tutta da godere; infine il meteo, che già dalle consultazioni su internet della sera precedente prometteva sole a catinelle, e finalmente le previsioni ci hanno azzeccato!
Tornando alla mattinata odierna, intorno alle ore 7:00, hanno iniziato ad affluire un po' alla spicciolata i primi ciclisti che hanno pacificamente invaso le vie del centro storico, passando prima per il bar Cantini (per il ritiro dei pettorali), e poi in piazza Dante dove è stato gonfiato l'arco di partenza/arrivo, nonché degli stands espositivi di biciclette e accessori di importanti rivenditori locali; a poco a poco il grande piazzale inizia a riempirsi di cicli e ciclisti, l'aria è ancora frizzante ma si percepisce chiaramente che sarà una bella giornata, il cielo non passa una nuvola e la visibilità è ottima, in mezzo a tante facce sconosciute ne vedo di altre ben note, fra un saluto e un altro, incontro anche Franco, un mio compaesano che già il giorno prima aveva dato conferma della sua presenza alla manifestazione, decidiamo di pedalare insieme, almeno fino al bivio fra il percorso medio e il lungo.
Finalmente alle 8:15 è stato dato il via libera alla 1^ Granfondo Cicloturistica Colli del Tartufo di San Miniato; va specificato che l'evento è stato caratterizzato da una partenza alla francese ed aperto a tutti gli amanti delle due ruote, fossero questi stradisti o biker, anche se la prevalenza dei primi sui secondi è stata schiacciante! Voci attendibili hanno riferito che il serpentone variopinto era composto da circa trecento anime che uscite dall'abitato di San Miniato sono state dirottate in direzione Cigoli, l'inizio è al fulmicotone, Molino d'Egola, La Serra e Chiecinella passano velocemente, poi arriva la prima asperità di giornata, la salita di Palaia, io seguo Franco che mi da qualche dritta preziosa, il gruppo inizia a far raffreddare i bollenti spiriti, pian piano questo inizia a frantumarsi in tanti piccoli gruppetti, le pendenze specie nel finale fanno selezione, poi dopo il cartello d'inizio paese la strada spiana e si ripiglia fiato.
Si sfiora il pittoresco centro di Palaia per lasciarlo subito alle nostre spalle ed entrare così all'interno di uno scenario mozzafiato, la strada che porta a Montefoscoli è semplicemente bellissima, permette di beneficiare di una visuale a 360° su una campagna superlativa, dalle forme e dai colori a tinte tenui, il cielo è di un azzurro uniforme, il profilo delle colline e dei monti più lontani è chiaro e nitido, il sole inizia a scaldare l'aria rendendone mite la sua temperatura, l'ideale per pedalare, l'ideale per qualunque cosa!! Non soffia un filo di vento, non si poteva sperare di meglio, è la classica giornata meteorologicamente perfetta. Arriviamo a Montefoscoli, ne fiancheggiamo il borgo per poi scendere nella valle sottostante, ci lasciamo trasportare in discesa per una strada sinuosa, delimitata da file di cipressi, per poi incanalarci in un'altra di fondovalle che costeggia i pittoreschi calanchi di Toiano alle botra; dopo qualche chilometro a passo veloce in pianura, la strada termina improvvisamente cedendo il passo a una salita pedalabile e panoramica che porta a Castelfalfi, entriamo nella provincia di Firenze, il gruppo è ormai allungatissimo; sotto Toiano, in lontananza sui verdi pendii ruminano branchi di bestiame al pascolo che restano indifferenti al nostro passaggio, i luoghi, inutile sottolinearlo sono da cartolina.
Finalmente, giunti a Castelfalfi, ci fermiamo per il ristoro, sul tavolo imbandito ci sono un sacco di prelibatezze, il gazebo è preso d'assalto e anche io ne approfitto, faccio il pieno d'energia perché all'arrivo manca ancora un bel po', Franco non ha ancora le idee chiare su che giro fare, io non ho dubbi fin dall'inizio, mi butterò sul percorso medio, sono a digiuno di buoni allenamenti, tanto più dell'atmosfera tipica di gare o pseudo tali, quindi inutile strafare! La pausa è finita e insieme ad un gruppetto raccatato al ristoro continuiamo per Montaione, la strada è un abbordabile saliscendi, poi nel finale, prima di riagganciarci con la strada per San Vivaldo dobbiamo affrontare uno strappo con pendenze intorno al 13% che a questi punti giunti si fanno sentire nelle gambe! Passato questo punto più ostico la strada scorre bene, inizialmente in discesa e poi in leggera salita.
Poco prima di Montaione è giunto il momento di decidere! Si apre il dilemma! Percorso medio o percorso lungo? All'unanimità si opta per il medio, fugato ogni dubbio si prosegue dritti verso il centro di Montaione, lo passiamo per poi fiondarci in una lunga discesa fino a località Alberi; del gruppetto nato al ristoro qualcuno si perde strada facendo per essere rimpiazzato da nuovi elementi raggiunti nel frattempo, la velocità torna a salire, si tengono i 35 km/h fissi, Corazzano, Genovini, La Serra vengono passati in un batti baleno; sulla scia di quelli che di benzina nella gambe ne hanno ancora si arriva in località Borghigiana, ai piedi dell'ultima impegnativa salita di giornata, quella che porterà all'arrivo! La spia del serbatoio inizia a segnare rosso, le gambe iniziano a essere imballate, così che questi ultimi chilometri sono percorsi col cuore in gola, i superstiti del gruppo si sfilacciano; salgo senza troppe pretese, ora seduto, ora sui pedali, poi la strada finalmente spiana, un veloce transito da piazza del Seminario e poi via verso l'arrivo.
Fig.3. All'Arrivo
In piazza intanto la festa è già iniziata, la musica echeggia nell'etere e fa da sottofondo al brusio dei molti che ci hanno preceduto e che si scambiano le impressioni sulla fatica appena conclusa, altri nel frattempo arrivano, c'è chi scatta foto, chi approfitta del servizio massaggio; sotto le arcate di piazza Dante, adibite in passato al mercato del bestiame, sono ora occupate da una lunga tavolata di squisitezze da leccarsi i baffi, panini, torte, crostate, bevande e specialità gastronomiche locali.
Così la 1^ Granfondo è scivolata via con la speranza che sia l'inizio di un ciclo; certo è che l'essere stati in grado di mettere insieme le energie per rendere possibile questa iniziativa ha dimostrato, una volta di più che l'unione fa la forza! Del resto era quanto in questo stesso blog era stato auspicato in tempi non sospetti in merito ad una paritetica manifestazione anche nell'ambito della mountain bike, e questo vuole essere un invito e una presa di coscienza ai tanti passionisti del comprensorio... e chi ha orecchie per intendere intenda. 

Per chi vuole approfondire anche su facebook:

domenica 21 settembre 2014

SVALVOLATI IN MTB: IL GRUPPO SI ALLARGA

Scritto da Fabio Cappelli

 
Fig.1. Gli Svalvolati sul prato della Rocca a San Miniato


San Miniato 20 settembre 2014

In questo primo pomeriggio l'ampio prato della Rocca, scaldato da un gradevole sole settembrino e calpestato di quando in quando dagli ovattati passi di qualche turista in visita alla città delle venti leghe, si è prestato volentieri alle foto di rito che le circostanze richiedevano; infatti prendendo a pretesto la presentazione delle nuove maglie del team di biker's Svalvolati in MTB, e, cosa ben più importante dell'ingresso ufficiale degli amici del Panda nel gruppo medesimo, i nostri, in pompa magna, quasi al completo e vestiti dei colori ufficiali hanno pensato bene di salire con i propri ferri del mestiere sulla sommità del colle più alto di San Miniato.
Artefice dell'iniziativa non poteva ovviamente che essere Andrea, che con ostinata tenacia ed inesauribile passione ha saputo trasformare, nel volgere di appena tre anni, uno sparuto manipolo di amici in un gruppone ben assortito, affiatato e in continua espansione, nelle file degli Svalvolati c'è posto per tutti, e tutti sono benvenuti! Ci sarebbe da buttar giù una carta d'identità sui connotati più rappresentativi di questa giovane realtà locale, conosciuta anche oltre i confini del nostro comune, ma preferisco sottrarmi a questa impegnativa stesura aspettando che magari qualcuno degli Svalvolati stessi lo faccia al posto mio.
Ma ritorniamo invece a tutti i damerini tirati a lucido in questa “passerella” di fine estate! Chi si era illuso di riscendere i gradini sotto l'ombra della Torre di Federico II e tornarsene bello pulito a casa si sbagliava di grosso, era sottinteso che al termine delle interminabili pose davanti alla fotocamera, avremmo dovuto, e aggiungo di buon grado, spogliarci degli abiti della festa per tornare a vestire i panni ben più appropriati di cinghiali di bosco, pronti ad impastare le casacche di sudore e polvere, e così come da programma, ha preso il via l'immancabile giro per i sentieri del circondario, facendo ricadere la scelta su di un classico della nostra zona, un'autentica spina dorsale della sentieristica del comprensorio, la Via Francigena, la quale veramente non delude mai, oltre il crinale Sanminiatese in direzione Roma infatti, strade e panorami si sublimano con, all'orizzonte, una distesa senza fine di verdi e rotonde colline.
La nota dolente invece, per quel che mi riguarda, è che purtroppo la mia corsa è stata compromessa dopo pochi chilometri da problemi di natura tecnica che fra Coiano e via d'Orlo mi hanno costretto a dare forfait, peccato perché fino a quello momento ne era valsa davvero la pena, guardiamo però il lato positivo, è stata se vogliamo l'occasione per fare un gradito ritorno in luoghi che conosco bene ma che ultimamente ho (volutamente) trascurato per volgere la mia attenzione altrove in cerca di nuove prospettive lungo vie inesplorate, cosa che per altro ho fatto, non di rado, proprio in compagnia degli Svalvolati!!

lunedì 18 novembre 2013

CICLOTARTUFANDO 2013




scritto da Fabio Cappelli

 
Come da calendario, domenica 17 novembre ha avuto luogo la seconda edizione di Ciclotartufando a San Miniato, anche quest'anno l'organizzazione è stata curata dal CAI di Pontedera che nelle persone di Alessandro Taverni, noto professionista del comprensorio sanminiatese che ha vestito per l'occasione gli abiti di guida ufficiale dell'evento e Sonia Montagnani pontederese DOC nonché provetta escursionista d'alta quota prestata per un giorno alle ruote grasse, ha visto come luogo di ritrovo il piazzale del Sombrero a San Miniato Basso.
Contrariamente allo scorso anno la mia sveglia stavolta è suonata puntuale, niente imprevisti ne sorprese dell'ultimo minuto, quindi, così come prestabilito, alle 8:20 da La Scala, io e mie amici David, Michele e Stefano ci siamo diretti nel luogo prestabilito per unirci all'allegra brigata, appena giunti in loco è stata una piacevole sorpresa constatare che il numero dei partecipanti, rispetto alla prima edizione, è più che raddoppiato, una rapida conta indica una cinquantina di partecipanti, ma forse la cosa più bella è vedere la notevole frammentazione di persone che vi partecipano, bambini e over 60, donne e uomini, ex campioni e soggetti alle prime armi, tutti uniti dalla passione per la bicicletta e la natura, mi guardo un po' intorno e vedo tante facce nuove vicine ad altre che già conosco, anche quest'anno ci sono Francesco con suo babbo, Maurizio dei Glemas di Montopoli spalleggiato a questo giro anche dal figlio, molti componenti del CAI Pontedera, e poi ci sono Stefano “Daccordi” (che riconoscerò solo più avanti a giro iniziato), il nutrito gruppo di Ponte a Elsa e tanti altri ancora.
Contrariamente ai bollettini meteo consultati la sera precedente, che promettevano sole, il cielo si è invece dimostrato particolarmente avaro dei tanto sospirati tiepidi raggi essendo rimasto completamente velato per gran parte del giro, ma bando alle ciance la pedalata ha inizio...pronti via! Si parte!! Alle 9:00 in punto il serpentone variopinto, come una nave ferma nel porto, molla finalmente gli ormeggi a guadagnarsi il mare aperto; quest'anno, e ritengo sia un bene, non sono state distribuite le anonime pettorine arancioni che appiattivano l'identità dei singoli partecipanti, ognuno invece ha portato con la propria maglia colorata uno spicchio di vivacità sulle strade di questa uggiosa giornata autunnale.
La prima asperità a cui il gruppo è andato incontro, a pochi chilometri dalla partenza, è stata la salita di Bauli, che dalla valle omonima, imboccata poco prima all'altezza della Catena, s'impenna improvvisamente per ricongiungersi alla soprastante strada delle Colline; fin da subito non ci siamo fatti mancare nulla fra intoppi tecnici, inspiegabili ritiri e un'inevitabile lunga sosta che tuttavia non hanno minimamente scalfito il morale dei tanti prosecutori, continuando il tour per la vicina via di Paesante; scollinato il promontorio e giunti nella piana de La Serra abbiamo imboccato la fangosa via delle Gronde, da qui, il gruppo, allungatissimo, si è di nuovo inerpicato per una classica strada di campagna di questa zona, via Mugnana e Scorno.
Ricompattate le schiere in località Moriolo, dove due biker's in erba hanno dato prova delle loro indubbie doti tecniche e di coraggio buttandosi a capo fitto giù per un ripido ciglione, abbiamo avuto modo di incrociare sul nostro cammino anche il gruppo degli MTB 100%, biker's locali che hanno fatto della mountain bike una filosofia di vita sotto la guida sicura del loro team leader ed amico Filippo G.; ripartiamo! Viriamo in una stretta curva a gomito per via Bramasole, una bella strada sterrata adagiata su un crinale dal quale s'intravede ogni tanto la valle dell'Egola, dopo una serie di continui saliscendi fra profonde pozze d'acqua e spessi tappeti di foglie arriviamo in località Collebrunacchi, di qui in discesa, lungo una sinuosa, quanto viscida strada asfaltata andiamo a riprende lo stradone di fondo valle Genovini-Corazzano, anche qui il tempo necessario per serrare le fila e si riparte svoltando a destra per poi piegare nuovamente dopo poche centinaia di metri, stavolta a sinistra, per località Fornacino.
A questo punto Alessandro è costretto, un po' per gli orari obbligati, un po' per un cielo malandrino che a tratti rovescia su di noi una pioggerellina fine quanto insidiosa, a prendere decisioni che porteranno inevitabilmente a rimaneggiare il giro pianificato inizialmente, viene quindi deciso, con buona pace di chi odia le salite ostiche, di arrampicarci a Gello passando per la greppa che costeggia la stupenda Pieve di San Giovanni a Corazzano, questa via inizialmente asfaltata si aggrappa sulla collina con pendenze velenose, poi spiana su strada sterrata circa un chilometro più in su, per poi inclinarsi nuovamente su un fondo dissestato fino allo scollinamento; l'acido lattico avvelena i muscoli, sparpagliati in piccoli gruppetti, con le gambe tagliate dalla stanchezza, arrancando chini sul manubrio, tutti i prodi ciclonauti arrivano in vetta.
Qui Michele M. ci lascia, non senza aver dato prova come sempre è accaduto, delle ormai risapute doti di grandi capacità atletiche e soprattutto di una importante duttilità mentale, passando dalla più amata bicicletta da corsa, alle estemporanee ma mai disdegnate uscite in mountain bike, lo salutiamo lasciandolo sulla via del ritorno in compagnia di un suo compaesano, noi invece proseguiamo all'interno di un gruppo sempre più schiccolato verso San Quintino, li ci aspetta un agognato quanto meritato ristoro, passiamo davanti alla fattoria di Mellicciano e poi giù fino all'imbocco della Francigena, proseguiamo fino all'altezza di Campriano, poi dopo aver oltrepassato una modesta salita procediamo per località Capo di Vacca; qui transitiamo per quella che io ritengo essere una delle strade di crinale più suggestive e panoramiche della zona, dinnanzi a noi infatti si parano i profili frastagliati delle Alpi Apuane e gli Appennini massicci e smussati, sulla nostra destra giace la Valdelsa, contornata dalle colline empolesi e più in la il Montalbano, a sinistra i poggi di San Miniato che culminano col colle più alto che custodisce il centro storico della città, teatro fra l'altro in questi giorni della Mostra del Tartufo Bianco da cui questa iniziativa mutua il nome, poi lo sguardo si perde nell'inconfondibile skyline dei monti pisani fino ad un immaginario orizzonte che si perde verso il mare.
Finalmente a San Quintino! Una bella e gentile ragazza ci accoglie, sorride e finalmente anche un raggio di sole si fa spazio tra le nuvole, davvero una bella coincidenza! Uno dopo l'altro arriviamo presso l'imponente struttura che è anche una delle fattorie più conosciute del comprensorio, veniamo invitati dalla ragazza ad entrare all'interno di una reception dove in una stanza adiacente, dall'aspetto caldo e accogliente, è allestito un tavolo imbandito di prelibatezze, vassoi colmi di fette di pane, pezzi di schiacciata, salame, soppressata, formaggi ed olive si parano dinnanzi ai nostri sguardi increduli, senza farci pregare troppo apriamo le danze, una selva di mani si allunga verso il tavolo, in un brusio di bocche piene le mascelle si stringono come morse, viene offerto anche del vino che scalda subito gli animi, in men che non si dica i vassoi vengono ripuliti, le facce che pochi minuti prima erano entrate contrite e stanche per le fatica ora sono rilassate e soddisfatte, ci prendiamo il tempo di scattare qualche foto di gruppo poi dopo aver ringraziato per la cortese accoglienza, carichi e rifocillati riprendiamo la strada andando incontro al finale di giro.
Percorriamo qualche centinaio di metri a ritroso, incrociamo di nuovo la via Francigena per dirigerci verso il Poggio Tagliato, è qui che prima di ritrovare la strada asfaltata un componente della spedizione è vittima di una brutta caduta senza fortunatamente conseguenze per il diretto interessato ma che lascia segni pesanti sulla bicicletta, per lui che pare ineluttabilmente condannato a un ritorno lento e in solitudine Ciclotartufando sembra destinato a finire qui! Poi dal gruppo qualcuno si fa avanti, con un minimo d'intraprendenza e un pizzico di fortuna si riesce, se non a riparare, quanto meno a gestire l'imprevisto per assicurargli un ritorno comodo all'auto, quindi tutti in sella e si riparte!!
L'orologio ormai segna le ore 13:00, Stefano B., che ha voluto onorare anche quest'anno con la sua presenza la seconda edizione di Ciclotartufando, all'altezza di Calenzano scende verso casa, lo attende un pomeriggio allo stadio a tifare Empoli, non avuto modo di salutarlo, quindi spero di rivederlo presto in sella in qualche altra bella uscita domenicale, si sgancia anche Fabio F., un amante del fuori strada conosciuto in questo frangente, che giunto in corrispondenza della frazione sopracitata ci saluta perché casa sua è li a venti metri, noi superstiti proseguiamo alla volta di San Miniato, anche qui un po' alla spicciolata ci ricompattiamo, ormai siamo all'epilogo dell'escursione, incuneandoci uno dietro l'altro in fila indiana lungo il single track della Francigena poco sotto il Comando dei Carabinieri, arriviamo in men che non si dica a San Miniato Basso, in attesa che tutti rientrino mi soffermo a parlare con Stefano “Daccordi” B. e un'altro biker di cui non conosco il nome, nel frattempo arriva di buona lena anche David A.F., che non ha mollato fino alla fine, tosto e indomabile, la sua presenza è sinonimo di affidabilità, se parte di sicuro non cerca scorciatoie verso la via di casa, se parte arriva in fondo... sempre! E pensare che fino a poco più di un anno fa in bicicletta non c'era quasi mai salito, anche io e lui ci sganciamo dal gruppo per far ritorno a casa.
A questo punto non mi resta che inviare i saluti a tutti i partecipanti che hanno contribuito a rendere un successo l'edizione 2.0 di Ciclotartufando; vorrei concludere permettendomi di sottolineare che, vista la positiva risposta proprio da parte dei presenti, possibile preludio negli anni a venire di un sempre maggior successo di questa bella iniziativa, è auspicabile un'interpretazione più in linea con le esigenze dei ciclo-amatori da parte degli organizzatori, con la certezza che queste parole sapranno essere tradotte nella maniera giusta chiudo questo intervento con un arrivederci a Ciclotartufando 2014. 

PS: da qualcuno dei presenti a Ciclotartufando che ringrazio, ho già ricevuto alcune foto dell'escursione, chiunque ne possegga di altre le può inviare alla mia mail.

venerdì 15 novembre 2013

IL VESTITO NUOVO DEGLI SVALVOLATI

Fig. 1. la maglia ufficiale degli Svalvolati in MTB.



Sotto il veemente impulso del loro leader Andrea, gli Svalvolati in MTB di Ponte a Egola, operosa frazione del Comune di San Miniato hanno trovato una giusta sintesi di linee e colori per quella che d'ora in avanti sarà il completo ufficiale del gruppo.
La maglia così come riportata nella fig.1. è ovviamente integrata da pantaloncini corti con imbotitura anatomica; del completo, su richiesta, ne è stata realizzata anche una versione invernale.


lunedì 7 maggio 2012

IL CINQUE MAGGIO

scritto da Fabio Cappelli
           
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Fucecchio: poco prima del via.
Ei fu siccome immobile, così inizia una celeberrima poesia di Alessandro Manzoni “Il Cinque Maggio”, dalla sua stesura sono passati 191 anni, ed oggi a distanza di quasi due secoli da allora,  la prima riga dell'opera letteraria potrebbe iniziare così:”Ei son siccome mobili”.
Ore 8:30 del giorno 5 maggio 2012, piazza G.Montanelli, Fucecchio, come da calendario è in programma l'escursione sulla via Francigena da Fucecchio a Gambassi organizzata dalla UISP, è ancora incerto il numero e l'identità di coloro che onoreranno con la propria presenza questo bell'incontro a base di sport, natura e storia, ciascuno dei potenziali adesori, ancora chiuso fra le mura domestiche sta ultimando i preparativi per giungere pronto all'appuntamento; una colazione abbondante, le vettovaglie da mettere nello zainetto, una pulitina alle lenti degli occhiali, la borraccia a riempire sotto la cannella di cucina e l'ultimo controllo alla mountain bike affinché non vengano fuori spiacevoli sorprese a pedalata già iniziata.
In viaggio
Sulla piazza arriviamo in due gruppetti distinti per formarne un unico pronto a macinare chilometri lungo tutto il tragitto ufficialmente riconosciuto dell'itinerario di Sigerico, in ordine rigidamente alfabetico i presenti all'appello sono: David, Fabio, Massimo, Michele, Paolo, Riccardo, Roberto, Roberto, Stefano; la giornata, meteorologicamente parlando non è delle migliori, un cielo prevalentemente coperto, che a tratti sembra minacciare anche pioggia, ci da il benvenuto in questa mattinata di ormai primavera inoltrata, la temperatura dell'aria non sarebbe neppure così male se non fosse per il fatto che una brezza tesa contribuisce a farne percepire una più bassa! Comunque non ci lamentiamo, poteva anche andare peggio.
Alle ore 9:05 viene dato il fischio d'inizio all'escursione, ci si prospettano, tanto per gradire, circa 30 km certi per arrivare a Gambassi, e mentre l'andata sarà ragion forza dettata dagl'obblighi di tracciato preventivamente conosciuti, il ritorno sarà studiato sul momento anche in base alle esigenze dei partecipanti; ad ogni modo alla fine saranno come minimo sindicale 60 km.
Usciamo da Fucecchio e attraversato il ponte sull'Arno, svoltiamo subito a sinistra come la segnaletica dedicata c'impone, i primi chilometri sono su asfalto, oltrepassata la frazione di San Pierino, ultimo avamposto del comune di Fucecchio, si entra in territorio Sanminiatese, all'incrocio principale del paese di San Miniato basso, in una viucciola praticamente sconosciuta a tutti, che s'incunea fra un palazzone e la vecchia chiesa del paese, inizia il primo tratto in fuori strada della giornata e con esso anche la prima salita, è solo un assaggino di ciò che ci attenderà più avanti, nel senso di bellezza del paesaggio, ma quanto meno ci consente di lasciarci alle spalle catrame e tubi di scappamento che già iniziavano a farci venire l'orticaria!
Saliamo per San Miniato, ovviamente non si scappa, qui c'è da sudare! Le pendenze non sono impossibili, ma siamo tutti ancora coi muscoli freddi e le pendenze sono pur sempre degne di rispetto; un po' alla spicciolata, uno dopo l'altro conquistiamo la cima, passiamo sotto le poderose mura di San Francesco, poi piazza Buonaparte e via, fino a lasciarci dietro anche i vicoli medievali della città del tartufo bianco.
Uffa ancora asfalto! E' vero; ma gli scenari già sono mutati, le strade son praticamente sgombre di auto e  il mare verde di colline che si estende a sud del Valdarno inferiore si apre, con tutta la sua arcaica bellezza sotto ai nostri occhi.
Coiano: l'incontro con una pellegrina
I chilometri scorrono sotto le ruote tassellate fino a giungere ad imboccare nuovamente lo sterrato poco oltre il Poggio Tagliato, finalmente s'inizia a fare sul serio, ciascuno dei presenti conosce benissimo queste strade, ma di fatto è sempre un piacere percorrerle da tanto che sono belle; inoltre oggi il fondo è ottimale, non c'è fango e ciò consente di godersi appieno, dopo la neve, il gelo e la pioggia delle settimane precedenti, un terreno ben compatto che agevola tantissimo l'aderenza dei pneumatici.
Arriviamo a Capo di Vacca, proseguiamo in direzione Campriano, qui la Francigena coincide con la sempre affascinante via di Meleto, sempre su sterrato ci dirigiamo verso Coiano; questo luogo è un nodo importante nell'ottica della via Francigena, la Pieve qui costruita infatti, dedicata a San Pietro e Paolo, è indicata come XXI tappa secondo l'itinerario di Sigerico, quindi, giunti anche noi ai piedi dell'antica struttura decidiamo di fare una sosta; è qui che abbiamo incontrato una pellegrina molto speciale, una ragazza di cui ignoriamo il nome, la quale ci ha detto che era partita da Loreto circa una settimana prima per giungere, a piedi e in assoluta solitudine a Santiago de Compostela, non so se leggera mai queste righe, ma, e credo di poter parlare a nome di tutti, le auguriamo un buon viaggio, con la speranza di raggiungere la meta che si è prefissata, sia essa di natura fisica che spirituale.
Via Francigena tra Coiano e via d'Orlo
E' tempo di ripartire! Ci lanciamo in picchiata per una discesa veloce e moderatamente tecnica, lo scenario tutto intorno si fa veramente suggestivo, le continue piogge dei giorni precedenti  hanno reso la campagna di un colore verde vivido, talvolta cangiante per via del vento che soffia sui pendii dei colli, nubi cinerine si aprono e si chiudono sopra di noi, lasciando a tratti filtrare dei caldi raggi di sole; al termine della discesa ci troviamo a transitare per poche decine di metri sulla via dell'Orlo per poi tornare subito dopo su sterrato sempre più vicini al nostro obiettivo, si torna a salire su bellissime strade bianche, costeggiamo case sparse dal sapore antico, recinti d'allevamento di ovini, qualcuno ci saluta col sorriso in faccia, procediamo su crinali ondulati che consento di spaziare lontanissimo con lo sguardo.
La salita sterrata per tornare sulla direttrice di Gambassi, è, nella parte finale più impegnativa, ma nessuno della comitiva demorde, ed eccoci tutti in cima col gruppo che si ricompatta un po' alla volta in corrispondenza della strada asfaltata, giungiamo così all'ultima sosta ufficiale sulla via Francigena, la Pieve di Santa Maria Assunta a Chianni, nonché XX tappa secondo l'itinerario di Sigerico, quando vi giungiamo si sta celebrando un matrimonio, approfittiamo per fare gli auguri ai novelli sposi e al tempo stesso per  visitare il magnifico edificio.
Le verdi colline tra Coiano e Gambassi
Terminato il tratto prestabilito della via Francigena c'è ora da pianificare il viaggio di ritorno, intanto c'è da salire fino allo scollinamento di Gambassi che non è proprio una passeggiata, il segnale stradale parla chiaro, pendenza media 10% ma in fin dei conti i rapporti corti da mountain bike agevolano abbastanza l'impegno che devono sopportare le gambe, più tosta invece se fatta con una bicicletta da corsa (provare per credere!), in cima al valico, mentre attendiamo che il gruppo si riunisca, iniziamo a pensare alla pausa pranzo, mezzogiorno è passato da un po' è le energie iniziano ad entrare in riserva, urge riempire lo stomaco e ci mettiamo d'accordo di sostare qualche chilometro più avanti in corrispondenza dei ruderi della vecchia cisterna romana di Montaione, devo dire che non è una vista usuale quella di 9 biker's stesi su un prato in un clima conviviale, con panini e barrette; fra un morso e l'altro c'è tempo per qualche battuta di spirito, l'atmosfera è rilassata, insomma sono proprio quei momenti che da soli valgono l'intera escursione!
Gambassi: chiesa di Santa Maria Assunta a Chianni
La pausa finita! Risaliamo in sella, ci aspetta il discesone asfaltato fino a Montaione, scorrevolissimo ce lo beviamo in un sorso, ormai l'atmosfera è rilassata, in paese ci concediamo anche il tempo di un caffè, poi via di nuovo verso la stupenda strada di Santo Stefano, questa si snoda su un crinale che riassume un po' tutta la bellezza della campagna toscana, colline verdi e grigi calanchi, borghi sullo sfondo e casolari in stile rustico, davvero un bel paesaggio.
Fatta anche l'ultima discesa, ai piedi della tenuta di Santo Stefano, ci reimmettiamo sulla via d'Orlo e puntiamo decisi per Corazzano, si torna verso casa! Ora l'allegra scorribanda prosegue in surplace, giunti al Genovini imbocchiamo la via di Mugnana e Scorno alla fine della quale iniziano i primi saluti, Riccardo infatti lascia il gruppo e prosegue da solo verso Bucciano, lo salutiamo e proseguiamo da via delle Gronde verso Molino d'Egola, qui il gruppo si sfoltisce ulteriormente, l'escursione sta volgendo al termine, la fatica si fa sentire, fra trasferimenti e quant'altro abbiamo sfiorato gli 80 km, stanchi certo! Ma soddisfatti, ognuno si dirige ora incontro ad una bella doccia calda e rigenerante, consapevoli di aver trascorso una giornata che ricorderemo per un bel pezzo!
           
  

mercoledì 9 novembre 2011

UNA GRANFONDO ALL'OMBRA DELLA ROCCA?

scritto da Fabio Cappelli

Fig.1 San Miniato - vista panoramica

      A quando una Gran Fondo di mountain bike a San Miniato? I tempi non sono forse maturi per arricchire il panorama delle tante manifestazioni che si sviluppano durante tutto il corso dell'anno in Toscana anche all'ombra della torre di Federico II ? 
     Una Gran Fondo che sono certo non sfigurerebbe di fronte alla concorrenza di altri eventi simili sparsi un po' ovunque sul territorio regionale, una Gran Fondo da gestire in sintonia con i vari attori che potrebbero aiutare a dar lustro ad una iniziativa di questo tipo e che di riflesso potrebbero da essa trarne dei benefici!
Fig.2. Estratto da una competizione in mountain bike
     Una Gran Fondo che deve trovare l'unità d'intenti fra i vari gruppi locali che hanno a cuore la diffusione della mountain bike, un quadro d'insieme che metta quindi al centro l'evento e le sue positive ricadute su quella che è l'immagine sportiva e turistica di San Miniato, un motivo quindi di unione che faccia anteporre l'interesse per la manifestazione piuttosto che una frammentazione di idee, punti di vista, e campanilismi che avrebbe un unico risultato certo, l'immobilità.
     Del resto i presupposti per crederci non mancano e posso testimoniare che in molti di quelli che salgono in sella nei fine settimana auspicherebberò che prendesse forma  prima o poi una  manifestazione di tale livello! Del resto gli apprezzamenti sulle nostre belle colline fatte da biker di fuori zona non mancano e i primi a crederlo siamo proprio noi che le percorriamo in lungo e in largo! 
    Le idee sul tracciato non mancano, ci sono zone e località che si prestano benissimo a questo particolare genere di competizioni ciclistiche, le colline sanminiatesi infatti con le loro bellezze paesaggistiche, hanno le carte in regola per accogliere un'iniziativa di questo genere; strade bianche, mulattiere e single track, talvolta affacciate su pittoreschi scorci panoramici altre  volte invece immerse nel fitto della boscaglia, possono trasformarsi per una domenica in un palcoscenico d'eccezione per gli appassionati delle ruote artigliate.
Fig.3. MTB100% in azione
Questo inserto termina qui rimandando tuttavia ai lettori, agli appassionati dello sport in genere e della mountain bike in particolare a considerare quanto appena scritto  come  un tavolo di discussione, un punto di partenza intorno al quale lavorare per un progetto futuro, un input per chiunque come me aveva già in testa qualcosa di simile, un passo avanti contro quella immobilità precedentemente citata.   


A questo proposito ho indetto un sondaggio dove chiunque può mettere il proprio voto.

domenica 17 aprile 2011

SALITE/DISCESE DEL COMPRENSORIO SANMINIATESE E NON SOLO:

di Fabio Cappelli

PAGINA IN AGGIORNAMENTO
Agliati
Balconevisi
Bucciano (da La Serra)
Bucciano (dal Paradiso della Natura)
Bucciano (da Casa, ex Pieve, di Barbinaia)
Buecchio
Canneto
Cavalletto
Cenni
Collebrunacchi (fino allo scollinamento della marginetta di Cusignano)
Collegalli
Collelungo (altrimenti conosciuta come "La Pazza")
Corniano
Cumuli
Fornacino
Gargozzi-Comune
Gargozzi-Finanza
Grillo
L'Immaginetta
Guerriera (o del Tesorino):
L'Inferno
Mandrie
Marzana
Meleto
Montebicchieri
Moriolo (dal Genovini)
Moriolo (da Enzi) NOVITA'
Moriolo (da Mugnana e Scorno)
Muraccio
Paesante NOVITA'
Palaia
Pentola 
Poggio a Isola
Purgatorio
Romilda1
Romilda 2 
San Baronto (da Lamporecchio)
San Baronto (da Vinci)
San Miniato (da La Scala)
San Miniato (da Fontevivo)
San Miniato (da Viale Dalmazia)
San Miniato (dal Pinocchio)
San Miniato (da la Catena)
San Quintino (da Cafaggiolo)
San Quintino (da sotto Pentola):
Santa Lucia NOVITA'
Tabaccaia
Toiano 
Usigliano

Agliati:
lunghezza: ***
dislivello: ***
pendenza media: ***
pendenza massima: ****
difficoltà tecnica: ***
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: mountain bike
in salita: dalla strada provinciale delle colline palaiesi in direzione Palaia, troveremo, sulla nostra sinistra, delle indicazione per giungere all'eremo di San Martino ad Agliati, lasciando l'asfalto entrermo in una vallata da attraversare su strada bianca, al termine della quale, iniziano, in rapida successione su fondo asfaltato e con pendenze significative (nell'ordine del 15-20%) una serie di curve strette e ravvicinate (simili a tornanti) . Occorre un buon allenamento per non rischiare di dover spingere a mano, anche perchè giunti alla sommità del colle, la strada spiana per un po', ma ovunque si decida di andare di li a poc, ci si pareranno davanti a noi ulteriori fatiche con cui dover fare i conti.
in discesa: seppure scarsamente trafficata, non è improbabile incrociarvi delle automobili, l'insidia maggiore è in corrispondenza delle curve strette, prive di grande visibilità e al tempo stesso fortemente inclinate , nei mesi freddi occhio ad asfalto umido o ghiacciato!
Balconevisi:
lunghezza: ***
pendenza media: ***
pendenza massima: ***
difficoltà tecnica: *
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: da corsa o mtb
in salita: non si dimostra un'ascesa impegnativa, quanto meno se raffrontata alle dirette concorrenti di zona, la sua posizione è strategica, poichè piuttosto centrale rispetto ad itinerari studiati in questo quadrante del comune di San Miniato, (specie se si decide di affrontarli in mtb) infatti finita la salita, poco fuori dal nucleo abitato di Balconevisi si aprono scenari caratteriizzati da fitte macchie e un dedalo di strade di sottobosco che lasciano un'ampia scelta di varanti.
in discesa: nessuna difficoltà particolare dal punto di vista tecnico, molto importante invece è prestare attenzione alle auto nonchè sulle curve che non permettono una visuale completa della strada.
Bucciano (da la Serra): 
lunghezza:***
pendenza:****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: se  Bucciano è il nostro punto d'arrivo, va bene anche la bicicletta da strada, ma se si è intenzionati a scendere per qualunque delle strade che scendono verso la Barbinaia, non vi è dubbio che la mountain bike è d'obbligo.
in salita: Poco fuori dall'abitato de La Serra, in direzione crossodromo di Santa Barbara si segue l'indicazione che porta verso il borgo di Bucciano, inizialmente la strada, totalmente asfaltata e aperta al traffico, è pianeggiante, ma percorsi circa 200 ml inizia a salire notevolmente con 3 piccoli tornanti secchi che arrivano a pendenze del 20%, il tratto più difficile fondamentalmente è quello iniziale, poi la strada, pur restando in salita tende ad addolcirsi arrivando anche a diventare pianeggiante prima dell'ultima salitella finale che conduce a Bucciano.
in discesa: dando per scontata la necessaria attenzione che richiede una strada aperta al traffico di automobili, il rischio sostanziale della discesa è riconducibile, specialmente nel tratto finale, in corrispondenza dei tornanti già descritti per la salita, che occultano la visibilità e che per via delle forti pendenze possono far perdere pericolosamente aderenza specie con asfalto umido.
Bucciano (dal Paradiso della natura):
lunghezza:**
pendenza:****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto70% sterrato 30%
bici consigliata: mountain bike
in salita: E' una salita raramente frequentata, dura, tecnicamente facile, la strada è asfaltata solo nella porzione della salita, essa inizia nella sottostante valle della Barbinaia in corrispondenza dell'agriturismo il Paradiso della Natura, su sterrato, e termiana a monte presso il nucleo di Bucciano, nuovamente su sterrato.
in discesa:
Bucciano (da Casa, ex Pieve, di Barbinaia):
l'inizio della salita presso i ruderi di Casa (ex Pieve) di Barbinaia
un tratto della carrareccia vista in discesa
lunghezza: 1,4 km
pendenza media:***
pendenza massima:***
difficoltà tecnica:****
fondo: sterrato 100%
bici consigliata: mountain bike
in salita: io amo definirla "la terrazza" sulla Barbinaia, inizia proprio da "Casa Barbinaia" che ingloba i resti di un'antica pieve medievale, il fondo è sconnesso e accompagna chiunque si cimenti nella scalata di questo sentiero di campagna dall'inizio alla fine; bello, solitario, immerso nel silenzio, di quando in quando vale proprio la pena di inserirlo nei classici giri in zona, puntaggiato da una fila di cipressi lungo quasi tutto il tracciato, lascia spazio anche a scorci della valle sottostante di grande pregio! Termina con il falso piano sottostante il borgo di Bucciano. Solo per biker con buone gambe e discreta tecnica.
in discesa: la maggiore insidia è dovuta al fondo caratterizzato dai solchi  profondi scavati dalla pioggia, inoltre sono presenti calcinacci e materiali di riporto; a causa del fondo inagibile, su questa "strada" non vi è transito di auto, ad ogni modo convien prestare attenzione per la possibilità di trovare macchine agricole in movimento e anche persone a piedi.
Buecchio:
lunghezza:***
pendenza:*****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: bici da corsa o mountain bike in funzione del percorso che si desidera fare.
in salita: lo Zoncolan di San Miniato, non eccessivamente lunga, come del resto ogni salita del comprensorio, ma a parità di sviluppo metrico è indubbiamente un'erta molto impegnativa, pendenze costantemente oltre il 20%, fortunatamente tutte su asfalto, permettendo così anche brevi spinte sui pedali stando in piedi. Più una prova di forza che comunque ogni tanto vale la pena saggiare, anche per verificare lo stato di forma.
E' opportuno evitarla se non si ha qualche bel chilometro sulle gambe!!
in discesa: occorre prestare attenzione in particolar modo ad eventuali auto che salgono dal fondo valle, moderare la velocità che in caso contrario tenderebbe ad aumentare vertiginosamente e quindi mani sui freni con piccole decelerazioni per evitare situazioni di pericolo.
Canneto:
La salita inizia da qui
lunghezza: ***
dislivello:
pendenza media: ***
pendenza massima:
difficoltà tecnica: **
fondo: asfalto 100% rovianato nella parte finale della discesa.
bici consigliata: normalmente bici da corsa, mountain bike se si è intenzionati a fare delle deviazioni sui sentieri che si incrociano lungo la via.
in salita: non è semplice da affrontare, normalmente ci si va a sbattere contro proprio nella parte finale di una escursione, quando ormai le forze iniziano a venir meno e la stanchezza ha il sopravvento, la toponomostica la vorrebbe come via di Meleto, di fatto è il proseguimento natuarale, in direzione San Miniato, di quella che per molti è conosciuta come la via della Dogana, dal nome dell'omonima frazione situata circa 5 km prima nel comune di Castelfiorentino. 
Una visuale inedita del borgo di Canneto
E' una salita senz'ombra, caratterizzata, almeno all'inizio, da un asfalto mal messo, questa cambia pendenza almeno cinque volte, inizia già con un primo tratto impegnativo che addolcisce in corrispondenza del nucleo di case semi-disabitate di Canneto, poi di nuovo s'impenna e ancora rispiana, fino all'ultimo, e forse più insidioso segmento dell'ascesa, qui si toccano le pendenze maggiori, nell'ordine del 15%, che terminano solo dopo aver scollinato in prossimità di una curva a destra, nella realtà la strada continua e così pure la salita, infatti qualche centinaio di metro più avanti, dove vale la pena riprendere fiato e ammirare gli scorci panoramici che si aprono in questo punto, la strada torna ancora a salire (salvo che non si sia in sella a una mountain bike), in quello che viene denominato il Poggio Tagliato.
Per chi fosse diretto verso Ponte a Elsa, di fatto la fatica finisce qui, chi invece prende per San Miniato, c'è da sudare ancora un po'.
in discesa: Le difficoltà sono dovute, in primo luogo e come ho già accennato al tipo di asfalto fortemente dissestato, che può provocare dei sobbalzi che uniti alla velocità che questa discesa (priva di curve e dalla notevola pendenza) possono compromottere la conduzione della bici oltre al passaggio di auto!
Cavalletto: ATTENZIONE IL SENTIERO HA SUBITO UNA SENSIBILE VARIAZIONE, QUINDI, QUANTO SOTTO RIPORTATO E' SOLO, PARZIALMENTE, ATTENDIBILE 
lunghezza:***
dislivello:***
pendenza media:***
pendenza massima:****
difficoltà:****
fondo: naturale in terra con tratti in lastricato, sono presenti profondi canali e in generale è molto sconnessa.
bici consigliata: mountain bike (molto meglio se ammortizzata)
casa dell'eremita
in salita: risulta essere snervante, per guadagnarsi la cima occorre tecnica, forza e tenacia s'imbocca quasi al termine della vallata della Barbinaia, in prossimità di un agriturisimo (attualmente in costruzione), parte già con una bella pendenza, ma almeno all'inizio il fondo è facile da affrontare, il peggio s'incontra poco più avanti, fra pietre instabili, talvolta scivolose, sconnese e voragini scavate dalla pioggia, si candida ad essere una delle ascese più difficili della zona e ovviamente allenanti al tempo stesso, convenzionalmente la salita termina a ridosso di una vecchia abitazione in evidente stato di abbandono conosciuta come "casa dell'eremita", in realtà c'è da salire ancora per poter dire d'essere in vetta, ma di certo il proseguo, a confronto, è roba da ragazzi!
in discesa: è una fra quelle più temibili, inizia convenzionalmente laddove termina anche la salita, e cioè in corrispondenza della cosidetta "casa dell'eremita", la strada anche se certamente percorribile, è in condizioni di estremo degrado, profondi e insidiosi canali l'attraversano in vari punti del tracciato, per questa ragione non consente di sviluppare grandi velocità e le dita sul freno sono d'obbligo, qui occorre equilibrio, tecnica e anche buone braccia, in molti tratti infatti il fondo è composto da pietre spigolose e sconnesse, che fanno sobbalzare "cavallo e cavaliere".  
Cenni:
l'andamento della salita nel suo tratto iniziale e più impegnativo
lunghezza:***
pendenza media:***
pendenza massima: ***
difficoltà tecnica:***
fondo: sterrato 80% asfalto 20%
bici consigliata: mountain bike
in salita: sovente resta fuori dai classici giri del fine settimana per via della sua ubicazione defilata, si imbocca infatti svoltando a sinistra su strada sterrata in corrispondenza di un agriturismo circa 100 m prima del ristorante il Convio, è una greppa ignorante, iniziando a inclinarsi fin da subito con pendenze importanti (15%), ma la vera insidia è il fondo, caratterizzato da terra battuta mista a calcinacci, pezzi di laterizio, risciaqui causati dall'acqua piovana, che obbligano ad un'attenzione costante nel ricercare la giusta traiettoria per evitare di perdere la pedalata e mettere così il piede a terra, sul finale diviene asfaltata.
in discesa: i punti di difficoltà riscontrabili a salire, si invertono ma non per questo meno insidiosi a scendere, in modo particolare d'estate, il fondo diventa polvere con tutti i rischi che ne conseguono, ad ogni modo traffico automobilistico non ce n'è (semmai eventuale attenzione a macchine agricole in manovra) al contempo, la visibilità è ottima! 

Collebrunacchi (fino allo scollinamento della marginetta di Cusignano):
La salita in prossimità del bivio Cusignano-Collebrunacchi
profilo altimetrico
lunghezza: 1,79 km
dislivello: 113 m
pendenza media: 6,5%
pendenza massima: 11%
difficoltà tecnica: **
fondo: asfalto al 100% con tratti dissestati
bici consigliata: bici da corsa e mountain bike.
in salita: Giunti in località Marzana, in concomitanza del bar-alimentari, si svolta verso il pittoresco borgo di Cusignano, dopo circa 200 m di pianura, la strada inizia ad impennarsi, le pendenze non sono cattive ma costanti, almeno per quanto riguarda il tratto iniziale, caratterizzato da quattro curve/tornanti in successione.
marginetta
Nella seconda parte la salita ha pendenze più moderate, almeno fino a quando non si giunge all'altezza con la via che porta a Cusignano, proseguendo oltre la strada torna, almeno per poche decine di metri, ad impennarsi, per poi spianare una volta giunti in prossimità di una marginetta con crocifisso, che ci resterà sulla nostra sinistra.
La descrizione della salita finisce qui, ma non la strada! Essa prosegue fino a Collebrunacchi ancora in moderata salita, arrivati in prossimità dell'abitato si può scendere nella valle sottostante per una discesa con tornanti secchi, brevi e asfalto dissestato, fino ad andare a trovare la direttrice Genovini-Corazzano.
in discesa: i tratti insidiosi si riassumono nei tornanti in prossimità del finale, in generale non desta particolari difficoltà, salvo ovviamente la normale prudenza da prestare al traffico di auto.
Collegalli: 
un tratto della salita
lunghezza: ****
pendenza: ***
difficoltà tecnica: **
fondo: strada bianca 100%
bici consigliata: mountain bike
in salita: Questa via ombreggiata si trova poco fuori la frazione di Corazzano, e ricade sul territorio comunale di Montaione. A parte il primo tratto che apre le danze con una pendenza appena più impegnativa, la salita infatti è quasi un falsopiano o comunque con cambi d'inclinazione di modesta rilevanza, quel che più incide sulle gambe è la lunghezza e il fondo compatto, che invita a tenere un passo spedito e quindi sul finale si fa sentire, una palestra ideale per allenamenti di resistenza, fra l'altro è in buona parte immersa nell'ombra degli alberi, ideali per escursioni estive.
in discesa: la strada, per quanto non asfaltata è aperta al traffico motorizzato, essendo il fondo caratterizzato da pietrisco, occorre prestare molta prudenza e tener di conto dei tempi di reazione di frenata in presenza di ostacoli improvvisi sul tracciato.
Collelungo (altrimenti conosciuta come "La Pazza"):
un tipico tratto della salita
lunghezza: 2,3 km
dislivello: 145 m
pendenza media: 6,5%
pendenza massima: 10%
difficoltà:***
fondo: sterrato 100% con presenza di fogliame.
bici consigliata: mountain bike
in salita: Collelungo, meglio conosciuta nell'ambiente dei bikers locali con lo pseudonimo de "la pazza", si trova nel Comune di Palaia, pur non essendo caratterizzata da pendenze eccessive,  si dimostra essere un'ascesa piuttosto impegnativa nonchè un ottimo allenamento di resistenza, il fondo è caratterizzato da terra battuta, sottofondo in  conci di pietra di un'antica strada e rocce  lisce affioranti nel finale; vi si accede deviando verso sinistra lungo la strada che conduce appunto a Palaia, abbandonando la via asfaltata, si costeggia un serie di vecchie strutture dismesse, oltrepassato un ponticello e una catena a sinistra, ci si immette nella salita completamente immersa nel verde della boscaia.
in discesa: non inganni il fatto che il fondo sia ben battuto, con rettilenei piuttosto lunghi e ampia carreggiata, invitando in tal modo a togliere le mani dai freni e acquistando così anche una  notevole velocità, infatti a tratti il percorso è caratterizzato da fondo con pietre affioranti e terreno anche incorente con fogliame che, specie nel periodo invernale potrebbe risultare pericolosamente viscido, con curve chiuse e la possibile presenza di persone a piedi.
Ciò premesso, la discesa se affrontata con capacità di guida collaudate e sicure, risulta essere eccitante, lunga, con fondo variabile, totalmente immersa nel verde della natura, indubbiamente da provare.

Corniano:
l'imbocco
profilo altimetrico
lunghezza:1,6 km
dislivello: 130 m
pendenza media: 8%
difficoltà tecnica: ***
fondo: asfalto a tratti dissestato
bici consigliata: se l'obiettietivo è conquistare la vetta, va bene la bici da corsa, se però intendete proseguire allora occorre la mountain bike.
in salita: non tragga in inganno l'indice della pendanza media, il quale seppure può far apparire l'ascesa facile, non tiene conto del fatto che più o meno a metà c'è un punto dove la strada prima spiana e poi addiritura ha pure una breve discesa, ma prima e dopo questo tratto bisogna fare i conti con 2 pettate che levano il fiato, la prima in particolar modo va oltre il 20%!
in discesa: è piuttosto pericolosa, specialmente nel tratto finale, qui le velocità che si possono raggiungere sono  elevate, ma bisogna tener conto di un asfalto in condizioni precarie, forte pendenza, scarsa visibilità e come se non bastasse la strada è aperta al traffico! Non occorre dilungarsi oltre sull'ovvio comportamento da tenere!!
Cumuli:
lunghezza:****
pendenza:****
difficoltà tecnica:***
fondo: terra
bici consigliata: mountain bike
in salita: dalla Barbinaia, sul versante sinistro della Chiecina, ci si immette in un piccolo sentiero, pressochè un single track tutto su terra battuta, che inizia a inerpicarsi fin da subito, con pendeze discontinue, talvolta moderate altre volte insidiose se si tiene di conto anche del fondo che in alcuni periodi dell'anno puù risultare scivoloso e renderne quindi oltremodo difficile la risalita, inoltre il tracciato, completamente immerso nel verde è anche piuttosto lungo.
in discesa: risulta essere molto apprezzato per la "relativa facilità" del tracciato e l'elettrizzante scarica di adrenalina che trasferisce a causa delle volocità che si possono raggiungere, il finale del tracciato risulta essere il più pericoloso a causa degli scoli dell'acqua che potrebbere trasformarsi in trappole che non consentono margini di errore! Vale come in tutti i casi la regola di prestare massima attenzione e di adattare la volocità di discesa alle proprie capacità.
Fornacino:
vista del sentiero pochi metri dopo l'imbocco
lunghezza:***
dislivello:***
pendenza media:***
pendenza massima:***
difficoltà tecnica:***
fondo: terra battuta 100%
bici consigliata: mountain bike
in salita: dal lunghissimo rettilineo che da località Genovini porta a Corazzano, all'altezza delle case sparse di Fornacino si svolta a destra, da qui, dopo poche decine metri, finito l'asfalto, ci si para di fronte, oltre una catena, l'inizio di una via sterrata che risale la costa della collina proprio sopra l'abitato stesso, con ampia e suggestiva panoramica sulla valle del fiume Egola. Il mix di difficoltà di questa salita è dato dal fattore combinato di pendenza e fondo irregolare, consigliabile nei periodi estivi o comunque in periodi dell'anno lontani da intense piogge che ne precluderebbero la percorribilità. Una classica, bella e ruvida.
in discesa:  La discesa si imbocca venendo da Balconevisi. Come tutti i sentieri in terra battuta, sono soggetti al dilavamento della pioggia che può provocare dei solchi insidiosi sul percorso, la strada non è, per ovvi motivi trafficata, non è escluso di potersi imbattere nel passaggio di macchine agricole, ancor più in altri biker's o persone a piedi, quindi occhi ben aperti!!
Ciò premesso, affrontarla è davvero elettrizzante, specie se fatta in compagnia di altri biker's, vi troverete a inseguire o spalleggiare altri compagni d'avventura, tra frenate e nuvole di polvere vi berrete in un sorso i metri che vi condurranno a fondo valle.
Gargozzi-Comune: 
La salita circa a metà strada, qui le pendenze vanno oltre il 25%!
distanza: **
dislivello: **
pendenza media: ****
pendenza massima: *****
fondo: asfalto dissestato, il tratto finale e su selciato in laterizio e scalini (impercorribili) in mattoni.
bici consigliata: mountain bike
in salita: nonostante sia breve presenta pendenze estreme, non sono mai riuscito a ricavarne un dato certo dal mio gps tanto è bassa la velocità nel tratto più duro che ne potrebbe inficiare l'attendibilità, volendo fare una stima in difetto, indicherei in un 25% la pendenza massima.
la terribile rampa finale
Chiunque abbia gambe buone e riuscisse a superare questo tratto, fin qui su asfalto, dovrà confrontarsi nei metri finali con una pendenza ai limiti del possibile su di un selciato in laterizio fortemente sconnesso, e se anche quest'ostacolo non bastasse a cedere il passo ad una sfida così border line, ci penseranno gli ultimi gradini, che diverranno inesorabilmente un ostacolo insormontabile (roba da Brumotti).
in discesa: fatti a piedi i primi scalini, ci si para d'innanzi una insidiosissima discesa su selciato antico in grande pendenza e sconnesso, caldamente sconsigliato da farsi in sella quando bagnato o ancor peggio ghiacciato, dopodichè c'è il tratto su asfalto, anch'esso da affrontare con la massima attenzione, qui si possono anche incrociare della auto, e le pendenze notevoli aumentano gli spazi di frenata!
Gargozzi-Finanza:
La curva più impegnativa
lunghezza:**
dislivello:**
pendenza media:***
pendenza massima: ****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: corsa, gravel, mountain bike
in salita: Gargozzi, ovvero, via della Vecchia Fornace, conosciuta anche come de "la finanza"  (per via che in passato appunto vi si trovava una caserma della GdF in corrispondenza del suo innesto, a monte, con via Carducci) è nella realtà poco più di un breve strappo, eh già! Breve ma intenso però!! Qui il rilevatore di pendenza infatti parla chiaro, indicando dei tratti anche oltre il 20%!! Tutta su asfalto, e non potrebbe essere altrimenti! Nonostante la sua brevità è una salita solo per pedalatori con molto fiato e buone gambe, contrariamente si rischierebbe di dover spingere la bici a mano!  
in discesa: l'insidia maggiore è data in primo luogo dalla pendenza, quindi degli spazi di frenata, necessità quindi di particolare attenzione specie nei mesi invernali dove l'asfalto può essere viscido se non addirittura ghiacciato, specie nell'ultima curva prima del rettilineo finale, da non dimenticare che si tratta la strada è aperta alle auto e normalmente trafficata.
Grillo:
lunghezza:***
dislivello:
pendenza media: ***
pendenza massima:****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: indiferrente
in salita: da via Landeschi, traversa di destra della Tosco Romagnala da La Scala verso Ponte a Elsa, si sale per l'abitato di Sant'Angelo, la strada qui s'inclina  moderatamente, poi  dopo un tratto pianeggiante inizia a risalire e questa volta le pendenze si fanno aspre, superando  tranquillamente punte del 20%, tornando a spianare solo in corrispondenza delle case del "Grillo", qui la strada continua fino a Calenzano salendo con pendenze meno dure ma pur sempre nell'ordine del 10%.
in discesa: la strada è aperta al traffico e quindi necessita di un'ovvia attenzione, la sezione del tracciato piuttosto insidiosa è rappresentata dai tornantini poco fuori dalle case del "Grillo", l'asfalto qui, in caso di fondo bagnato o umido a causa anche dell'elevata pendenza possono risultare fonti di pericolo. 
L'Immaginetta:
lunghezza:***
dislivello:
pendenza media:***
pendenza massima:**
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: bdc o mtb indifferentemente
in salita: si imbocca da via di Chiecinella/Palaia, essa si sviluppa totalmente su fondo asfaltato e conduce alla frazione di Marti nel comune di Montopoli Val d'Arno; i primi 200/300 m pressochè pianeggianti, lasciano spazio successivamente ad un tratto di salita piuttosto impegnativo, caratterizzato da una serie di 4 tornati corti in rapida successione, è utile conoscerla poichè apre la via a vari itinerari da seguire, (specialmente per chi ama la mtb) fra i comuni di Montopoli e Palaia. Non rientra certo fra le salite impossibili, ma ad ogni modo richiede una preparazione adeguata per non rischiare di arrivare in vetta con la lingua che lecca i piedi!
in discesa: E' una strada aperta al traffico, i tratti più insidiosi sono in corrispondenza dei tornanti, questi si presentano irti e con scarsa visibilità, nei mesi invernali, visto che il traffico è sporadico ha tutto il tempo di sviluppare sul fondo un insidioso affioramento di borraccina.
Guerriera (o del Tesorino): 
lunghezza:***
pendenza media:***
pendenza massima:****
difficoltà tecnica:***
fondo: sterrato, su ghiaia e terra
bici consigliata: mtb
in salita: all'altezza degli impianti d'imbottigliamento dell'acqua Tesorino, lascinado l'asfalto e proseguendo per la strada sterrata di fondo valle che costeggia sia a destra che a sinistra degli alberi di melo, dopo circa 0,5 km svolteremo a destra per un viottolo di campagna, dopo aver attraversato un tratto pianeggiante ai piedi d'un poggio che ci si para innanzi, iniziamo a salire subito con pendenze di tutto rispetto, rese ancor più insidiose da un fondo dissestato; la salita continua con una serie di curve secche con cipressi che orlano il bordo della carrareccia, è difficile potersi alzare sui pedali per via del fondo in alcuni tratti friabile, quindi tutto si gioca su rapporti corti, terminata la salita la strada spiana per andare a ritrovare la via asfaltata Montopoli-Montebicchieri (via Uliveta).  
in discesa: La strada seppure isolata porta a delle abitazioni, non è escluso anche se raro il transito di auto, più probabile quello di mezzi agricoli, ciò detto l'insidia principale è il fondo incoerente che implica un anticipo adeguato della pinzata se non si vuol correre il rischio di frenare lunghi, è pure importante assecondare le asperità della stradella che consta di scoli trasversali dell'acqua.
L'Inferno:
ai piedi della salute
lunghezza: ***
pendenza media: 10%
difficoltà tecniche: **
fondo: asfalto al 100%
bici consigliata: indifferente
in salita: il nome non lascia presagire niente di buono, effettivamente la salita è cattiva, e non perchè ecceda nei numeri, intendo dire lunghezza o pendenza, ma per il mix con i quali questi numeri si mescolano, la difficoltà sta' nell'affrontare dopo tratti di pianure una salita che cambia continuamente ritmo, con pendenze discontinue che spezzano la pedalata, che illudono nella ripartenza e che ti inchiodano subito dopo, se per un biker allenato non desta particolari preoccupazioni, potrebbe riservarne a coloro che si accingono ad addentrarvisi con poche gambe e polmoni.
in discesa: la strada essendo dritta, infonde per la sua apparente facilità sicurezza e può indurre a rilassare le dita dalle leve dei freni, tuttavia bisogna tener presente il fatto che questa è aperta al traffico, e che ogni eventuale imprevisto dovesse pararcisi davanti a velocità eccessiva, potrebbe ridurre pericolosamente i tempi di reazione in frenata. Per la cronaca la via ricade nel territorio comunale di Montopoli in Val d'Arno.
Mandrie:
lunghezza:****
pendenza:****
difficoltà tecnica:***
fondo:misto fra ghiaia, terra battuta.
bici consigliata: mountain bike
in salita:indubbiamente un'ascesa per niente facile, riservata a biker's con un allenamento consolidato;questa si imbocca dai piedi della Barbinaia, in corrispondeza di Casa Barbinaia ma sul versante opposto, in territorio di Palaia oltrepassando una catena. La strada inizialmente inghiaiata sale subito e si mantiene in pendenza per gran parte del tracciato, giunti poco oltre metà tracciato la strada spiana, e scavalcata un'altra catena ci si immette in un single track immerso nel verde che arriva, ormai sul finale, ai piedi di una pettata che difficilmente potrà essere affrontata stando in sella tanto si impenna e per di più su terreno molto dissestato.
in discesa: se in salita le catene non rappresentano un pericolo ma solo la noia di dover scendere di bici per scavalcarle, in discesa diventano estremamente pericolose, invisibili fino a pochi metri possono causare cadute rovinose!! come in tutte le discese sterrate e non massima attenzione, qui a maggior ragione!
Masso
il fondo, così come si presenta quand'è asciutto
l'erta, quasi inghiottita dalla vegetazione
lunghezza: ***
dislivello: ***
pendenza media: ***
pendenza massima: ***
difficoltà: ****
fondo: in terra compatta, dissestato; con notevole presenza di fango in concomitanza di forti precipitazioni.
bici consigliata: mountain bike
in salita: giunti a Bucciano dalla strada asfaltata, si prosegue seguendo le indicazioni su sterrato per l'agriturismo il Paradiso della natura, arrivati però in corrispendenza della strada asfaltata in discesa (descritta anche in questo post come "Bucciano dal Paradiso della natura"), si ignora proseguendo oltre a diritto sempre su sterrato, d'innanzi  ci si  prospetta un modesto poggio ricoperto da folta vegetazione, la salita, scevra di pendenze esasperate, è tuttavia gravata da un fondo pesantemente dissestato, la sua percorribilità è resa difficile dalla presenza di avvallamenti, scoli delle acque piovane, radici e fogliame, oltre a rami ed erbe infestanti che possono pregiudicarne un'agevole percorribilità, la situazione si fa oltremodo proibitiva qualora ci trovassimo in concomitanza di forti precipitazioni. 
in discesa:
Marzana:
profilo altimetrico
lunghezza: 0,67 km
dislivello: 87 m
pendenza media: 13%
difficoltà tecnica:**
fondo:asfalto al 100%
bici consigliata: se l'obiettievo e solo quello di arrivare in cima va bene anche la bici da corsa, per proseguire invece mountain bike.
in salita: questa salita mi fa venire a mente l'aneddoto di un cicloamatore di zona che, alla sua prima uscita in sella fu portato con l'inganno da degli "amici" ad affrontarla  per la prima volta senza un minimo di adeguata preparazione, Marzana non è una salita impossibile, ma se fatta senza qualche bel chilometro nelle gambe, può trasformasi in un calvario! Inoltre è priva di zone d'ombra, quindi, specie nel periodo estivo, il sole può diventare l'ulteriore nemico con cui dover fare i conti, pronto a cuocerti sulla graticola!
in discesa: è una strada aperta al traffico, sporadico in verità, ma per questa ragione ancor più subdolo, la macchina può spuntare all'improvviso dietro una curva senza visuale, quindi occhi ben aperti e mani sui freni.
Meleto:

lunghezza:***
pendenza media:***
pendenza massima:***
difficoltà tecnica:**
fondo: strada bianca
bici consigliata: mountain bike
in salita: la salita di Meleto è ubicata nel Comune di Castelfiorentino, vi si accede da via della Dogana; andando verso Castelfiorentino rimane sulla destra, appena prima di un complesso abitativo (ex tabaccaia), questa, completamente sterrata, è una classica strada bianca tipica della campagna Toscana, è una variante meno dura rispetto all'ascesa originale, ancora riconoscibile dalla lunga doppia fila di cipressi che portano alla soprastante fattoria di Meleto appunto.
Non è durissima, ma comunque occorre affrontarla con qualche chilometro sulle gambe, anche perché questa è la prima salita di una serie che troverete lungo questo itinerario, indubbiamente fra tutte questa è sicuramente la più impegnativa, ma non è ne l'unica ne l'ultima, a titolo di informazione, proseguendo sulla via di Meleto, all'altezza di Campriano, incrocerete con la via Francigena.  
in discesa: Essendo caratterizzata, in almeno 4 frangenti da curve strette, talvolta con bassa visibilità, e viste anche le condizioni del fondo, caratterizzato da ghiaia, occorre modulare la velocità poiché la strada è normalmente transitata con automobili.

Montebicchieri:
lunghezza:***
pendenza media:***
pendenza massima:****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: indifferente
in salita: si presenta come una rampa di media lunghezza senza tornanti ne curve esasperate, importante è invece il fattore pendenza con punte intorno al 15%, si dimostra sempre un'ascesa ostica specie se affrontata a muscoli freddi, rientra nel circuito delle ascese classiche della zona, spesso rientra nel tracciato delle escursioni del fine settimana, utile raccordo per la macchia al confine fra San Miniato e Montopoli in val d'Arno. 
in discesa:è una discesa da ingaggiare con la dovuta cautela, la strada è aperta al traffico e invità a prendere velocità, tuttavia all'altezza delle case del Palagio è presente una curva verso sinistra con scarsa visibilità e che potrebbe essere fonte di pericolo per ostacoli improvvisi.
Moriolo (dal Genovini)
lunghezza:***
pendenza media: ***
pendenza massima: ****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: bdc e mtb
in salita: in corrispondenza del ristorante-albergo Genovini, dove la strada forma un angolo retto, s'inerpica sulla collinetta sovrastante allo sparuto gruppetto di case la strada che sale verso quello che in antichità era conosciuto come il passo di Morioro (oggi Moriolo).
La salita, per chi ha gambe e fiato non dovrebbe rivelarsi eccessivamente dura, ma ad ogni modo non è neppure una di quelle da prender sotto gamba.
Essa in realtà è caratterizzata da due spezzoni piuttosto distinti, il primo caratterizzato da una serie di curve e brevi rettilinei in sequenza, che termina in corrispondenza del chiesino di Sorrezzana, qui la strada spiana, per poi tornare ad inclinarsi nuovamente nel rettilineo finale fino a giungere allo scollinamento di Moriolo.
in discesa: la strada è aperta alle automobili, non è tecnicamente difficile, ma per quanto appena detto necessita di essere affronattata con la dovuta prudenza.
Moriolo (da Enzi): NOVITA'
lunghezza: 750 m
pendenza:***
pendenza massima: ***
difficoltà tecnica:***
fondo: 100% asfalto parzialmente dissestato 
bici consigliate: corsa, gravel, mountain bike
in salita: scendendo da San Miniato in direzione La Serra, all'altezza del bivio in località la Borghigiana, si svolta a sinistra, meno di un chilometro e la strada inizia a inerpicarsi sulla collina verso il piccolo nucleo di Moriolo. 
L'ascesa non presenta pendenze impossibili, anche se comunque degne di rispetto, il fatto è che per quelli della zona è una delle prime salite quanto si inizia un giro o una delle ultime quando si è sulla via del ritorno, quindi con la di Lei Signora si incrociano i guantoni o quando i muscoli sono ancoro freddi è mezzi addormentati oppure quando al contrario sono ormai cotti a puntino.    
in discesa: l'ultima curva che svolta repentinamente a destra va affrontata con l'opportuna prudenza più che altro in considerazione del fatto che la strada è normalmente percorsa da veicoli.
Moriolo (da Mugnana e Scorno)
Muraccio: 
lunghezza:***
pendenza:***
difficoltà tecnica:***
fondo:terra battuta con fogliame
bici consigliate: mtb
in salita:il Muraccio si imbocca, venendo da San Miniato in direzione La Serra, svoltando subito a destra all'angolo dell'edificio del bar Arzilli in località la Borghigiana, la salita, di fatto un single treck, è al momento interrotta da una frana, comunque oltrepassabile con un breve tratto di bici a spalla.
E' una variabile per salire a San Miniato
in discesa: sulla via delle Colline, se la memoria non m'inganna segnalata anche con un indicazione detta giust'appunto "Muraccio" si procede verso valle costeggiando da prima un vecchio edificio in mattoni sulla destra in evidente stato d'abbandono e in seguito oltrepassando a piedi una catena, ci buttiamo giù in mezzo in un single treck all'interno di una boschetto.
Purtroppo l'unico intoppo è la frana precedentemente accennata che ne spezza, più o meno a metà tracciato, la scorrevolezza originale, pazienza! Vale comunque la pena inserirlo di quando in quando in qualche uscita. 
Paesante: NOVITA'
lunghezza: 300 m
pendenza:***
pendenza massima: ****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto dissestato 100%
bici consigliate: corsa, gravel, mtb
in salita: da località Molino d'Egola verso frazione La Serra, troviamo l'ingresso di via Paesante e da qui per l'omonima salita sulla sinistra, 50 m prima del ponte che oltrepassa il fiume Egola.
Dopo gli iniziali metri in leggerissima ascesa, d'un tratto, in corrispondenza di un tornantino secco che svelta a destra, la strada s'impenna con pendenze velenose, nell'ordine del 20%, non dura molto, ma tanto basta a togliere il respiro e pugnalare a tradimento i quadricipiti, fatti circa 200 m la strada torna addomesticabile e proseguendola, in pochi chilometri, va a ricongiungersi con la via delle colline che da Cigoli porta a San Miniato. 
in discesa: il tratto velenoso che a salire troviamo per primo, qui è lasciato come il gran finale a sorpresa! Sull'impeto infatti della velocità acquisita pochi metri prima complice anche un fondo tutto sommato facile, si rischia di arrivare al tornantino incapaci di tirare le leve del freno con quel necessario anticipo che consente di non fare un liscio nel campo sottostante. Ovviamente la strada è aperta al traffico!  
Palaia: 
profilo altimetrico
lunghezza: 2,46 Km
dislivello: 134 m

pendenza media: 5,5%
pendenza massima: 11%
difficoltà tecnica: visibilità limitata
fondo: asfalto
bici consigliate: bicicletta da corsa
in salita: è una salita cruciale nel comprensorio; usata spesso dai ciclisti che gareggiano come palestra d'allenamento per le sue particolari caratteristiche, è anche importante poichè unisce la Valdarno inferiore con la Valdera che passando appunto per il pittoresco borgo di Palaia apre ai cicloamatori dei bellissimi itinerari.
Inizia con pendenze moderate e lineari per inasprirsi invece nella parte centrale, spesso si è portati a considerare terminata la salita al cartello di Palaia, ma in realtà lo scollinamento è almeno 200 metri più avanti.
La strada si sviluppa fra tratti soleggiati e, quasi in egual misura, immersi nell'ombra
in discesa: non è una strada particolarmente pericolosa, il fondo è in discrete condizioni, l'insidia peggiore è la scarsa visibilità in alcune curve, è scorrevole e, ovviamente aperta al traffico veicolare.
Pentola 
lunghezza:**
pendenza:****
difficoltà tecnica:***
fondo: asfalto
bici consigliata: indifferente
in salita: E' una salita breve ma ostica fin dall'inizio, con pendenza superiori al 12%, che aumentano strada facendo fino a toccare punte del 20%, nel finale spiana fino a giungere nell'abitato di Calenzano, poco utilizzata dai ciclisti per la sua posizione piuttosto defilata rispetto alle classiche direttrici vale comunque di quando  in quando inserirla nelle escursioni sia per motivi paesaggistici, sia per questioni puramente di allenamento.
in discesa: essendo una strada aperta al traffico con forti pendenze e curve pericolose, occorre affrontarla con notevole attenzione.
Poggio a Isola
appena fuori dall'abitato di Poggio a Isola
lunghezza:***
pendenza:***
difficoltà tecnica:***
fondo: asfalto 15%,terra e materiali di riporto 85%
in salita: uscendo dall'abitato di Ponte a Elsa, costaggiando il fiume verso monte, ci si dirige incontro al nucleo abitato detto appunto di Poggio a Isola, in prossimità di un deposito edile inizia la prima erta su fondo asfaltato che al suo culmine, taglia in due il gruppo di case e che determina anche la fine dell'asfalto, pochi metri di falso piano ed è di nuovo salita e sterrato. Si prosegue dritti, la strada segue l'andamento del crinale  e non presenta in verità pendenze impossibili, quel che più dovrebbe preoccupare è il fondo, fatto di terra battuta, calcinacci e pietre lisce affioranti che un po' per l'effetto della pioggia e un po' per il passaggio di cingolati agricoli, è perennemente malconcio, niente di estremo intendiamoci! Giunti in prossimità di una casa con piscina a sinistra, la strada torna per qualche altro metro pianeggiante, per poi ritornare a salire con un fondo sempre dissestato, per gli amanti del paesaggio, qui si gode di una visuale pregevole, sia sul fiume, che sull'antico borgo di Canneto e anche oltre.
Finito anche questo tratto, la strada torna a spianare fino a sbucare ai piedi del Poggio Tagliato.  
E' percorribile pressochè tutto l'anno, è totalmente esposta al sole e al vento.
in discesa: si presenta insidiosa, infatti non avendo tornanti o curve, e dando l'apparente convinzione di essere una discesa facile vi invita a correre a rotta di collo, il rischio invece è quello di romperselo davvero il collo; piccoli dossi, scoli dell'acqua, pietre affioranti, pietrisco, sono infatti tutti potenziali pericoli se non si ha prontenzza di riflessi nel valutare gli ostacoli e nel tenere le dita sui freni, la strada non sarebbe carrabile, ciò non esclude di vedersi venire incontro trattori o fuori strada, quindi come sempre antenne ritte!!!
Purgatorio
lunghezza:**
pendenza:****
difficoltà tecnica:****
fondo:terra con fondo smosso e materiale di riporto.
in salita: senza mezzi termini è una salita difficile, si trova nel territorio  comunale di Montopoli Val d'Arno, inserita spesso nel tracciato della XC del trofeo 10 Comuni, la salita è poco più di uno strappo in fuori strada, ma le pendenze sono brutali accompagnate da un fondo smosso,
il sentiero sale repentinamente dentro un'oliveta, risulta arduo mantenersi in sella per via del brutto fondo che non ammette errori sulle traiettorie da individuare con perizia. 
in discesa: non ho esperienza diretta su questa discesa, in egual modo valgono le regole già elencate per le altre, con un'attenzione maggiore al fonto incoerente e alle curve repentine. 
Romilda1
lunghezza: ***
pendenza media: ***
pendenza massima: *****
difficoltà tecnica: ****
bici consigliata: mountain bike
fondo: terra, erba
in salita: io definisco con questo nome, Romilda 1 cioè, la viottola sterrata che in prossimità della curva del Genovini, sale verso via di Bramasole. 
In prossimità della curva a gomito del Genovini appunto, fatti pochi metri in direzione Corazzano, troverete una stradella di campagna in prossimità di un'abitazione alla vostra sinistra, per circa 200 m essa procede nel fondo valle completamente pianeggiante, poi, d'improvviso vi si parerà davanti una collinetta, per affrontarla avrete 2 possibilità, in ambedue i casi i sentieri convergeranno nello stesso punto un centinaio di metri più avanti.
Difficile dire quale sia la meno dura, probabilmente quella a sinistra, essa si immette dentro un boschetto e va su con pendenze meno estreme, l'altra invece è ben visibile e s'inerpica nella direzione di massima pendenza del colle, quest'ultima soluzione è davvero temibile, il fondo è tormentato da canali insidiosi scavati dalla pioggia, il terreno è friabile quando è asciutto e viscido se bagnato, non si può sbagliare a mettere le ruote nell'ideale giusta traiettoria, diversamente si dovrà spingere la mtb a piedi; potenza e resistenza sono essenziali, ma non si deve difettare neppure in tecnica, qui è tutto un gioco d'equilibrio! Dopo la prima rampa, con pendenze oltre il 20%, il sentiero spiana leggermente e si ricongiunge con la variante precedentemente accennata, pochi metri per riprendere fiato e s'inizia il secondo round, non lunghissimo ma il tema di pendenza/difficoltà tecnica non cambia, ancora qualche pedalata e il sentiero, in precedenza caratterizzato dalla terra battuta, si fa erboso e meno aspro, giunti in cima si intercetta la bella via di Bramasole, a destra si aprono più varianti, (es.Collegalli, Gello etc) a sinistra Moriolo.
in discesa: Sinceramente non ricordo di averla mai fatta, ad ogni modo, scongiurato il pericolo auto, ci si potrebbe imbattere (potenzialmente) in qualche mezzo agricolo, l'insidia ovviamente maggiore sono gli scoli dell'acqua piovana e le contro-pendenze del terreno, anche in questo caso il fattore tecnica diventa predominante.
Romilda 2 
San Baronto (da Lamporecchio)
Profilo altimetrico

lunghezza:  4 km
dislivello: 269 m
pendenza media: 6,7 %
pendenza massima: 11 %
fondo: asfalto 100% ottime condizioni
bici consigliata: bicicletta da corsa
in salita: uscendo dall'abitato di Lamporecchio si procede secondo le indicazione per San Baronto incontro ad una salita tutt'altro che facile!
Contrariamente alla più gettonata parente che sale dal versante di Vinci con un notevole sviluppo chilometrico e mediocri pendenze, questa ne è l'esatto opposto, la distanza da coprire è circa un terzo dell'altra, ma in maniera proporzionale triplicano anche le pendenze, che in alcuni punti passano il 10%.
Il segmento in questione, che farà da palcoscenico al Campionato del Mondo di Ciclismo su strada 2013 si presenta con un fondo in ottime condizioni, è per la quasi totalità esposto al sole con curve marcate e lunghi tratti dritti.
Per affrontarla ci vuole gamba e testa, specie nel giornate calde, dove la velocità d'ascesa sarà bassa e il sole picchierà inclemente sulla testa.
in discesa:   è veloce, molto veloce! Secondo me un buon discesista qui può raggiungere anche i 90km/h!! Il fondo, come detto in precedenza è davvero in ottime condizioni, si deve prestare naturalmente la massima prudenza a causa delle curve ceche, della forte pendenza e delle auto.     
San Baronto (da Vinci)
lunghezza: 12 km
dislivello: 280 m
pendenza media: 2,3 %
pendenza massima: circa il 5%
fondo: asfalto 100% buone condizioni
bici consigliata: bicicletta da corsa
in salita: per gli amanti della bicicletta da corsa del circondario, la salita del San Baronto è la salita per antonomasia; definita da taluni anche la salita dei principianti questa non presenta pendenze impegnative, si può salire anche di moltiplica, e i più allenati non faticheranno a raggiungere velocità considerevoli, peraltro risulta essere una buona palestra per fiato e gambe, vista la sua lunghezza, che di fatto è la principale difficoltà al quale si va incontro nonché il suo maggior pregio.
Per chi proviene dal Valdarno si deve raggiungere il pittoresco e quanto mai celeberrimo borgo di Vinci (FI); una volta attraversato tutto l'abitato inizia di fatto la salita, con uno strappo dalle pendenze significative, (nell'ordine del 10%), denominata "salita del Ragnaino" che si conclude poche decine di metri più avanti in prossimità di un frantoio; ci manteniamo sulla sinistra, da qui in poi la strada procede con tutta una serie di curve e rettilinei, con pendenze che oscillano tra il -1% e il 6%, in alcuni tratti infatti la carreggiata può anche essere in leggera discesa.
Lo scenario che si spalancherà ai vostri occhi è veramente suggestivo, il tragitto si apre infatti ad ampio raggio sul panorama della sottostante valle dell'Arno;  talvolta immersi nell'ombra, altre volte esposti al sole, si sale senza troppe difficoltà, l'insidia maggiore è la lunghezza, che lentamente potrebbe prosciugare i muscoli, esponendovi a insidiosi cali di energia.
Nell'ordine attraversiamo gli abitati di Salvino, Fornello, Porciano, Papiano ed infine San Baronto, dove è possibile rifocillarsi presso gli esercenti qui presenti, giunti sulla sommità del promontorio, proseguendo dritti si arriva a Quarrata (PT), scendendo a sinistra invece arriviamo a Lamporecchio (PT).
in discesa:  non bisogna mai abbassare la guardia! In discesa infatti si possono raggiungere anche notevoli velocità, indubbiamente l'ampia carreggiata e un fondo in buono stato invitano la lepre a correre! Inutile sottolineare che la strada è costantemente transitata dalle automobili, che talvolta sono portate a tagliare le curve, la visibilità in alcuni tratti è limitata; in sintesi bella e divertente ma la prudenza al primo posto!
San Miniato (da La Scala)
lunghezza: 1,8 km
dislivello: ca.120 m
pendenza media: ***
pendenza massima: ***
fondo: asfalto 100% buone condizioni
bici consigliata: corsa o mountain bike indifferentemente
in salita: all'incrocio semaforico de La Scala si prende per San Miniato, la salita inizia in corrispondenza di un ex stabilimento per l'imbottigliamento delle acque, si prosegue senza eccessive difficoltà passando nell'ordine i nuclei abitati di Nocicchio, San Lorenzo e il Poggio, dell'intera salita questo è il tratto più impegnativo, ma nell'insieme l'intero tracciato non desta particolari preoccupazioni a chi abbia almeno un minimo di allenamento; in corrispondenza del bivio (la direzione è obbligata) la strada diventa quasi pianeggiante fino all'altezza della caserma dei Carabinieri, si prosegue in salita, sempre moderata e senza discontinuità fino ad arrivare ad una rotatoria, si continua a destra per incontrare due larghi tornanti prima a sinistra e poi a destra che in prossimità del piazzale D.Alighieri conclude l'ascesa.
San Miniato (da via Fontevivo)
San Miniato (da Viale Dalmazia)
Profilo altimetrico

lunghezza:1,1 km
pendenza media: 7%
pendenza massima: 12%
fondo: asfalto in buone condizioni
bici consigliata: bicicletta da corsa
in salita:  è la via principale per giungere a San Miniato per chi proviene dalla Borghigiana (l'alternativa è la ben più dura Gargozzi-Finanza), eccezion fatta per i primi 100 m, la strada è tutta esposta al sole, un handicap non secondario per chi intende affrontarla nel periodo estivo, è breve, ma se la si affronta nel finale di un giro può essere una stronca gambe, peraltro tende ad inasprire le pendenze nel tratto finale, prima cioè di incrociare sulla sinistra la strada che proviene dalla frazione  di Cigoli, da qui la strada continua ancora per altri 200 m, ma ormai le pendenze più dure sono alle spalle.
in discesa: veloce e moderatamente tecnica, presente una doppia semicurva a sinistra e due curve a gomito la prima a sinistra e la seconda a destra, in particolare la prima curva a gomito preclude la visibilità di eventuale auto che vengono in su!
San Miniato (da via Aldo Moro):  
San Miniato (da la Catena)
San Quintino (da Cafaggiolo)
San Quintino (da sotto Pentola):
Santa Lucia: NOVITA'
lunghezza:****
pendenza media:****
pendenza massima:*****
fondo:asfalto 60% sterrato 40%
bici consigliata: mountain bike 
in salita: siamo nel comune di Vinci (FI), la salita inizia in prossimità del parcheggio antistante la casa natale di Leonardo, prima di iniziare questo tratto, uscendo da Vinci potete decidere di arrivarci per due strade, anch'esse in salita.
La prima (di gran lunga la mia preferita), poco oltre le case di Vinci, si imbocca a destra (Via Belvedere), una strada stretta, inizialmente asfaltata e in forte pendenza (nell'ordine del 18%) che si va attenuando 100 m più avanti per divenire poi sterrata, con fondo aspro e pietroso, usata anche dai turisti a piedi per recarsi alla casa del genio. 
La seconda (via d'Anchiano), perfettamente asfaltata, carrabile, si imbocca procedendo circa 600 m dopo le case di Vinci in direzione San Baronto, non si può sbagliare in quanto riporta le indicazioni per la casa di Leonardo. 
Lasciandovi alle spalle la casa di Leonardo, si aprono tre vie, a destra si va a Faltognano, a sinistra verso Sant'Amato, a diritto, che poi qualla che interessa a noi, per Santa Lucia.
Si inizia subito con una rumba da non scherzare, su asfalto, con pendenze impegnative, nell'ordine del 10-15% che non lascia spazi per riprendere fiato, anzi, prima di entrare nell'agglomerato di case sparse di Santa Lucia si arriva tranquillamente al 20%, in tutto sono circa 700 m di faticaccia. Avendo come meta ultima Santa Lucia, la salita finirebbe qui, nella realtà il giro classico è proseguire innanzi, ad esempio per il leccio monumentale di Faltognano  da dove si può godere, oltre che la bellezza della maestosa pianta, anche di un amplissimo panorama su la valle dell'Arno, i promontori delle Cerbaie e parte della Valdinievole.
Fuori da Santa Lucia, la salita si facile per un breve tratto, giusto per alleggerire le gambe, ma l'illusione dura poco, al primo bivio si procede a destra, incontrovertibilmente in salita, e seppur in condizioni di fondo leggermente peggiori rispetto al tratto appena concluso, ancora su asfalto, indicativamente per un altro mezzo chilometro, immerso totalmente nel folto della macchia, e con la salita ricomincia anche la rumba!
Le pendenze sono senz'altro inferiori a quelle de primo tratto, ma non scherzano nemmeno queste, il 10% è una costante e sforare questo valore è un'attimo!
finito l'asfalto, sempre nell'ombra del bosco si procede su sterrato, a tratti terroso a tratti su lastroni di roccia, tutto sommato ben percorribile, anche in inverno per la natura stessa del terreno che non si attacca alle ruote. 
Dopo un'ulteriore mezzo chilometro la salita giunge al suo epilogo, da qui gli itinerari si sprecano, lasciando a voi il piacere della scoperta delle meraviglie nascoste del Montalbano.  
in discesa: non credo di aver mai affrontato in discesa questo tratto, le precauzioni sono le stesse di sempre, tutta la via è, almeno potenzialmente carrabile, attenzione particolare al tratto in discesa fuori dall'abitato Santa Lucia per le forti pendenze e i lunghi tempi di reazione nella franata, specie su fondo bagnato! 

Tabaccaia:
lunghezza:**
pendenza media:***
pendenza massima:****
fondo:asfalto 80% sterrato 20%
bici consigliata: mountain bike
in salita: da La Serra verso il Tesorino, in corrispondenza del confine naturale tra i comuni di San Miniato e Montopoli val d'Arno, coincidente col torrente Chiecina, c'è sulla sinistra la strada che porta alla vecchia tabaccaia (una struttura in un'evidente stato di abbandono), all'altezza della stessa, subito dopo il gruppetto di case con le quali confina, inizia senza troppi complimenti questa pettata, il suo sviluppo non è eccessivamente lungo, tuttavia le pendenze iniziano e si mantengono dure quanto meno nella frazione asfaltata, per spianare un po' non appena inizia lo sterrato e inasprirsi di nuovo nel pezzo finale, conoscere questa strada risulta utile, poiché da qui si possono iniziare delle escursioni con molteplici varianti.
in discesa:non è da sottovalutare la sua difficoltà, specie nel tratto asfaltato, qui la strada è dritta, senza curve, ciò favorisce un rapido aumento della velocità, tuttavia la visuale è limitata e la possibilità di trovare auto che ci vengono incontro non è affatto remota, in inverno specialmente il fondo si fa viscido, attenzione!!
Toiano:

l'inizio dell'erta di Toian Vecchia
lunghezza: 1,7 km
dislivello: 175 m
pendenza media: 10%
pendenza massima: 15%
difficoltà tecnica:***
fondo:sterrato con pietrisco 100%
bici consigliata: mountain bike
in salita: Non è una salita propriamente nelle vicinanze, trovandosi infatti sul versante sud del comune di Palaia, ma vale la pena inserirla in questa pagina e ancor più nei giri in bici per le sue peculiarità nonchè per la bellezza dei luoghi toccati, è indubbiamente una salita che lascia il segno, da quando si inizia a pedalare fino alla fine ca.2 km più in su, non da tregua, si mantiene costantemente quasi sempre oltre il 10% su fondo di pietrisco che obbliga a stare sempre seduti, tutto il suo sviluppo è esposto al sole e/o al vento, niente ombra! Da provare ma con un bel  po' di allenamento sulle gambe.
in discesa:
Raramente mi è capitato di affrontare questa strada in discesa, tuttavia vale la pena fare le seguenti considerazioni: 1) la strada, seppure con sporadici passaggi, è aperta al traffico, 2) il fondo è su ghiaia e brecciolino, spesso con tratti dissestati ,3) l'andamento della strada include dei tornanti. Ovviamente in base a quanto appena detto dovranno essere per la guida, le precauzioni del caso.
note aggiuntive:(11 maggio 2013) in risposta alla richiesta di "Nibali - San Baronto", devo premettere che personalmente non ho mai affrontato la strada bianca di Toiano con una bicicletta da corsa ne in salita ne in discesa, posso tuttavia affermare che due miei amici di scorribande, una volta, per accorciare la distanza di rientro verso casa dopo un giro su asfalto, decisero di tagliare proprio per questa strada facendola in salita e portando se stessi e le proprie bici indenni allo scollinamento! Ciò ne garantisce la fattibilità, quanto meno a salire! Ad onor del vero il fondo non è in condizioni perfette, ed affrontare la strada, specialmente in discesa potrebbe facilmente esporre i ciclisti al rischio di cadute e/o danni meccanici, a questo proposito conviene, in caso si decida di inserire il segmento all'interno di un giro, effettuare un sopralluogo, infatti le intense piogge dell'inverno e la manutenzione approssimativa possono aver ulteriormente danneggiato la strada. Concludo, facendo presente che nelle immediate vicinanze della strada di Toiano, nella valle sottostante che porta verso l'abitato de La Sughera, c'è un altro lungo tratto pianeggiante sempre su strada bianca, eventualmente da tener presente per arricchire un giro!
Usigliano:
lunghezza:***
pendenza:***
difficoltà tecnica:***
fondo: ghiaia 100%
bici consigliata: mountain bike
in salita: collocata nel Comune di Palaia, non di rado questa salita rientra nei circuiti domenicali.
Si imbocca da una traversa di destra della via Palaiese in direzione Palaia, attraversando un ponticello sul torrente Chiecinella, si inizia a salire su strada bianca fin da subito, la salita si sviluppa su pendenze costanti intorno al 10-12%, per lo più immersa nell'ombra, finirebbe in teoria sullo spianamento in prossimità di un grande cipresso ad un incrocio a T, ma da qui, sia che si decida di andare a sinistra o a destra, la strada continuerà ancora a salire, pur in maniera moderata. 
in discesa: nonostante si tratti di una strada bianca, anche piuttosto dissestata, questa via è percorsa sporadicamente da auto, a tal proposito il rischio maggiore è dovuto alla conformazione della strada, che presenta curve con scarsa visibilità e un fondo che non consente frenate dell'ultimo secondo, piuttosto pericolosa e quindi degna della massima attenzione.