domenica 6 aprile 2014

2^ GRANFONDO DI FIRENZE 30 MARZO 2014



  

prefazione di Fabio Cappelli



Ogni tanto arrivano! Di quando in quando, mentre meno te lo aspetti, come le ormai rare rondini di primavera, o i dischi di Mina! Sono come messaggi chiusi in una bottiglia e affidati all'immenso oceano del web, sono perle dense di vivida sofferenza e immensa soddisfazione, nascono con le gocce di sudore stillate da ogni poro della pelle, da ogni spasmo muscolare appuntati come spilli nella memoria del nostro prode “Capitano”.

In questa bottiglia è arrivato un messaggio da sorseggiarsi piacevolmente come un thè pregiato; intanto c'è un amico, Michele, che ogni volta butta il cuore oltre l'ostacolo, che fa di un'esperienza, di questa esperienza un resoconto al quale tutti possono attingere, trovare ispirazione, carpire consigli o semplicemente riconoscersi dentro di essa, c'è poi un percorso baciato recentemente dalla storia del ciclismo, in queste strade l'iride mondiale ha impresso per sempre il suo sigillo indelebile col passaggio dei suoi più grandi campioni con l'edizione 2013 del Mondiale, e poi c'è lei... Firenze, capoluogo di questa stupenda terra di Toscana, città culla della rinascimento, fulcro universale d'arte e di cultura, i suoi tetti rossi, la cupola del Brunelleschi, la torre di Arnolfo e Ponte Vecchio, hanno riempito i televisori di mezzo Mondo offrendo ai telespettatori uno spettacolo di bellezza incommensurabile ! Michele scrive come se facesse una deposizione, unisce a dei dettagli di natura tecnico-pratica un cocktail di emozioni e piccoli aneddoti che faranno sentire il lettore dentro la gara. Io mi fermo qui e vi lascio alle sue parole









vissuto, ideato e scritto da Michele Musetti

Alè alè alè alè vai vai vai .. s’udia arrancando sull’ardita erta di via
Salviati
a zig zag procedevo onde evitar l’umiliante pied’a terra e rimediar dunque
losca figura al cospetto di cotanta gente che affollava l’ormai mitica
salita
mondiale, ma da combattente ferito da crampi e da orgoglio portai a termine
quella gloriosa e stupenda avventura…..

Domenica 30 marzo sveglia ore 6:00 anche se realmente sarebbero state le
5:00
visto che nella notte era scattata l’ora legale, e giù dal letto per una
colazione leggera, gli ultimi preparativi, la vestizione e la partenza in
macchina (con l’amata bici caricata la sera prima) in direzione di Firenze
zona
Cascine, punto dal quale oltre 2000 ciclisti si erano dati appuntamento per
una
lotta senza precedenti.
Il mio numero di pettorale era il 1625 e mi ero ripromesso di presentarmi
in
griglia quanto prima per non essere sempre fra gli ultimi e precludermi
così la
possibilità di accodarmi eventualmente a gruppi con dichiarati obiettivi di
classifica.
Ebbene ho notato che la GF di Firenze non inizia realmente dal momento in
cui
gli speaker dell’ organizzazione sanciscono il via ai nastri di partenza,
ma
posso testimoniare che le prime bagarre si sviluppano in FI-PI-LI. Avete
capito
bene, in superstrada, inondata fin dalle ore 7:00 da carovane di ciclisti
in
macchine dentro le quali si intravedono benissimo le specialissime
superleggere
arrocchettate nelle relative bauliere.
Arrivo in zona Isolotto, breve capatina al bagno del bar di turno per le
ultime necessità corporee scaturite probabilmente dalla tensione
agonistica.
Preparazione bici e via in griglia. Durante il percorso di avvicinamento in
griglia ho avuto, tra l’altro, il piacere di incontrare un conoscente,
anch’
egli in fase di preparazione, appartenente al gruppo di Santa Maria
“Empolivecchio” destinato poi a fare una gran bella prova nel percorso
lungo,
che comprendeva tra le altre avversità anche i passi del Giogo e della
Futa! Li
mortacci.!..
Bene! Torniamo a noi. Tutto come da programma, ore 8:10 in griglia tra i
primi
degli ultimi, ma con la possibilità di riagganciare fin dalle prime battute
gruppi convintissimi che mi precedevano.
L’organizzazione aveva più volte ricordato, sia su web sia nei minuti
precedenti la partenza che i primi 10 km avevano il solo scopo di
trasferimento
per godersi la passerella lungo le vie del centro storico fiorentino con
tranquillità senza rischiare di tirarci subito il calzino, con sfuriate,
scatti
e volate negli stretti passaggi della città gigliata fino allo Start
ufficiale
posto all’inizio della salita per Fiesole.
Dando ascolto a tali raccomandazioni infatti e come peraltro immaginavo
eccoti il via ufficiale ed eccoti nell’ aria un rumore di pneumatici che
stridevano a cattivo sull’ asfalto, con razzi che mi sfioravano a destra e
a
sinistra. Questa volta non mi sono tirato indietro, e mi sono buttato nella
mischia con l’intenzione di rimanere aggrappato ai gruppi di vertice e
cercar
in tutti i modi di fare una prova da protagonista. Mi fiondavo sul pavè
cittadino con veemenza inaudita e disprezzo del fair play a tutti gli
effetti.
Turisti, passanti, tifosi, appassionati ci applaudivano e ci incitavano.
Era
uno spettacolo nello spettacolo. Piazza del Duomo, via Tornabuoni, i
lungarni,
luoghi magnifici tutti a nostra disposizione. Un serpentone colorato e
variegato che che si districava lungo le vie storiche più importanti della
città. Riuscivo a vivere l’emozione dell’evento in contemporanea
all’adrenalina
sportiva che ne scaturiva.
Ma eccoci all’ inizio della salita per Fiesole, salita che poi continuerà
fino
allo scollinamento di Le Croci. Stavo bene e salivo in scioltezza col 50-21
(forse questo rapportone me lo sono poi ritrovato indigesto a fine gara)
con i
battiti a 160 sverniciando diversi antagonisti, elevandomi a essere
superiore
nei loro confronti, ma con tanti altri che mi riportavano poi alla realtà
surclassandomi nettamente. Così fino a Le Croci riuscendo ad aver mantenuto
quella posizione che mi ero prefissato. Inizio la discesa dove onestamente
ho
delle lacune tecniche e mentali che mi inducono a giocare in difesa e
cercar di
limitare il gap che questa specialità mi riserva. Diversi davanti a me
spariscono a poco a poco curva dopo curva, ma raggiunta la pianura mi resi
conto di esser riuscito a restare alle calcagne di un folto gruppetto che
mi
avrebbe poi aiutato ad affrontare il percorso pressoché pianeggiante, ma
non
esente da vari intervalli ondulati passando dall’ autodromo del Mugello
prima e
percorrendo la strada che costeggia il lago di Bilancino dopo.
Anche se il gruppo che si era formato appariva convinto nella
collaborazione
fra i vari componenti con cambi a intervalli regolari che indicavano la
volontà di voler quantomeno provare a riprendere i gruppi di vertice, se ne
notavano i limiti atletici in quanto la velocità si stabilizzava intorno ai
39/40 km/h e con quell’ andatura era scontato il dilagar del distacco da
chi ci
precedeva. Bivio percorso lungo / corto, il gruppo di circa 40/50 unità si
disgrega e per il corto rimaniamo circa in 30. La collaborazione procede
ancora
e a un certo punto lungo la strada che costeggia il lago possiamo notare in
lontananza, ma parecchio più avanti, pressoché dalla parte opposta della
sponda
(penso a circa 10 minuti) il gruppo di testa con le vetture e le moto al
seguito. Quello era il nostro obiettivo. Tutti ce ne accorgemmo e così si
sprecavano i commenti….dai si ripigliano! …non sono mica tanto
lontani!....ma
poi anche…fino lì ci posso anche arrivare, ma poi mi butto in acqua! …..
stiamo calmi si deve ancora affrontare la salita di Pratolino!.. e così
via..
Certo per me era già una gran bella soddisfazione trovarsi a metà corsa
alle
costole del gruppo di testa…Non mi era mai capitato di essere così tanto
vicino
al cuore di una competizione ciclistica, e me la godevo tutta!!….ma il
distacco
continuava ad aumentare.
Si prospettava all’ orizzonte la salita di Pratolino, culmine dal quale poi
saremmo scesi in picchiata verso Firenze dove ci aspettava il suicidio di
massa
chiamato via Salviati…. Sapevo che si trattava di un muro ostico, ma
cosi!...
Un passo alla volta. Prima Pratolino. All’ inizio dell’ ascesa riuscii a
mantenere, per un buon tratto, una discreta andatura restando con i
migliori
del gruppo, ma col passare del tempo i miei limiti di resistenza fisica si
riproponevano crudelmente come sempre. Inizi di crampi ogni dove mi stavano
terrorizzando, ma cercavo di far finta di niente e continuavo incosciente
nella
mia azione. Brutto errore! Sempre più forti i morsi ai polpacci e al retro
coscia…cercavo di dargli respiro scalando i rapporti, ma quando poi ti
ritrovi
col 36/28 e insisti nel voler scalare ancora, bè allora sei arrivato alla
frutta! Come si dice in gergo hai fatto la botta. Butti l’ancora e speri in
un
qualsiasi miracolo, percepisci il minimo alito nel vento contrario anche se
non
si muove foglia, speri in un minimo tratto di strada che possa spianare e
farti
riprendere fiato e preghi e preghi ancora di arrivare in cima il prima
possibile per poter recuperare la condizione fisica sfruttando la
successiva
discesa, ma più il tempo passa e più vai piano e più vai piano e più ci
vuole
per arrivare in cima, è un serpente che si morde la coda…E ancora non
sapevo
cosa mi aspettasse realmente! Mi vedevo risuperare da tanti, tanti
ciclisti
che avevo fatto fessi! e che pensavo di non rivedere più. In pratica mi
stavo
rimangiando tutto il bel lavoro fatto fino a quel momento. Pazienza,
pensai, ma
poi fanculo esclamai! e dai ancora i crampi, spingevo con la gamba destra
perché avevo i morsi a sinistra, e poi al contrario…e mi continuavano a
superare.. Finalmente il gran premio della montagna e via per la
discesa…..Non
mi ero mai sentito così realizzato come in quel momento…Mentre scendevo non
senza difficoltà pensavo a via Salviati, ultima asperità, ma non ero tanto
preoccupato in quanto dopo molti km di discesa avrei sicuramente recuperato
le
forze per fare quei terribili e soli 600 metri. Pensavo male. Dopo un
percorso
di 90 Km. fatti a tutta e finita questa discesa curva secca a dx
e….ihiihihi…..
cos’è ? una parete di cui non si vedeva la cima. La via era gremita di
gente
ai suoi lati. Ciclisti che procedevano a piedi, altri ritti sui pedali in
precario stato di equilibrio, altri che procedevano a zig zig, era un campo
di
battaglia ed io in prima linea!!! Provai a mantenere per un po’ il 36/24,
ma
dopo 2/3 metri cloc il 28 (mitico fidato alleato!) avevo fatto appena 20/30
metri e procedevo a 10 km/h e i crampi ricominciarono subito ad
accompagnarmi. O mamma! o come fo ad arrivare in queste condizioni fino in
cima? Intanto un ciclista che mi stava affiancando gettò la spugna e
dicendo:
Basta gli vo in c..! si fermò e scese. I crampi diventarono sempre più
presenti
fino a sfociare spaventosamente nel retro coscia sinistro. Volendo
assecondare
il mio orgoglio piuttosto che mettere il piede a terra davanti a quella
coltre
di gente, presi la decisione di procedere a zig zig occupando tutta la sede
stradale e putando letteralmente la gente prima di un lato e poi dell’altro
lato della strada. Sono sempre stato in conflitto sullo scendere o sul
continuare. C’è stato un istante in cui ho fermato i pedali, ma poi ho
ripreso
subito a far girare le gambe….intravedevo l’arrivo ed ero sempre pervaso
dalla
voglia di scendere, ma picchia e mena riuscii ad arrivare all’ obbiettivo
prefissato..Passando sotto la torre della speaker, ella ebbe un filo di
compassione e volle premiare la mia fatica con: vogliamo fare un ulteriore
grandissimo applauso a questi atleti che ce l’ hanno messa davvero
tutta!!...
io accennai ad un sorriso, ma i crampi anche alle sopracciglia (vi giuro)
mi
negarono anche un piccolo cenno di ringraziamento per
quell’incoraggiamento…..
Soddisfazione immnensa!! Poco dopo l’arrivo trovai lo stand della red bull
dove la offrivano a gratis….ma guarda! Mi cacciarono come fossi stato un
ubriacone da bar: via ora basta via vai vai !….. Staccai il gomito dal
tavolo
che mi reggea la testa poggiato sulla guancia a storcer la bocca e
barcollando
mene andai…
Partecipanti circa 2000. Classificato 341° su 1006 del percorso corto 95Km.
Mi sono già iscritto per l’anno prossimooooo!!!!!!!