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lunedì 30 settembre 2013

SAN BARONTO: IL GIORNO DELLA CONSACRAZIONE.

scritto da Fabio Cappelli




Era dal 1921, anno della sua prima edizione, che la bella terra di Toscana è rimasta pazientemente in attesa che le sue strade finissero un giorno sotto i riflettori planetari per l'appuntamento ciclistico più atteso dell'anno: il Mondiale Uomini Elite; ieri, domenica 29 settembre 2013, alle ore 10:00 quell'attesa è finita.

I giorni che hanno preceduto l'evento clou dei Campionati del Mondo di ciclismo su strada, hanno visto una settimana intensa di gare e di emozioni e dell'immancabile strascico di polemiche per gli inevitabili disagi alla viabilità che manifestazioni di questa grandezza portano con se, ad ogni modo tutto è filato liscio; ma torniamo a noi, la Toscana, terra per le quali le parole si sprecano, regione affascinante con la sua ricchissima storia, le sue grandi città d'arte, i piccoli e incantevoli borghi disseminati nelle campagne, i paesaggi dalle mille sfaccettature, della buona cucina e del buon vino, tutti tratti distintivi che ne fanno uno dei luoghi d'attrazione turistica fra i più visitati al mondo; e poi parallelamente alla Toscana degli itinerari classici c'è questa Toscana, quella che ha creato un sodalizio con le due ruote, quella in cui la bellezza, talvolta aspra delle sue colline, ha abbracciato come in un binomio inscindibile la fatica della bicicletta, quella in cui piccoli uomini sono stati forgiati da queste strade e che da qui se ne sono andati, in giro per il mondo, per ritornarvi da giganti:” Bartali, Magni, Martini, Nencini, Bitossi, Cipollini, Ballerini, Bartoli, Bettini e molti altri ancora”; e poi ci sono i semplici appassionati, quelli cioè che pacificamente invadono le strade nei fine settimana, quelli che non vincono ne medaglie ne un titolo sulle prime pagine dei quotidiani sportivi, quelli che devono far conciliare la vita d'ogni giorno con il fuoco sacro della passione, quelli che in sella non ci salgono neppure più gravati da altri impegni ma che con altrettanta energia sacrificano volentieri il poco tempo libero a far crescere le giovani generazioni con i valori sani dello sport per strapparli magari a chissà quali inciampi cui la vita gli riserverebbe e infine a coloro che senza prendere un centesimo mettono in piedi eventi con le poche risorse che le varie società ciclistiche dispongono, sovente senza ricevere mai un grazie, anzi!.

E' anche a tutti costoro che con un pizzico di romanticismo, vorrei pensare che fosse dedicata questa storica giornata.

Dicevamo dunque che sono occorsi più di novant'anni perché il sogno di tanti ciclisti toscani divenisse realtà, un premio meritato e che ha trovato il suo epilogo in una giornata da lupi, con un cielo che fin dal tardo pomeriggio di sabato 28 settembre non prometteva nulla di buono, promessa peraltro avallata già da qualche giorno dai vari bollettini meteo che indicavano acqua a catinelle... e acqua è stata, e pure a catinelle!! Il tracciato è noto a tutti, partenza dalla splendida città di Lucca e passaggi sugli scollinamenti di Montecarlo prima e San Baronto poi per lasciar campo libero agli atleti di giocarsela nella parte finale nel circuito iridato della meravigliosa Firenze.

Chi ha seguito la gara sui canali Rai con la lunghissima diretta televisiva sa già come è andata a finire, resta per i tifosi italiani il rammarico per il quarto posto di un grandioso Vincenzo Nibali e un autentico grazie da indirizzare a tutta la squadra azzurra per aver combattuto con la testa e con il cuore e dimostrando un carattere indomabile nonostante che la sorte non ci abbia agevolato per niente con una sequenza incredibile di cadute! 272 km di pioggia battente hanno, per la cronaca, incoronato il portoghese Rui Costa come nuovo Campione del Mondo, seguito in ordine di podio dagli spagnoli Rodriguez e Valverde.

Ciò detto vorrei chiudere queste mie parole soffermandomi su una delle località attraversate dai corrdiori lungo il percorso mondiale, tanto cara per gli innumerevoli appassionati dell'empolese-valdelsa e del valdarno inferiore, e non solo naturalmente! Ne avevo fatto cenno poche righe sopra e mi riferisco alla mitica salita del San Baronto.

Fin dagli albori di questo sport, per gli appassionati del circondario, la salita del San Baronto ha assunto un valore simbolico, vuoi per la vicinanza, per la centralità rispetto a vaste zone densamente popolate, la facile raggiungibilità, le molteplici varianti che essa offre per raggiungerne la cima con le relative e differenziate pendenze, vuoi per la vista di cui si gode da lassù, o semplicemente perché è a portata di tutti; le quote sono poco più che collinari, niente di minimamente paragonabile agli interminabili passi alpini e neppure agli insidiosi valichi appenninici, per tutta questa serie di ragioni sulle strade del San Baronto ci si trova davvero chiunque, ciascuno accomunato da quell'unica grande passione che è la bicicletta, dal principiante al campione, dal goffo pedalatore all'elegante scalatore, insomma la salita del San Baronto è una naturale catalizzatrice di ciclisti, una vera istituzione locale che da ieri e divenuta mondiale, ricevendo la giusta consacrazione, un sigillo permanente che premia ognuno di tutti coloro che nel tempo e nello spazio, con dedizione e sudore l'hanno percorsa lungo ogni suo metro, domenica 29 settembre 2013 si scriveva un'altra pagina di storia del ciclismo e chiunque fosse stato lassù, sotto quella gorgogliante distesa di nubi nere, una fitta pioggia e i fulmini che illuminavano un giorno che sembrava notte, può a buon diritto sentirsi parte di essa, domenica all'apice dello scollinamento erano davvero in tanti ad attendere l'arrivo della carovana iridata, uomini e donne, vecchi e bambini, sportivi o semplici appassionati, insomma uno spaccato variopinto d'umanità che ha raccolto il testimone da un passato per trasmetterlo alle generazioni future; domani sarà un nuovo giorno e forse i ricordi sbiadiranno lentamente sotto il peso degli affanni della quotidianità, ma sia come sia l'importante è stato esserci.