mercoledì 9 novembre 2011

UNA GRANFONDO ALL'OMBRA DELLA ROCCA?

scritto da Fabio Cappelli

Fig.1 San Miniato - vista panoramica

      A quando una Gran Fondo di mountain bike a San Miniato? I tempi non sono forse maturi per arricchire il panorama delle tante manifestazioni che si sviluppano durante tutto il corso dell'anno in Toscana anche all'ombra della torre di Federico II ? 
     Una Gran Fondo che sono certo non sfigurerebbe di fronte alla concorrenza di altri eventi simili sparsi un po' ovunque sul territorio regionale, una Gran Fondo da gestire in sintonia con i vari attori che potrebbero aiutare a dar lustro ad una iniziativa di questo tipo e che di riflesso potrebbero da essa trarne dei benefici!
Fig.2. Estratto da una competizione in mountain bike
     Una Gran Fondo che deve trovare l'unità d'intenti fra i vari gruppi locali che hanno a cuore la diffusione della mountain bike, un quadro d'insieme che metta quindi al centro l'evento e le sue positive ricadute su quella che è l'immagine sportiva e turistica di San Miniato, un motivo quindi di unione che faccia anteporre l'interesse per la manifestazione piuttosto che una frammentazione di idee, punti di vista, e campanilismi che avrebbe un unico risultato certo, l'immobilità.
     Del resto i presupposti per crederci non mancano e posso testimoniare che in molti di quelli che salgono in sella nei fine settimana auspicherebberò che prendesse forma  prima o poi una  manifestazione di tale livello! Del resto gli apprezzamenti sulle nostre belle colline fatte da biker di fuori zona non mancano e i primi a crederlo siamo proprio noi che le percorriamo in lungo e in largo! 
    Le idee sul tracciato non mancano, ci sono zone e località che si prestano benissimo a questo particolare genere di competizioni ciclistiche, le colline sanminiatesi infatti con le loro bellezze paesaggistiche, hanno le carte in regola per accogliere un'iniziativa di questo genere; strade bianche, mulattiere e single track, talvolta affacciate su pittoreschi scorci panoramici altre  volte invece immerse nel fitto della boscaglia, possono trasformarsi per una domenica in un palcoscenico d'eccezione per gli appassionati delle ruote artigliate.
Fig.3. MTB100% in azione
Questo inserto termina qui rimandando tuttavia ai lettori, agli appassionati dello sport in genere e della mountain bike in particolare a considerare quanto appena scritto  come  un tavolo di discussione, un punto di partenza intorno al quale lavorare per un progetto futuro, un input per chiunque come me aveva già in testa qualcosa di simile, un passo avanti contro quella immobilità precedentemente citata.   


A questo proposito ho indetto un sondaggio dove chiunque può mettere il proprio voto.

mercoledì 24 agosto 2011

BENVENUTO A IOSONOMTBCENTOPERCENTO

di Fabio Cappelli

COGITOERGOSUM100 da' il proprio benvenuto, nell'infinito universo dei blog, a IOSONOMTBCENTOPERCENTO (vedi nei link), questo nuovo blog nasce per iniziativa dell'amico Filippo Gazzarrini, che approfittando del periodo di riposo estivo, ha trovato il tempo e le parole per dare forma alla sua creatura.
L'intento, fin dai primi post che sono stati inseriti risulta essere abbastanza delineato, parlare di mountain bike nel contesto territoriale del Comune di San Miniato e aree limitrofe, illustrando e approfondendo peculiarità legate a percorsi che si sviluppano all'interno di quest'area, di più, fornire informazioni sul calendario e sui risultati delle gare, e perchè no, una vetrina tecnica dedicata appunto a novità sul settore mountain bike.
Per capire qualcosa di più del blog è forse utile sapere qualcosa di più anche sul suo ideatore, il quale sta dedicando molte delle sue energie per questa coinvolgente attività ludica.
Filippo Gazzarrini, che conosco praticamente da sempre, ha iniziato ad andare con assiduità in mountain bike da almeno 6 anni, entrato nel mondo delle ruote grasse con un'iniziale titubanza, ha dimostrato nel corso del tempo una progressiva e irrefrenabile passione alla bicicletta da fuori strada, dotato ai suoi esordi di un mezzo più da grande magazzino che non da negozio specializzato, ha intrapreso pian piano una metodica e accurata conoscenza di tutto ciò che orbita intorno a questo tipo di bici, tale da farlo divenire un riferimento per tutti coloro che desiderino avere aggiornamenti sulle ultime novità che il mercato offre.
La prima vecchia bicicletta, è stata sostituita a più riprese nel tempo da modelli sempre più tecnologici ed evoluti, facendo scendere di pari passo il peso complessivo del mezzo, fino a porlo, almeno all'interno del gruppo degli MTB100% come colui che è in possesso della mountain bike più leggera in assoluto (sotto i 9kg!!!).
Parallelamente alla passione di carattere tecnico-meccanica si è evoluta in lui e in maniera direi esponenziale la capacità di stare in sella, e non solo in riferimento alle distanze coperte che via via son diventate sempre maggiori, ma anche per le capacità di guida che lo portano ad amare tutti quei tratti di bosco che presentano asperità tali che in pochi riuscirebbero ad affrontarle senza scendere di sella, single track in salita o in discesa, con pendenze talvolta impossibili, con fondi incoerenti, con pietre affioranti e radici contorte, insomma più le cose si fanno difficili e più si fanno divertenti, chiaro esempio di come una dote innata riesca a sovvertire il normale ordine delle cose che trasformano la naturale paura di cadere rovinosamente a terra in una scarica adrenalinica che gli consente invece il superamento di ostacoli estremi.
Il tema precedente fa da spunto all'altro argomento che sul blog, di quando in quando farà capolino, la manutenzione/creazione dei sentieri, la dedizione dimostrata infatti da F.G. nel provvedere sia in compagnìa che da solo, al mantenimento di tutto quel dedalo di sentieri presente nelle macchie del nostro comprensorio, è paragonabile a un dopo lavoro; questi infatti necessitano di una periodica manutenzione per estirpare rovi, erbe, rami e piccoli smottamenti, che diversamente andrebbero ad ostruirne il passaggio e divenendo così impraticabili per le biciclette, quando poi necessita, egli non esita a mettersi li a disegnare ex novo tracciati per ottimizzare la viabilità.
Sperando di aver dato un quadro generale che combaci il più possibile con la realtà, non resta che attendere nuovi post che arricchiscano questa nuova vetrina per gli amanti della mountain bike vicini e lontani.

giovedì 11 agosto 2011

DIES VENIT:LA MIA ASCESA AL SAN PELLEGRINO IN ALPE

di Fabio Cappelli

SAN MINIATO 10 agosto 2011
Per arrivare a scrivere questo post, ci sono voluti mesi di ripensamenti, date fissate e poi all'ultimo secondo annullate, articoli a tema letti su internet, ricognizioni sul campo e ancora dubbi e certezze fino poi ad arrivare appunto ad oggi, quando sulla spinta di un impulso incontenibile per troppo tempo covato dentro, ho rotto gli indugi tentando per la prima volta, in solitaria, l'ascesa ad una delle salite che, almeno in ambito regionale, incutono timore solo al nominarle, il San Pellegrino in Alpe.
In realtà la decisione è stata presa in parte con la pancia ma, innegabilmente anche con un po' di testa, infatti, nei giorni che hanno preceduto l'impresa, su consiglio di persone fidate, ho pensato bene di installare sul pacco pignoni della mia bicicletta un bel padellone da 28, che con le aspre pendenze che presenta questa salita si rivela utilissimo se non si vuol rischiare di farsela a piedi, inoltre ho cercato di adattare  l'allenamento in maniera opportuna, alternando nei giri che hanno precedeto l'impresa, salite lunghe con pendenze abbordabili, ad altre più brevi ma con pendenze assai più dure, tanto per creare una memoria muscolare e non trovarmi cosi spiazzato di fronte ad un tracciato che come difficoltà presenta sulla carta un po' di tutto e di più.
Tutto ha avuto inizio intorno alle ore 9:30 dal parcheggio antistante il ponte della Maddalena, meglio noto come ponte del diavolo, il tempo di fare gli ultimi preparativi e poi in sella, la giornata è bellissima, non si può sperare di meglio, in cielo il sole è ormai alto, la visibilità ottima, la temperatura è calda ma gradevole, niente vento, attraversato con bici alla mano il ponte parte ufficialmente il giro col primo colpo di pedale, percorrendo la SP2; il primo obiettivo è quello di raggiungere Castelnuovo in Garfagnana, il ritmo è blando, sia per svolgere un adeguato riscaldamento sia per preservare la gamba da ciò che mi aspetterà di qui ai prossimi 41 km!
Mentre, senza nessuna fretta costeggio la sponda destra del Serchio, poco prima di Barga, ho la fortuna di incontrare un amico ciclista, Fullcarbon, (di cui questo blog è gemellato col gruppo amiciperlabici) che in veste di vacanziero con famiglia, si prodiga nello snocciolare utili consigli visto che lui il San Pellegrino in Alpe lo ha già fatto in tempi non sospetti, dopo i saluti e gli incoraggiamenti del caso il viaggio riparte.
La strada sale dolcemente, con pendenze che non superano il 2%, attraverso uno dietro l'altro i nuclei abitati del fondo valle lasciandomi dietro traffico, rumori e chilometri, mentre sempre di più, metro dopo metro il “mostro” si avvicina, la strada per Castelnuovo in G. è sempre più prossima, non manca molto, ancora poche pedalate e da dietro una curva spuntano gli avamposti del paese, la cittadina brulica di vita, i suoi abitanti e i turisti si mischiano in questa giornata d'agosto, attraverso l'abitato, d'ora in avanti si fa sul serio, le energie risparmiate fin qui vanno convogliate la dove servono di più, e cioè sulle gambe, sui polmoni ma più che altro nella testa, proseguo in direzione passo delle Radici, all'altezza di un bivio in località Campori svolto, ed è proprio qui che appare per la prima volta, sinistro il toponimo tanto temuto, “San Pellegrino in Alpe 13km”, è iniziata!
Fin da subito le pendenze si attestano entro un intervallo compreso tra il 7% e 12%, adotto un ritmo regolare, tranquillo, da qui in poi l'imperativo è non esagerare, risparmiare quanto più possibile per il gran finale della salita che sarà da cardiopalma, la strada sale orlata dalla vegetazione, interrotta di quando in quando da squarci panoramici sulle vallate sottostanti e più in la sulle stupende vette delle vicine Apuane; qui le pendenze non sono impossibili, l'andatura si mantiene intorno agli 11 km/h, quello di cui c'è da temere è invece la lunghezza che, subdola, farà accumulare acido lattico nelle gambe, un logoramento lento che rischia di far arrivare ai piedi dell'ultimo tratto di percorso senza più benzina in corpo.
Arrivo a Chiozza, per entrare in paese la strada serpeggia fra la case inasprendo le pendenze intorno a un 15% che collocati più o meno a metà salita iniziano a farsi sentire, chiedo a qualche abitante quanto manca ancora per arrivare in cima, ed egli mi conferma altri 6 km, che effettivamente coincidono con il rapido conto mentale che ho fatto grazie anche all'aiuto del mio inseparabile Garmin, qui l'altitudine è intorno ai 770m slm, procedo oltre lo sparuto gruppo di case, sempre più vicino al gran finale, l'andamento delle pendenze non cambia!
Panoramica delle Apuane dal San Pellegrino in Alpe
Continua la scalata, ora la vegetazione è meno fitta rispetto a qualche chilometro più a valle, lasciando ampi margini di visuale tutta intorno, gli Appennini in questa zona sono bellissimi, un misto di montagne ora coperte di folta boscaglia, ora di prati uniformi, con tonalità di verde variabili, ogni tanto emergono speroni di roccia grigiastra, qui la natura regna sovrana, aspra e rassicurante al tempo stesso.
Intanto procedo, mi godo il magnifico scenario, conscio che di qui a poco non avrò molto tempo di lanciare sguardi a destra e a manca, intanto le pendenze iniziano a farsi meno irte, la strada si fa pianeggiane, anzi, addirittura c'è un tratto in discesa, breve ma utile per alleggerire le gambe, l'altitudine qui è intorno ai 1100 m slm, spunta un cartello, Boccaia, ancora pochi metri e arriverà il momento della verità, e infatti dopo poco un altro cartello di pericolo con su scritto 18% di pendenza media fa la sua comparsa ai piedi d'una rampa minacciosa!
San Pellegrino in Alpe: il paese
una sosta in vetta
E' giunta l'ora, ancora 2 km al San Pallegrino, ma saranno lunghissimi, innesto il 28 fin da subito senza indugio, seduto sulla sella mi piego sul manubrio senza alzare troppo la testa! Il rilevatore di pendenza inizia a salire inesorabile, 12% , 15%, 16%.... fino ad un 20%, l'andatura si fa legnosa, incerta, a volte le pendenze oltrepassano anche il 20%, la strada sale fra rettilinei e tornanti secchi, mi alzo sui pedali, mi risiedo, quando sembra che le pendenze addolciscano un po' fa la comparsa un secondo cartello di pericolo, il tema non cambia, ancora 18% di pendenza media, rampacce cattive si profilano davanti ai miei occhi, qui anche le auto vengono su di prima, e i motori arrancano; le energie conservate in precedenza qui servono tutte, la velocità è bassissima, mai oltre i 6 km/h, talvolta restare in sella diventa un gioco da equilibristi, il Garmin sembra impazzito, qui siamo ben oltre il 20%!! Ad ogni modo vedo approssimarsi l'obiettivo e questo mi basta per non cedere allo sconforto, sotto il crocifisso in legno appena sotto il santuario la gente, seduta sui prati, mi guarda divertita e commenta; è fatta! Ancora pochi giri di pedivella ed entro in paese, quota approssimativa 1400 m slm, faccio una breve sosta, getto, con poca lucidità, il mio sguardo un po' ovunque, le montagne, la valle, la gente, le case, altri ciclisti sono già arrivati, probabilmente partiti dal versante modenese, mi godo ancora un po' il frutto di tante fatiche e risalgo in sella, c'è ancora da affrontare un ultimo tratto in salita, ne lunghissimo ne durissimo, ma che ora dopo tanto affanno sembra una pugnalata a quadricipiti e polpacci.
Giunto al passo delle Radici svolto a sinistra nuovamente in direzione Castelnuovo, mi si prospettano finalmente 30 km di discesa da far scorrere sotto le ruote, una bella strada ampia e panoramica sulla Garfagnana, una lunga lingua d'asfalto sulla quale si aprono scenari mozzafiato, qui scendo veloce, con punte prossime ai 60 km/h, la quota inesorabilmente torna a diminuire, costeggio impianti sciistici, case isolate, paesi pittoreschi come Castiglione in Garfagnana, incrocio ciclisti che salgono a piccoli gruppi, trattori con carrelli al traino, motociclisti e donne a piedi.
Giunto nuovamente a Castelnuovo sono stati percorsi circa 75 km, ne restano altri 25 km per tornare alla macchina, apparentemente i più facili, ma non è proprio così, la fatica accumulata inizia a presentare il conto, è vero che non ci sono più salite di rilievo, ma questa strada di fondo valle alterna discese leggere a leggere salitelle, e non sembra passare mai, la lucidità inizia a venire meno, le auto mi sfrecciano accanto e io cerco di sfruttare un po' della loro scia, la velocità è discontinua, tratti fatti in scioltezza a oltre 40 orari a tratti dove a malapena si sfiorano i 30!
Sembrerà un luogo comune, ma gli ultimi chilometri non passano davvero mai! Solo, sopra a un trabiccolo che pesa poco più di 8 kg, con addosso solamente un paio di pantaloncini corti e una maglietta, mi sento un bruscolo in mezzo a enormi pareti di roccia che mi sovrastano, per quanto possa andare veloce sembra sempre troppo poco per sperare di ritornare la da dove sono partito quasi 5 ore prima, ma poi i pensieri lasciano spazio ai numeri, all'inesorabile conto alla rovescia che certifica l'approssimarsi della meta, curva dopo curva, cerco di scorgere il ponte della Maddalena, manca poco, riconosco lo svincolo, si ci siamo, vedo la campata centrale dell'elegante struttura, ormai, all'approssimarsi del centesimo chilometro tutto si è davvero compiuto, anche quest'ennesima sfida per troppo tempo rimasta irrealizzata, adesso sta per essere archiviata come è già accaduto molte altre volte in passato


numeri:
distanza     100km
dislivello    1680 m
tempo        4:43:00



 

venerdì 22 aprile 2011

GARRISCA AL VENTO IL LABARO VIOLA


Al motto di "garrisca al vento il labaro viola", oggi il sodalizio ciclistico con l'affiatato gruppo "amici per la bici" di Scandicci ha conosciuto, ad opera del suo dinamico e creativo presidente FullCarbon al secolo Lorenzo B. un passo ulteriore per quel gemellaggio del quale furono tirate giù le fondamenta circa un anno fa.
Materialmente la cosa si è concretizzata con il ritiro della maglia ufficiale della compagnia, ovviamente il colore viola è d'obbligo per degli sfegatati sostenitori della Fiorentina e non poteva mancare neppure il giglio, emblema per antonomasia di quella città che diede i natali al sommo poeta.
Concludo con un doveroso ringraziamento all'amico Lorenzo che si prodiga nel tenermi informato delle iniziative del gruppo e con l'augurio di continuare per molto molto tempo ancora a farsi artefice di questi bei momenti di sano sport fra amici... o meglio amici per la bici.




domenica 17 aprile 2011

SALITE/DISCESE DEL COMPRENSORIO SANMINIATESE E NON SOLO:

di Fabio Cappelli

PAGINA IN AGGIORNAMENTO
Agliati
Balconevisi
Bucciano (da La Serra)
Bucciano (dal Paradiso della Natura)
Bucciano (da Casa, ex Pieve, di Barbinaia)
Buecchio
Canneto
Cavalletto
Cenni
Collebrunacchi (fino allo scollinamento della marginetta di Cusignano)
Collegalli
Collelungo (altrimenti conosciuta come "La Pazza")
Corniano
Cumuli
Fornacino
Gargozzi-Comune
Gargozzi-Finanza
Grillo
L'Immaginetta
Guerriera (o del Tesorino):
L'Inferno
Mandrie
Marzana
Meleto
Montebicchieri
Moriolo (dal Genovini)
Moriolo (da Enzi) NOVITA'
Moriolo (da Mugnana e Scorno)
Muraccio
Paesante NOVITA'
Palaia
Pentola 
Poggio a Isola
Purgatorio
Romilda1
Romilda 2 
San Baronto (da Lamporecchio)
San Baronto (da Vinci)
San Miniato (da La Scala)
San Miniato (da Fontevivo)
San Miniato (da Viale Dalmazia)
San Miniato (dal Pinocchio)
San Miniato (da la Catena)
San Quintino (da Cafaggiolo)
San Quintino (da sotto Pentola):
Santa Lucia NOVITA'
Tabaccaia
Toiano 
Usigliano

Agliati:
lunghezza: ***
dislivello: ***
pendenza media: ***
pendenza massima: ****
difficoltà tecnica: ***
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: mountain bike
in salita: dalla strada provinciale delle colline palaiesi in direzione Palaia, troveremo, sulla nostra sinistra, delle indicazione per giungere all'eremo di San Martino ad Agliati, lasciando l'asfalto entrermo in una vallata da attraversare su strada bianca, al termine della quale, iniziano, in rapida successione su fondo asfaltato e con pendenze significative (nell'ordine del 15-20%) una serie di curve strette e ravvicinate (simili a tornanti) . Occorre un buon allenamento per non rischiare di dover spingere a mano, anche perchè giunti alla sommità del colle, la strada spiana per un po', ma ovunque si decida di andare di li a poc, ci si pareranno davanti a noi ulteriori fatiche con cui dover fare i conti.
in discesa: seppure scarsamente trafficata, non è improbabile incrociarvi delle automobili, l'insidia maggiore è in corrispondenza delle curve strette, prive di grande visibilità e al tempo stesso fortemente inclinate , nei mesi freddi occhio ad asfalto umido o ghiacciato!
Balconevisi:
lunghezza: ***
pendenza media: ***
pendenza massima: ***
difficoltà tecnica: *
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: da corsa o mtb
in salita: non si dimostra un'ascesa impegnativa, quanto meno se raffrontata alle dirette concorrenti di zona, la sua posizione è strategica, poichè piuttosto centrale rispetto ad itinerari studiati in questo quadrante del comune di San Miniato, (specie se si decide di affrontarli in mtb) infatti finita la salita, poco fuori dal nucleo abitato di Balconevisi si aprono scenari caratteriizzati da fitte macchie e un dedalo di strade di sottobosco che lasciano un'ampia scelta di varanti.
in discesa: nessuna difficoltà particolare dal punto di vista tecnico, molto importante invece è prestare attenzione alle auto nonchè sulle curve che non permettono una visuale completa della strada.
Bucciano (da la Serra): 
lunghezza:***
pendenza:****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: se  Bucciano è il nostro punto d'arrivo, va bene anche la bicicletta da strada, ma se si è intenzionati a scendere per qualunque delle strade che scendono verso la Barbinaia, non vi è dubbio che la mountain bike è d'obbligo.
in salita: Poco fuori dall'abitato de La Serra, in direzione crossodromo di Santa Barbara si segue l'indicazione che porta verso il borgo di Bucciano, inizialmente la strada, totalmente asfaltata e aperta al traffico, è pianeggiante, ma percorsi circa 200 ml inizia a salire notevolmente con 3 piccoli tornanti secchi che arrivano a pendenze del 20%, il tratto più difficile fondamentalmente è quello iniziale, poi la strada, pur restando in salita tende ad addolcirsi arrivando anche a diventare pianeggiante prima dell'ultima salitella finale che conduce a Bucciano.
in discesa: dando per scontata la necessaria attenzione che richiede una strada aperta al traffico di automobili, il rischio sostanziale della discesa è riconducibile, specialmente nel tratto finale, in corrispondenza dei tornanti già descritti per la salita, che occultano la visibilità e che per via delle forti pendenze possono far perdere pericolosamente aderenza specie con asfalto umido.
Bucciano (dal Paradiso della natura):
lunghezza:**
pendenza:****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto70% sterrato 30%
bici consigliata: mountain bike
in salita: E' una salita raramente frequentata, dura, tecnicamente facile, la strada è asfaltata solo nella porzione della salita, essa inizia nella sottostante valle della Barbinaia in corrispondenza dell'agriturismo il Paradiso della Natura, su sterrato, e termiana a monte presso il nucleo di Bucciano, nuovamente su sterrato.
in discesa:
Bucciano (da Casa, ex Pieve, di Barbinaia):
l'inizio della salita presso i ruderi di Casa (ex Pieve) di Barbinaia
un tratto della carrareccia vista in discesa
lunghezza: 1,4 km
pendenza media:***
pendenza massima:***
difficoltà tecnica:****
fondo: sterrato 100%
bici consigliata: mountain bike
in salita: io amo definirla "la terrazza" sulla Barbinaia, inizia proprio da "Casa Barbinaia" che ingloba i resti di un'antica pieve medievale, il fondo è sconnesso e accompagna chiunque si cimenti nella scalata di questo sentiero di campagna dall'inizio alla fine; bello, solitario, immerso nel silenzio, di quando in quando vale proprio la pena di inserirlo nei classici giri in zona, puntaggiato da una fila di cipressi lungo quasi tutto il tracciato, lascia spazio anche a scorci della valle sottostante di grande pregio! Termina con il falso piano sottostante il borgo di Bucciano. Solo per biker con buone gambe e discreta tecnica.
in discesa: la maggiore insidia è dovuta al fondo caratterizzato dai solchi  profondi scavati dalla pioggia, inoltre sono presenti calcinacci e materiali di riporto; a causa del fondo inagibile, su questa "strada" non vi è transito di auto, ad ogni modo convien prestare attenzione per la possibilità di trovare macchine agricole in movimento e anche persone a piedi.
Buecchio:
lunghezza:***
pendenza:*****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: bici da corsa o mountain bike in funzione del percorso che si desidera fare.
in salita: lo Zoncolan di San Miniato, non eccessivamente lunga, come del resto ogni salita del comprensorio, ma a parità di sviluppo metrico è indubbiamente un'erta molto impegnativa, pendenze costantemente oltre il 20%, fortunatamente tutte su asfalto, permettendo così anche brevi spinte sui pedali stando in piedi. Più una prova di forza che comunque ogni tanto vale la pena saggiare, anche per verificare lo stato di forma.
E' opportuno evitarla se non si ha qualche bel chilometro sulle gambe!!
in discesa: occorre prestare attenzione in particolar modo ad eventuali auto che salgono dal fondo valle, moderare la velocità che in caso contrario tenderebbe ad aumentare vertiginosamente e quindi mani sui freni con piccole decelerazioni per evitare situazioni di pericolo.
Canneto:
La salita inizia da qui
lunghezza: ***
dislivello:
pendenza media: ***
pendenza massima:
difficoltà tecnica: **
fondo: asfalto 100% rovianato nella parte finale della discesa.
bici consigliata: normalmente bici da corsa, mountain bike se si è intenzionati a fare delle deviazioni sui sentieri che si incrociano lungo la via.
in salita: non è semplice da affrontare, normalmente ci si va a sbattere contro proprio nella parte finale di una escursione, quando ormai le forze iniziano a venir meno e la stanchezza ha il sopravvento, la toponomostica la vorrebbe come via di Meleto, di fatto è il proseguimento natuarale, in direzione San Miniato, di quella che per molti è conosciuta come la via della Dogana, dal nome dell'omonima frazione situata circa 5 km prima nel comune di Castelfiorentino. 
Una visuale inedita del borgo di Canneto
E' una salita senz'ombra, caratterizzata, almeno all'inizio, da un asfalto mal messo, questa cambia pendenza almeno cinque volte, inizia già con un primo tratto impegnativo che addolcisce in corrispondenza del nucleo di case semi-disabitate di Canneto, poi di nuovo s'impenna e ancora rispiana, fino all'ultimo, e forse più insidioso segmento dell'ascesa, qui si toccano le pendenze maggiori, nell'ordine del 15%, che terminano solo dopo aver scollinato in prossimità di una curva a destra, nella realtà la strada continua e così pure la salita, infatti qualche centinaio di metro più avanti, dove vale la pena riprendere fiato e ammirare gli scorci panoramici che si aprono in questo punto, la strada torna ancora a salire (salvo che non si sia in sella a una mountain bike), in quello che viene denominato il Poggio Tagliato.
Per chi fosse diretto verso Ponte a Elsa, di fatto la fatica finisce qui, chi invece prende per San Miniato, c'è da sudare ancora un po'.
in discesa: Le difficoltà sono dovute, in primo luogo e come ho già accennato al tipo di asfalto fortemente dissestato, che può provocare dei sobbalzi che uniti alla velocità che questa discesa (priva di curve e dalla notevola pendenza) possono compromottere la conduzione della bici oltre al passaggio di auto!
Cavalletto: ATTENZIONE IL SENTIERO HA SUBITO UNA SENSIBILE VARIAZIONE, QUINDI, QUANTO SOTTO RIPORTATO E' SOLO, PARZIALMENTE, ATTENDIBILE 
lunghezza:***
dislivello:***
pendenza media:***
pendenza massima:****
difficoltà:****
fondo: naturale in terra con tratti in lastricato, sono presenti profondi canali e in generale è molto sconnessa.
bici consigliata: mountain bike (molto meglio se ammortizzata)
casa dell'eremita
in salita: risulta essere snervante, per guadagnarsi la cima occorre tecnica, forza e tenacia s'imbocca quasi al termine della vallata della Barbinaia, in prossimità di un agriturisimo (attualmente in costruzione), parte già con una bella pendenza, ma almeno all'inizio il fondo è facile da affrontare, il peggio s'incontra poco più avanti, fra pietre instabili, talvolta scivolose, sconnese e voragini scavate dalla pioggia, si candida ad essere una delle ascese più difficili della zona e ovviamente allenanti al tempo stesso, convenzionalmente la salita termina a ridosso di una vecchia abitazione in evidente stato di abbandono conosciuta come "casa dell'eremita", in realtà c'è da salire ancora per poter dire d'essere in vetta, ma di certo il proseguo, a confronto, è roba da ragazzi!
in discesa: è una fra quelle più temibili, inizia convenzionalmente laddove termina anche la salita, e cioè in corrispondenza della cosidetta "casa dell'eremita", la strada anche se certamente percorribile, è in condizioni di estremo degrado, profondi e insidiosi canali l'attraversano in vari punti del tracciato, per questa ragione non consente di sviluppare grandi velocità e le dita sul freno sono d'obbligo, qui occorre equilibrio, tecnica e anche buone braccia, in molti tratti infatti il fondo è composto da pietre spigolose e sconnesse, che fanno sobbalzare "cavallo e cavaliere".  
Cenni:
l'andamento della salita nel suo tratto iniziale e più impegnativo
lunghezza:***
pendenza media:***
pendenza massima: ***
difficoltà tecnica:***
fondo: sterrato 80% asfalto 20%
bici consigliata: mountain bike
in salita: sovente resta fuori dai classici giri del fine settimana per via della sua ubicazione defilata, si imbocca infatti svoltando a sinistra su strada sterrata in corrispondenza di un agriturismo circa 100 m prima del ristorante il Convio, è una greppa ignorante, iniziando a inclinarsi fin da subito con pendenze importanti (15%), ma la vera insidia è il fondo, caratterizzato da terra battuta mista a calcinacci, pezzi di laterizio, risciaqui causati dall'acqua piovana, che obbligano ad un'attenzione costante nel ricercare la giusta traiettoria per evitare di perdere la pedalata e mettere così il piede a terra, sul finale diviene asfaltata.
in discesa: i punti di difficoltà riscontrabili a salire, si invertono ma non per questo meno insidiosi a scendere, in modo particolare d'estate, il fondo diventa polvere con tutti i rischi che ne conseguono, ad ogni modo traffico automobilistico non ce n'è (semmai eventuale attenzione a macchine agricole in manovra) al contempo, la visibilità è ottima! 

Collebrunacchi (fino allo scollinamento della marginetta di Cusignano):
La salita in prossimità del bivio Cusignano-Collebrunacchi
profilo altimetrico
lunghezza: 1,79 km
dislivello: 113 m
pendenza media: 6,5%
pendenza massima: 11%
difficoltà tecnica: **
fondo: asfalto al 100% con tratti dissestati
bici consigliata: bici da corsa e mountain bike.
in salita: Giunti in località Marzana, in concomitanza del bar-alimentari, si svolta verso il pittoresco borgo di Cusignano, dopo circa 200 m di pianura, la strada inizia ad impennarsi, le pendenze non sono cattive ma costanti, almeno per quanto riguarda il tratto iniziale, caratterizzato da quattro curve/tornanti in successione.
marginetta
Nella seconda parte la salita ha pendenze più moderate, almeno fino a quando non si giunge all'altezza con la via che porta a Cusignano, proseguendo oltre la strada torna, almeno per poche decine di metri, ad impennarsi, per poi spianare una volta giunti in prossimità di una marginetta con crocifisso, che ci resterà sulla nostra sinistra.
La descrizione della salita finisce qui, ma non la strada! Essa prosegue fino a Collebrunacchi ancora in moderata salita, arrivati in prossimità dell'abitato si può scendere nella valle sottostante per una discesa con tornanti secchi, brevi e asfalto dissestato, fino ad andare a trovare la direttrice Genovini-Corazzano.
in discesa: i tratti insidiosi si riassumono nei tornanti in prossimità del finale, in generale non desta particolari difficoltà, salvo ovviamente la normale prudenza da prestare al traffico di auto.
Collegalli: 
un tratto della salita
lunghezza: ****
pendenza: ***
difficoltà tecnica: **
fondo: strada bianca 100%
bici consigliata: mountain bike
in salita: Questa via ombreggiata si trova poco fuori la frazione di Corazzano, e ricade sul territorio comunale di Montaione. A parte il primo tratto che apre le danze con una pendenza appena più impegnativa, la salita infatti è quasi un falsopiano o comunque con cambi d'inclinazione di modesta rilevanza, quel che più incide sulle gambe è la lunghezza e il fondo compatto, che invita a tenere un passo spedito e quindi sul finale si fa sentire, una palestra ideale per allenamenti di resistenza, fra l'altro è in buona parte immersa nell'ombra degli alberi, ideali per escursioni estive.
in discesa: la strada, per quanto non asfaltata è aperta al traffico motorizzato, essendo il fondo caratterizzato da pietrisco, occorre prestare molta prudenza e tener di conto dei tempi di reazione di frenata in presenza di ostacoli improvvisi sul tracciato.
Collelungo (altrimenti conosciuta come "La Pazza"):
un tipico tratto della salita
lunghezza: 2,3 km
dislivello: 145 m
pendenza media: 6,5%
pendenza massima: 10%
difficoltà:***
fondo: sterrato 100% con presenza di fogliame.
bici consigliata: mountain bike
in salita: Collelungo, meglio conosciuta nell'ambiente dei bikers locali con lo pseudonimo de "la pazza", si trova nel Comune di Palaia, pur non essendo caratterizzata da pendenze eccessive,  si dimostra essere un'ascesa piuttosto impegnativa nonchè un ottimo allenamento di resistenza, il fondo è caratterizzato da terra battuta, sottofondo in  conci di pietra di un'antica strada e rocce  lisce affioranti nel finale; vi si accede deviando verso sinistra lungo la strada che conduce appunto a Palaia, abbandonando la via asfaltata, si costeggia un serie di vecchie strutture dismesse, oltrepassato un ponticello e una catena a sinistra, ci si immette nella salita completamente immersa nel verde della boscaia.
in discesa: non inganni il fatto che il fondo sia ben battuto, con rettilenei piuttosto lunghi e ampia carreggiata, invitando in tal modo a togliere le mani dai freni e acquistando così anche una  notevole velocità, infatti a tratti il percorso è caratterizzato da fondo con pietre affioranti e terreno anche incorente con fogliame che, specie nel periodo invernale potrebbe risultare pericolosamente viscido, con curve chiuse e la possibile presenza di persone a piedi.
Ciò premesso, la discesa se affrontata con capacità di guida collaudate e sicure, risulta essere eccitante, lunga, con fondo variabile, totalmente immersa nel verde della natura, indubbiamente da provare.

Corniano:
l'imbocco
profilo altimetrico
lunghezza:1,6 km
dislivello: 130 m
pendenza media: 8%
difficoltà tecnica: ***
fondo: asfalto a tratti dissestato
bici consigliata: se l'obiettietivo è conquistare la vetta, va bene la bici da corsa, se però intendete proseguire allora occorre la mountain bike.
in salita: non tragga in inganno l'indice della pendanza media, il quale seppure può far apparire l'ascesa facile, non tiene conto del fatto che più o meno a metà c'è un punto dove la strada prima spiana e poi addiritura ha pure una breve discesa, ma prima e dopo questo tratto bisogna fare i conti con 2 pettate che levano il fiato, la prima in particolar modo va oltre il 20%!
in discesa: è piuttosto pericolosa, specialmente nel tratto finale, qui le velocità che si possono raggiungere sono  elevate, ma bisogna tener conto di un asfalto in condizioni precarie, forte pendenza, scarsa visibilità e come se non bastasse la strada è aperta al traffico! Non occorre dilungarsi oltre sull'ovvio comportamento da tenere!!
Cumuli:
lunghezza:****
pendenza:****
difficoltà tecnica:***
fondo: terra
bici consigliata: mountain bike
in salita: dalla Barbinaia, sul versante sinistro della Chiecina, ci si immette in un piccolo sentiero, pressochè un single track tutto su terra battuta, che inizia a inerpicarsi fin da subito, con pendeze discontinue, talvolta moderate altre volte insidiose se si tiene di conto anche del fondo che in alcuni periodi dell'anno puù risultare scivoloso e renderne quindi oltremodo difficile la risalita, inoltre il tracciato, completamente immerso nel verde è anche piuttosto lungo.
in discesa: risulta essere molto apprezzato per la "relativa facilità" del tracciato e l'elettrizzante scarica di adrenalina che trasferisce a causa delle volocità che si possono raggiungere, il finale del tracciato risulta essere il più pericoloso a causa degli scoli dell'acqua che potrebbere trasformarsi in trappole che non consentono margini di errore! Vale come in tutti i casi la regola di prestare massima attenzione e di adattare la volocità di discesa alle proprie capacità.
Fornacino:
vista del sentiero pochi metri dopo l'imbocco
lunghezza:***
dislivello:***
pendenza media:***
pendenza massima:***
difficoltà tecnica:***
fondo: terra battuta 100%
bici consigliata: mountain bike
in salita: dal lunghissimo rettilineo che da località Genovini porta a Corazzano, all'altezza delle case sparse di Fornacino si svolta a destra, da qui, dopo poche decine metri, finito l'asfalto, ci si para di fronte, oltre una catena, l'inizio di una via sterrata che risale la costa della collina proprio sopra l'abitato stesso, con ampia e suggestiva panoramica sulla valle del fiume Egola. Il mix di difficoltà di questa salita è dato dal fattore combinato di pendenza e fondo irregolare, consigliabile nei periodi estivi o comunque in periodi dell'anno lontani da intense piogge che ne precluderebbero la percorribilità. Una classica, bella e ruvida.
in discesa:  La discesa si imbocca venendo da Balconevisi. Come tutti i sentieri in terra battuta, sono soggetti al dilavamento della pioggia che può provocare dei solchi insidiosi sul percorso, la strada non è, per ovvi motivi trafficata, non è escluso di potersi imbattere nel passaggio di macchine agricole, ancor più in altri biker's o persone a piedi, quindi occhi ben aperti!!
Ciò premesso, affrontarla è davvero elettrizzante, specie se fatta in compagnia di altri biker's, vi troverete a inseguire o spalleggiare altri compagni d'avventura, tra frenate e nuvole di polvere vi berrete in un sorso i metri che vi condurranno a fondo valle.
Gargozzi-Comune: 
La salita circa a metà strada, qui le pendenze vanno oltre il 25%!
distanza: **
dislivello: **
pendenza media: ****
pendenza massima: *****
fondo: asfalto dissestato, il tratto finale e su selciato in laterizio e scalini (impercorribili) in mattoni.
bici consigliata: mountain bike
in salita: nonostante sia breve presenta pendenze estreme, non sono mai riuscito a ricavarne un dato certo dal mio gps tanto è bassa la velocità nel tratto più duro che ne potrebbe inficiare l'attendibilità, volendo fare una stima in difetto, indicherei in un 25% la pendenza massima.
la terribile rampa finale
Chiunque abbia gambe buone e riuscisse a superare questo tratto, fin qui su asfalto, dovrà confrontarsi nei metri finali con una pendenza ai limiti del possibile su di un selciato in laterizio fortemente sconnesso, e se anche quest'ostacolo non bastasse a cedere il passo ad una sfida così border line, ci penseranno gli ultimi gradini, che diverranno inesorabilmente un ostacolo insormontabile (roba da Brumotti).
in discesa: fatti a piedi i primi scalini, ci si para d'innanzi una insidiosissima discesa su selciato antico in grande pendenza e sconnesso, caldamente sconsigliato da farsi in sella quando bagnato o ancor peggio ghiacciato, dopodichè c'è il tratto su asfalto, anch'esso da affrontare con la massima attenzione, qui si possono anche incrociare della auto, e le pendenze notevoli aumentano gli spazi di frenata!
Gargozzi-Finanza:
La curva più impegnativa
lunghezza:**
dislivello:**
pendenza media:***
pendenza massima: ****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: corsa, gravel, mountain bike
in salita: Gargozzi, ovvero, via della Vecchia Fornace, conosciuta anche come de "la finanza"  (per via che in passato appunto vi si trovava una caserma della GdF in corrispondenza del suo innesto, a monte, con via Carducci) è nella realtà poco più di un breve strappo, eh già! Breve ma intenso però!! Qui il rilevatore di pendenza infatti parla chiaro, indicando dei tratti anche oltre il 20%!! Tutta su asfalto, e non potrebbe essere altrimenti! Nonostante la sua brevità è una salita solo per pedalatori con molto fiato e buone gambe, contrariamente si rischierebbe di dover spingere la bici a mano!  
in discesa: l'insidia maggiore è data in primo luogo dalla pendenza, quindi degli spazi di frenata, necessità quindi di particolare attenzione specie nei mesi invernali dove l'asfalto può essere viscido se non addirittura ghiacciato, specie nell'ultima curva prima del rettilineo finale, da non dimenticare che si tratta la strada è aperta alle auto e normalmente trafficata.
Grillo:
lunghezza:***
dislivello:
pendenza media: ***
pendenza massima:****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: indiferrente
in salita: da via Landeschi, traversa di destra della Tosco Romagnala da La Scala verso Ponte a Elsa, si sale per l'abitato di Sant'Angelo, la strada qui s'inclina  moderatamente, poi  dopo un tratto pianeggiante inizia a risalire e questa volta le pendenze si fanno aspre, superando  tranquillamente punte del 20%, tornando a spianare solo in corrispondenza delle case del "Grillo", qui la strada continua fino a Calenzano salendo con pendenze meno dure ma pur sempre nell'ordine del 10%.
in discesa: la strada è aperta al traffico e quindi necessita di un'ovvia attenzione, la sezione del tracciato piuttosto insidiosa è rappresentata dai tornantini poco fuori dalle case del "Grillo", l'asfalto qui, in caso di fondo bagnato o umido a causa anche dell'elevata pendenza possono risultare fonti di pericolo. 
L'Immaginetta:
lunghezza:***
dislivello:
pendenza media:***
pendenza massima:**
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: bdc o mtb indifferentemente
in salita: si imbocca da via di Chiecinella/Palaia, essa si sviluppa totalmente su fondo asfaltato e conduce alla frazione di Marti nel comune di Montopoli Val d'Arno; i primi 200/300 m pressochè pianeggianti, lasciano spazio successivamente ad un tratto di salita piuttosto impegnativo, caratterizzato da una serie di 4 tornati corti in rapida successione, è utile conoscerla poichè apre la via a vari itinerari da seguire, (specialmente per chi ama la mtb) fra i comuni di Montopoli e Palaia. Non rientra certo fra le salite impossibili, ma ad ogni modo richiede una preparazione adeguata per non rischiare di arrivare in vetta con la lingua che lecca i piedi!
in discesa: E' una strada aperta al traffico, i tratti più insidiosi sono in corrispondenza dei tornanti, questi si presentano irti e con scarsa visibilità, nei mesi invernali, visto che il traffico è sporadico ha tutto il tempo di sviluppare sul fondo un insidioso affioramento di borraccina.
Guerriera (o del Tesorino): 
lunghezza:***
pendenza media:***
pendenza massima:****
difficoltà tecnica:***
fondo: sterrato, su ghiaia e terra
bici consigliata: mtb
in salita: all'altezza degli impianti d'imbottigliamento dell'acqua Tesorino, lascinado l'asfalto e proseguendo per la strada sterrata di fondo valle che costeggia sia a destra che a sinistra degli alberi di melo, dopo circa 0,5 km svolteremo a destra per un viottolo di campagna, dopo aver attraversato un tratto pianeggiante ai piedi d'un poggio che ci si para innanzi, iniziamo a salire subito con pendenze di tutto rispetto, rese ancor più insidiose da un fondo dissestato; la salita continua con una serie di curve secche con cipressi che orlano il bordo della carrareccia, è difficile potersi alzare sui pedali per via del fondo in alcuni tratti friabile, quindi tutto si gioca su rapporti corti, terminata la salita la strada spiana per andare a ritrovare la via asfaltata Montopoli-Montebicchieri (via Uliveta).  
in discesa: La strada seppure isolata porta a delle abitazioni, non è escluso anche se raro il transito di auto, più probabile quello di mezzi agricoli, ciò detto l'insidia principale è il fondo incoerente che implica un anticipo adeguato della pinzata se non si vuol correre il rischio di frenare lunghi, è pure importante assecondare le asperità della stradella che consta di scoli trasversali dell'acqua.
L'Inferno:
ai piedi della salute
lunghezza: ***
pendenza media: 10%
difficoltà tecniche: **
fondo: asfalto al 100%
bici consigliata: indifferente
in salita: il nome non lascia presagire niente di buono, effettivamente la salita è cattiva, e non perchè ecceda nei numeri, intendo dire lunghezza o pendenza, ma per il mix con i quali questi numeri si mescolano, la difficoltà sta' nell'affrontare dopo tratti di pianure una salita che cambia continuamente ritmo, con pendenze discontinue che spezzano la pedalata, che illudono nella ripartenza e che ti inchiodano subito dopo, se per un biker allenato non desta particolari preoccupazioni, potrebbe riservarne a coloro che si accingono ad addentrarvisi con poche gambe e polmoni.
in discesa: la strada essendo dritta, infonde per la sua apparente facilità sicurezza e può indurre a rilassare le dita dalle leve dei freni, tuttavia bisogna tener presente il fatto che questa è aperta al traffico, e che ogni eventuale imprevisto dovesse pararcisi davanti a velocità eccessiva, potrebbe ridurre pericolosamente i tempi di reazione in frenata. Per la cronaca la via ricade nel territorio comunale di Montopoli in Val d'Arno.
Mandrie:
lunghezza:****
pendenza:****
difficoltà tecnica:***
fondo:misto fra ghiaia, terra battuta.
bici consigliata: mountain bike
in salita:indubbiamente un'ascesa per niente facile, riservata a biker's con un allenamento consolidato;questa si imbocca dai piedi della Barbinaia, in corrispondeza di Casa Barbinaia ma sul versante opposto, in territorio di Palaia oltrepassando una catena. La strada inizialmente inghiaiata sale subito e si mantiene in pendenza per gran parte del tracciato, giunti poco oltre metà tracciato la strada spiana, e scavalcata un'altra catena ci si immette in un single track immerso nel verde che arriva, ormai sul finale, ai piedi di una pettata che difficilmente potrà essere affrontata stando in sella tanto si impenna e per di più su terreno molto dissestato.
in discesa: se in salita le catene non rappresentano un pericolo ma solo la noia di dover scendere di bici per scavalcarle, in discesa diventano estremamente pericolose, invisibili fino a pochi metri possono causare cadute rovinose!! come in tutte le discese sterrate e non massima attenzione, qui a maggior ragione!
Masso
il fondo, così come si presenta quand'è asciutto
l'erta, quasi inghiottita dalla vegetazione
lunghezza: ***
dislivello: ***
pendenza media: ***
pendenza massima: ***
difficoltà: ****
fondo: in terra compatta, dissestato; con notevole presenza di fango in concomitanza di forti precipitazioni.
bici consigliata: mountain bike
in salita: giunti a Bucciano dalla strada asfaltata, si prosegue seguendo le indicazioni su sterrato per l'agriturismo il Paradiso della natura, arrivati però in corrispendenza della strada asfaltata in discesa (descritta anche in questo post come "Bucciano dal Paradiso della natura"), si ignora proseguendo oltre a diritto sempre su sterrato, d'innanzi  ci si  prospetta un modesto poggio ricoperto da folta vegetazione, la salita, scevra di pendenze esasperate, è tuttavia gravata da un fondo pesantemente dissestato, la sua percorribilità è resa difficile dalla presenza di avvallamenti, scoli delle acque piovane, radici e fogliame, oltre a rami ed erbe infestanti che possono pregiudicarne un'agevole percorribilità, la situazione si fa oltremodo proibitiva qualora ci trovassimo in concomitanza di forti precipitazioni. 
in discesa:
Marzana:
profilo altimetrico
lunghezza: 0,67 km
dislivello: 87 m
pendenza media: 13%
difficoltà tecnica:**
fondo:asfalto al 100%
bici consigliata: se l'obiettievo e solo quello di arrivare in cima va bene anche la bici da corsa, per proseguire invece mountain bike.
in salita: questa salita mi fa venire a mente l'aneddoto di un cicloamatore di zona che, alla sua prima uscita in sella fu portato con l'inganno da degli "amici" ad affrontarla  per la prima volta senza un minimo di adeguata preparazione, Marzana non è una salita impossibile, ma se fatta senza qualche bel chilometro nelle gambe, può trasformasi in un calvario! Inoltre è priva di zone d'ombra, quindi, specie nel periodo estivo, il sole può diventare l'ulteriore nemico con cui dover fare i conti, pronto a cuocerti sulla graticola!
in discesa: è una strada aperta al traffico, sporadico in verità, ma per questa ragione ancor più subdolo, la macchina può spuntare all'improvviso dietro una curva senza visuale, quindi occhi ben aperti e mani sui freni.
Meleto:

lunghezza:***
pendenza media:***
pendenza massima:***
difficoltà tecnica:**
fondo: strada bianca
bici consigliata: mountain bike
in salita: la salita di Meleto è ubicata nel Comune di Castelfiorentino, vi si accede da via della Dogana; andando verso Castelfiorentino rimane sulla destra, appena prima di un complesso abitativo (ex tabaccaia), questa, completamente sterrata, è una classica strada bianca tipica della campagna Toscana, è una variante meno dura rispetto all'ascesa originale, ancora riconoscibile dalla lunga doppia fila di cipressi che portano alla soprastante fattoria di Meleto appunto.
Non è durissima, ma comunque occorre affrontarla con qualche chilometro sulle gambe, anche perché questa è la prima salita di una serie che troverete lungo questo itinerario, indubbiamente fra tutte questa è sicuramente la più impegnativa, ma non è ne l'unica ne l'ultima, a titolo di informazione, proseguendo sulla via di Meleto, all'altezza di Campriano, incrocerete con la via Francigena.  
in discesa: Essendo caratterizzata, in almeno 4 frangenti da curve strette, talvolta con bassa visibilità, e viste anche le condizioni del fondo, caratterizzato da ghiaia, occorre modulare la velocità poiché la strada è normalmente transitata con automobili.

Montebicchieri:
lunghezza:***
pendenza media:***
pendenza massima:****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: indifferente
in salita: si presenta come una rampa di media lunghezza senza tornanti ne curve esasperate, importante è invece il fattore pendenza con punte intorno al 15%, si dimostra sempre un'ascesa ostica specie se affrontata a muscoli freddi, rientra nel circuito delle ascese classiche della zona, spesso rientra nel tracciato delle escursioni del fine settimana, utile raccordo per la macchia al confine fra San Miniato e Montopoli in val d'Arno. 
in discesa:è una discesa da ingaggiare con la dovuta cautela, la strada è aperta al traffico e invità a prendere velocità, tuttavia all'altezza delle case del Palagio è presente una curva verso sinistra con scarsa visibilità e che potrebbe essere fonte di pericolo per ostacoli improvvisi.
Moriolo (dal Genovini)
lunghezza:***
pendenza media: ***
pendenza massima: ****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto 100%
bici consigliata: bdc e mtb
in salita: in corrispondenza del ristorante-albergo Genovini, dove la strada forma un angolo retto, s'inerpica sulla collinetta sovrastante allo sparuto gruppetto di case la strada che sale verso quello che in antichità era conosciuto come il passo di Morioro (oggi Moriolo).
La salita, per chi ha gambe e fiato non dovrebbe rivelarsi eccessivamente dura, ma ad ogni modo non è neppure una di quelle da prender sotto gamba.
Essa in realtà è caratterizzata da due spezzoni piuttosto distinti, il primo caratterizzato da una serie di curve e brevi rettilinei in sequenza, che termina in corrispondenza del chiesino di Sorrezzana, qui la strada spiana, per poi tornare ad inclinarsi nuovamente nel rettilineo finale fino a giungere allo scollinamento di Moriolo.
in discesa: la strada è aperta alle automobili, non è tecnicamente difficile, ma per quanto appena detto necessita di essere affronattata con la dovuta prudenza.
Moriolo (da Enzi): NOVITA'
lunghezza: 750 m
pendenza:***
pendenza massima: ***
difficoltà tecnica:***
fondo: 100% asfalto parzialmente dissestato 
bici consigliate: corsa, gravel, mountain bike
in salita: scendendo da San Miniato in direzione La Serra, all'altezza del bivio in località la Borghigiana, si svolta a sinistra, meno di un chilometro e la strada inizia a inerpicarsi sulla collina verso il piccolo nucleo di Moriolo. 
L'ascesa non presenta pendenze impossibili, anche se comunque degne di rispetto, il fatto è che per quelli della zona è una delle prime salite quanto si inizia un giro o una delle ultime quando si è sulla via del ritorno, quindi con la di Lei Signora si incrociano i guantoni o quando i muscoli sono ancoro freddi è mezzi addormentati oppure quando al contrario sono ormai cotti a puntino.    
in discesa: l'ultima curva che svolta repentinamente a destra va affrontata con l'opportuna prudenza più che altro in considerazione del fatto che la strada è normalmente percorsa da veicoli.
Moriolo (da Mugnana e Scorno)
Muraccio: 
lunghezza:***
pendenza:***
difficoltà tecnica:***
fondo:terra battuta con fogliame
bici consigliate: mtb
in salita:il Muraccio si imbocca, venendo da San Miniato in direzione La Serra, svoltando subito a destra all'angolo dell'edificio del bar Arzilli in località la Borghigiana, la salita, di fatto un single treck, è al momento interrotta da una frana, comunque oltrepassabile con un breve tratto di bici a spalla.
E' una variabile per salire a San Miniato
in discesa: sulla via delle Colline, se la memoria non m'inganna segnalata anche con un indicazione detta giust'appunto "Muraccio" si procede verso valle costeggiando da prima un vecchio edificio in mattoni sulla destra in evidente stato d'abbandono e in seguito oltrepassando a piedi una catena, ci buttiamo giù in mezzo in un single treck all'interno di una boschetto.
Purtroppo l'unico intoppo è la frana precedentemente accennata che ne spezza, più o meno a metà tracciato, la scorrevolezza originale, pazienza! Vale comunque la pena inserirlo di quando in quando in qualche uscita. 
Paesante: NOVITA'
lunghezza: 300 m
pendenza:***
pendenza massima: ****
difficoltà tecnica:**
fondo: asfalto dissestato 100%
bici consigliate: corsa, gravel, mtb
in salita: da località Molino d'Egola verso frazione La Serra, troviamo l'ingresso di via Paesante e da qui per l'omonima salita sulla sinistra, 50 m prima del ponte che oltrepassa il fiume Egola.
Dopo gli iniziali metri in leggerissima ascesa, d'un tratto, in corrispondenza di un tornantino secco che svelta a destra, la strada s'impenna con pendenze velenose, nell'ordine del 20%, non dura molto, ma tanto basta a togliere il respiro e pugnalare a tradimento i quadricipiti, fatti circa 200 m la strada torna addomesticabile e proseguendola, in pochi chilometri, va a ricongiungersi con la via delle colline che da Cigoli porta a San Miniato. 
in discesa: il tratto velenoso che a salire troviamo per primo, qui è lasciato come il gran finale a sorpresa! Sull'impeto infatti della velocità acquisita pochi metri prima complice anche un fondo tutto sommato facile, si rischia di arrivare al tornantino incapaci di tirare le leve del freno con quel necessario anticipo che consente di non fare un liscio nel campo sottostante. Ovviamente la strada è aperta al traffico!  
Palaia: 
profilo altimetrico
lunghezza: 2,46 Km
dislivello: 134 m

pendenza media: 5,5%
pendenza massima: 11%
difficoltà tecnica: visibilità limitata
fondo: asfalto
bici consigliate: bicicletta da corsa
in salita: è una salita cruciale nel comprensorio; usata spesso dai ciclisti che gareggiano come palestra d'allenamento per le sue particolari caratteristiche, è anche importante poichè unisce la Valdarno inferiore con la Valdera che passando appunto per il pittoresco borgo di Palaia apre ai cicloamatori dei bellissimi itinerari.
Inizia con pendenze moderate e lineari per inasprirsi invece nella parte centrale, spesso si è portati a considerare terminata la salita al cartello di Palaia, ma in realtà lo scollinamento è almeno 200 metri più avanti.
La strada si sviluppa fra tratti soleggiati e, quasi in egual misura, immersi nell'ombra
in discesa: non è una strada particolarmente pericolosa, il fondo è in discrete condizioni, l'insidia peggiore è la scarsa visibilità in alcune curve, è scorrevole e, ovviamente aperta al traffico veicolare.
Pentola 
lunghezza:**
pendenza:****
difficoltà tecnica:***
fondo: asfalto
bici consigliata: indifferente
in salita: E' una salita breve ma ostica fin dall'inizio, con pendenza superiori al 12%, che aumentano strada facendo fino a toccare punte del 20%, nel finale spiana fino a giungere nell'abitato di Calenzano, poco utilizzata dai ciclisti per la sua posizione piuttosto defilata rispetto alle classiche direttrici vale comunque di quando  in quando inserirla nelle escursioni sia per motivi paesaggistici, sia per questioni puramente di allenamento.
in discesa: essendo una strada aperta al traffico con forti pendenze e curve pericolose, occorre affrontarla con notevole attenzione.
Poggio a Isola
appena fuori dall'abitato di Poggio a Isola
lunghezza:***
pendenza:***
difficoltà tecnica:***
fondo: asfalto 15%,terra e materiali di riporto 85%
in salita: uscendo dall'abitato di Ponte a Elsa, costaggiando il fiume verso monte, ci si dirige incontro al nucleo abitato detto appunto di Poggio a Isola, in prossimità di un deposito edile inizia la prima erta su fondo asfaltato che al suo culmine, taglia in due il gruppo di case e che determina anche la fine dell'asfalto, pochi metri di falso piano ed è di nuovo salita e sterrato. Si prosegue dritti, la strada segue l'andamento del crinale  e non presenta in verità pendenze impossibili, quel che più dovrebbe preoccupare è il fondo, fatto di terra battuta, calcinacci e pietre lisce affioranti che un po' per l'effetto della pioggia e un po' per il passaggio di cingolati agricoli, è perennemente malconcio, niente di estremo intendiamoci! Giunti in prossimità di una casa con piscina a sinistra, la strada torna per qualche altro metro pianeggiante, per poi ritornare a salire con un fondo sempre dissestato, per gli amanti del paesaggio, qui si gode di una visuale pregevole, sia sul fiume, che sull'antico borgo di Canneto e anche oltre.
Finito anche questo tratto, la strada torna a spianare fino a sbucare ai piedi del Poggio Tagliato.  
E' percorribile pressochè tutto l'anno, è totalmente esposta al sole e al vento.
in discesa: si presenta insidiosa, infatti non avendo tornanti o curve, e dando l'apparente convinzione di essere una discesa facile vi invita a correre a rotta di collo, il rischio invece è quello di romperselo davvero il collo; piccoli dossi, scoli dell'acqua, pietre affioranti, pietrisco, sono infatti tutti potenziali pericoli se non si ha prontenzza di riflessi nel valutare gli ostacoli e nel tenere le dita sui freni, la strada non sarebbe carrabile, ciò non esclude di vedersi venire incontro trattori o fuori strada, quindi come sempre antenne ritte!!!
Purgatorio
lunghezza:**
pendenza:****
difficoltà tecnica:****
fondo:terra con fondo smosso e materiale di riporto.
in salita: senza mezzi termini è una salita difficile, si trova nel territorio  comunale di Montopoli Val d'Arno, inserita spesso nel tracciato della XC del trofeo 10 Comuni, la salita è poco più di uno strappo in fuori strada, ma le pendenze sono brutali accompagnate da un fondo smosso,
il sentiero sale repentinamente dentro un'oliveta, risulta arduo mantenersi in sella per via del brutto fondo che non ammette errori sulle traiettorie da individuare con perizia. 
in discesa: non ho esperienza diretta su questa discesa, in egual modo valgono le regole già elencate per le altre, con un'attenzione maggiore al fonto incoerente e alle curve repentine. 
Romilda1
lunghezza: ***
pendenza media: ***
pendenza massima: *****
difficoltà tecnica: ****
bici consigliata: mountain bike
fondo: terra, erba
in salita: io definisco con questo nome, Romilda 1 cioè, la viottola sterrata che in prossimità della curva del Genovini, sale verso via di Bramasole. 
In prossimità della curva a gomito del Genovini appunto, fatti pochi metri in direzione Corazzano, troverete una stradella di campagna in prossimità di un'abitazione alla vostra sinistra, per circa 200 m essa procede nel fondo valle completamente pianeggiante, poi, d'improvviso vi si parerà davanti una collinetta, per affrontarla avrete 2 possibilità, in ambedue i casi i sentieri convergeranno nello stesso punto un centinaio di metri più avanti.
Difficile dire quale sia la meno dura, probabilmente quella a sinistra, essa si immette dentro un boschetto e va su con pendenze meno estreme, l'altra invece è ben visibile e s'inerpica nella direzione di massima pendenza del colle, quest'ultima soluzione è davvero temibile, il fondo è tormentato da canali insidiosi scavati dalla pioggia, il terreno è friabile quando è asciutto e viscido se bagnato, non si può sbagliare a mettere le ruote nell'ideale giusta traiettoria, diversamente si dovrà spingere la mtb a piedi; potenza e resistenza sono essenziali, ma non si deve difettare neppure in tecnica, qui è tutto un gioco d'equilibrio! Dopo la prima rampa, con pendenze oltre il 20%, il sentiero spiana leggermente e si ricongiunge con la variante precedentemente accennata, pochi metri per riprendere fiato e s'inizia il secondo round, non lunghissimo ma il tema di pendenza/difficoltà tecnica non cambia, ancora qualche pedalata e il sentiero, in precedenza caratterizzato dalla terra battuta, si fa erboso e meno aspro, giunti in cima si intercetta la bella via di Bramasole, a destra si aprono più varianti, (es.Collegalli, Gello etc) a sinistra Moriolo.
in discesa: Sinceramente non ricordo di averla mai fatta, ad ogni modo, scongiurato il pericolo auto, ci si potrebbe imbattere (potenzialmente) in qualche mezzo agricolo, l'insidia ovviamente maggiore sono gli scoli dell'acqua piovana e le contro-pendenze del terreno, anche in questo caso il fattore tecnica diventa predominante.
Romilda 2 
San Baronto (da Lamporecchio)
Profilo altimetrico

lunghezza:  4 km
dislivello: 269 m
pendenza media: 6,7 %
pendenza massima: 11 %
fondo: asfalto 100% ottime condizioni
bici consigliata: bicicletta da corsa
in salita: uscendo dall'abitato di Lamporecchio si procede secondo le indicazione per San Baronto incontro ad una salita tutt'altro che facile!
Contrariamente alla più gettonata parente che sale dal versante di Vinci con un notevole sviluppo chilometrico e mediocri pendenze, questa ne è l'esatto opposto, la distanza da coprire è circa un terzo dell'altra, ma in maniera proporzionale triplicano anche le pendenze, che in alcuni punti passano il 10%.
Il segmento in questione, che farà da palcoscenico al Campionato del Mondo di Ciclismo su strada 2013 si presenta con un fondo in ottime condizioni, è per la quasi totalità esposto al sole con curve marcate e lunghi tratti dritti.
Per affrontarla ci vuole gamba e testa, specie nel giornate calde, dove la velocità d'ascesa sarà bassa e il sole picchierà inclemente sulla testa.
in discesa:   è veloce, molto veloce! Secondo me un buon discesista qui può raggiungere anche i 90km/h!! Il fondo, come detto in precedenza è davvero in ottime condizioni, si deve prestare naturalmente la massima prudenza a causa delle curve ceche, della forte pendenza e delle auto.     
San Baronto (da Vinci)
lunghezza: 12 km
dislivello: 280 m
pendenza media: 2,3 %
pendenza massima: circa il 5%
fondo: asfalto 100% buone condizioni
bici consigliata: bicicletta da corsa
in salita: per gli amanti della bicicletta da corsa del circondario, la salita del San Baronto è la salita per antonomasia; definita da taluni anche la salita dei principianti questa non presenta pendenze impegnative, si può salire anche di moltiplica, e i più allenati non faticheranno a raggiungere velocità considerevoli, peraltro risulta essere una buona palestra per fiato e gambe, vista la sua lunghezza, che di fatto è la principale difficoltà al quale si va incontro nonché il suo maggior pregio.
Per chi proviene dal Valdarno si deve raggiungere il pittoresco e quanto mai celeberrimo borgo di Vinci (FI); una volta attraversato tutto l'abitato inizia di fatto la salita, con uno strappo dalle pendenze significative, (nell'ordine del 10%), denominata "salita del Ragnaino" che si conclude poche decine di metri più avanti in prossimità di un frantoio; ci manteniamo sulla sinistra, da qui in poi la strada procede con tutta una serie di curve e rettilinei, con pendenze che oscillano tra il -1% e il 6%, in alcuni tratti infatti la carreggiata può anche essere in leggera discesa.
Lo scenario che si spalancherà ai vostri occhi è veramente suggestivo, il tragitto si apre infatti ad ampio raggio sul panorama della sottostante valle dell'Arno;  talvolta immersi nell'ombra, altre volte esposti al sole, si sale senza troppe difficoltà, l'insidia maggiore è la lunghezza, che lentamente potrebbe prosciugare i muscoli, esponendovi a insidiosi cali di energia.
Nell'ordine attraversiamo gli abitati di Salvino, Fornello, Porciano, Papiano ed infine San Baronto, dove è possibile rifocillarsi presso gli esercenti qui presenti, giunti sulla sommità del promontorio, proseguendo dritti si arriva a Quarrata (PT), scendendo a sinistra invece arriviamo a Lamporecchio (PT).
in discesa:  non bisogna mai abbassare la guardia! In discesa infatti si possono raggiungere anche notevoli velocità, indubbiamente l'ampia carreggiata e un fondo in buono stato invitano la lepre a correre! Inutile sottolineare che la strada è costantemente transitata dalle automobili, che talvolta sono portate a tagliare le curve, la visibilità in alcuni tratti è limitata; in sintesi bella e divertente ma la prudenza al primo posto!
San Miniato (da La Scala)
lunghezza: 1,8 km
dislivello: ca.120 m
pendenza media: ***
pendenza massima: ***
fondo: asfalto 100% buone condizioni
bici consigliata: corsa o mountain bike indifferentemente
in salita: all'incrocio semaforico de La Scala si prende per San Miniato, la salita inizia in corrispondenza di un ex stabilimento per l'imbottigliamento delle acque, si prosegue senza eccessive difficoltà passando nell'ordine i nuclei abitati di Nocicchio, San Lorenzo e il Poggio, dell'intera salita questo è il tratto più impegnativo, ma nell'insieme l'intero tracciato non desta particolari preoccupazioni a chi abbia almeno un minimo di allenamento; in corrispondenza del bivio (la direzione è obbligata) la strada diventa quasi pianeggiante fino all'altezza della caserma dei Carabinieri, si prosegue in salita, sempre moderata e senza discontinuità fino ad arrivare ad una rotatoria, si continua a destra per incontrare due larghi tornanti prima a sinistra e poi a destra che in prossimità del piazzale D.Alighieri conclude l'ascesa.
San Miniato (da via Fontevivo)
San Miniato (da Viale Dalmazia)
Profilo altimetrico

lunghezza:1,1 km
pendenza media: 7%
pendenza massima: 12%
fondo: asfalto in buone condizioni
bici consigliata: bicicletta da corsa
in salita:  è la via principale per giungere a San Miniato per chi proviene dalla Borghigiana (l'alternativa è la ben più dura Gargozzi-Finanza), eccezion fatta per i primi 100 m, la strada è tutta esposta al sole, un handicap non secondario per chi intende affrontarla nel periodo estivo, è breve, ma se la si affronta nel finale di un giro può essere una stronca gambe, peraltro tende ad inasprire le pendenze nel tratto finale, prima cioè di incrociare sulla sinistra la strada che proviene dalla frazione  di Cigoli, da qui la strada continua ancora per altri 200 m, ma ormai le pendenze più dure sono alle spalle.
in discesa: veloce e moderatamente tecnica, presente una doppia semicurva a sinistra e due curve a gomito la prima a sinistra e la seconda a destra, in particolare la prima curva a gomito preclude la visibilità di eventuale auto che vengono in su!
San Miniato (da via Aldo Moro):  
San Miniato (da la Catena)
San Quintino (da Cafaggiolo)
San Quintino (da sotto Pentola):
Santa Lucia: NOVITA'
lunghezza:****
pendenza media:****
pendenza massima:*****
fondo:asfalto 60% sterrato 40%
bici consigliata: mountain bike 
in salita: siamo nel comune di Vinci (FI), la salita inizia in prossimità del parcheggio antistante la casa natale di Leonardo, prima di iniziare questo tratto, uscendo da Vinci potete decidere di arrivarci per due strade, anch'esse in salita.
La prima (di gran lunga la mia preferita), poco oltre le case di Vinci, si imbocca a destra (Via Belvedere), una strada stretta, inizialmente asfaltata e in forte pendenza (nell'ordine del 18%) che si va attenuando 100 m più avanti per divenire poi sterrata, con fondo aspro e pietroso, usata anche dai turisti a piedi per recarsi alla casa del genio. 
La seconda (via d'Anchiano), perfettamente asfaltata, carrabile, si imbocca procedendo circa 600 m dopo le case di Vinci in direzione San Baronto, non si può sbagliare in quanto riporta le indicazioni per la casa di Leonardo. 
Lasciandovi alle spalle la casa di Leonardo, si aprono tre vie, a destra si va a Faltognano, a sinistra verso Sant'Amato, a diritto, che poi qualla che interessa a noi, per Santa Lucia.
Si inizia subito con una rumba da non scherzare, su asfalto, con pendenze impegnative, nell'ordine del 10-15% che non lascia spazi per riprendere fiato, anzi, prima di entrare nell'agglomerato di case sparse di Santa Lucia si arriva tranquillamente al 20%, in tutto sono circa 700 m di faticaccia. Avendo come meta ultima Santa Lucia, la salita finirebbe qui, nella realtà il giro classico è proseguire innanzi, ad esempio per il leccio monumentale di Faltognano  da dove si può godere, oltre che la bellezza della maestosa pianta, anche di un amplissimo panorama su la valle dell'Arno, i promontori delle Cerbaie e parte della Valdinievole.
Fuori da Santa Lucia, la salita si facile per un breve tratto, giusto per alleggerire le gambe, ma l'illusione dura poco, al primo bivio si procede a destra, incontrovertibilmente in salita, e seppur in condizioni di fondo leggermente peggiori rispetto al tratto appena concluso, ancora su asfalto, indicativamente per un altro mezzo chilometro, immerso totalmente nel folto della macchia, e con la salita ricomincia anche la rumba!
Le pendenze sono senz'altro inferiori a quelle de primo tratto, ma non scherzano nemmeno queste, il 10% è una costante e sforare questo valore è un'attimo!
finito l'asfalto, sempre nell'ombra del bosco si procede su sterrato, a tratti terroso a tratti su lastroni di roccia, tutto sommato ben percorribile, anche in inverno per la natura stessa del terreno che non si attacca alle ruote. 
Dopo un'ulteriore mezzo chilometro la salita giunge al suo epilogo, da qui gli itinerari si sprecano, lasciando a voi il piacere della scoperta delle meraviglie nascoste del Montalbano.  
in discesa: non credo di aver mai affrontato in discesa questo tratto, le precauzioni sono le stesse di sempre, tutta la via è, almeno potenzialmente carrabile, attenzione particolare al tratto in discesa fuori dall'abitato Santa Lucia per le forti pendenze e i lunghi tempi di reazione nella franata, specie su fondo bagnato! 

Tabaccaia:
lunghezza:**
pendenza media:***
pendenza massima:****
fondo:asfalto 80% sterrato 20%
bici consigliata: mountain bike
in salita: da La Serra verso il Tesorino, in corrispondenza del confine naturale tra i comuni di San Miniato e Montopoli val d'Arno, coincidente col torrente Chiecina, c'è sulla sinistra la strada che porta alla vecchia tabaccaia (una struttura in un'evidente stato di abbandono), all'altezza della stessa, subito dopo il gruppetto di case con le quali confina, inizia senza troppi complimenti questa pettata, il suo sviluppo non è eccessivamente lungo, tuttavia le pendenze iniziano e si mantengono dure quanto meno nella frazione asfaltata, per spianare un po' non appena inizia lo sterrato e inasprirsi di nuovo nel pezzo finale, conoscere questa strada risulta utile, poiché da qui si possono iniziare delle escursioni con molteplici varianti.
in discesa:non è da sottovalutare la sua difficoltà, specie nel tratto asfaltato, qui la strada è dritta, senza curve, ciò favorisce un rapido aumento della velocità, tuttavia la visuale è limitata e la possibilità di trovare auto che ci vengono incontro non è affatto remota, in inverno specialmente il fondo si fa viscido, attenzione!!
Toiano:

l'inizio dell'erta di Toian Vecchia
lunghezza: 1,7 km
dislivello: 175 m
pendenza media: 10%
pendenza massima: 15%
difficoltà tecnica:***
fondo:sterrato con pietrisco 100%
bici consigliata: mountain bike
in salita: Non è una salita propriamente nelle vicinanze, trovandosi infatti sul versante sud del comune di Palaia, ma vale la pena inserirla in questa pagina e ancor più nei giri in bici per le sue peculiarità nonchè per la bellezza dei luoghi toccati, è indubbiamente una salita che lascia il segno, da quando si inizia a pedalare fino alla fine ca.2 km più in su, non da tregua, si mantiene costantemente quasi sempre oltre il 10% su fondo di pietrisco che obbliga a stare sempre seduti, tutto il suo sviluppo è esposto al sole e/o al vento, niente ombra! Da provare ma con un bel  po' di allenamento sulle gambe.
in discesa:
Raramente mi è capitato di affrontare questa strada in discesa, tuttavia vale la pena fare le seguenti considerazioni: 1) la strada, seppure con sporadici passaggi, è aperta al traffico, 2) il fondo è su ghiaia e brecciolino, spesso con tratti dissestati ,3) l'andamento della strada include dei tornanti. Ovviamente in base a quanto appena detto dovranno essere per la guida, le precauzioni del caso.
note aggiuntive:(11 maggio 2013) in risposta alla richiesta di "Nibali - San Baronto", devo premettere che personalmente non ho mai affrontato la strada bianca di Toiano con una bicicletta da corsa ne in salita ne in discesa, posso tuttavia affermare che due miei amici di scorribande, una volta, per accorciare la distanza di rientro verso casa dopo un giro su asfalto, decisero di tagliare proprio per questa strada facendola in salita e portando se stessi e le proprie bici indenni allo scollinamento! Ciò ne garantisce la fattibilità, quanto meno a salire! Ad onor del vero il fondo non è in condizioni perfette, ed affrontare la strada, specialmente in discesa potrebbe facilmente esporre i ciclisti al rischio di cadute e/o danni meccanici, a questo proposito conviene, in caso si decida di inserire il segmento all'interno di un giro, effettuare un sopralluogo, infatti le intense piogge dell'inverno e la manutenzione approssimativa possono aver ulteriormente danneggiato la strada. Concludo, facendo presente che nelle immediate vicinanze della strada di Toiano, nella valle sottostante che porta verso l'abitato de La Sughera, c'è un altro lungo tratto pianeggiante sempre su strada bianca, eventualmente da tener presente per arricchire un giro!
Usigliano:
lunghezza:***
pendenza:***
difficoltà tecnica:***
fondo: ghiaia 100%
bici consigliata: mountain bike
in salita: collocata nel Comune di Palaia, non di rado questa salita rientra nei circuiti domenicali.
Si imbocca da una traversa di destra della via Palaiese in direzione Palaia, attraversando un ponticello sul torrente Chiecinella, si inizia a salire su strada bianca fin da subito, la salita si sviluppa su pendenze costanti intorno al 10-12%, per lo più immersa nell'ombra, finirebbe in teoria sullo spianamento in prossimità di un grande cipresso ad un incrocio a T, ma da qui, sia che si decida di andare a sinistra o a destra, la strada continuerà ancora a salire, pur in maniera moderata. 
in discesa: nonostante si tratti di una strada bianca, anche piuttosto dissestata, questa via è percorsa sporadicamente da auto, a tal proposito il rischio maggiore è dovuto alla conformazione della strada, che presenta curve con scarsa visibilità e un fondo che non consente frenate dell'ultimo secondo, piuttosto pericolosa e quindi degna della massima attenzione.