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giovedì 14 aprile 2011

TRA PONTE A ELSA E LA SCALA: IL SITO ARCHEOLOGICO DI SAN GENESIO

di Fabio Cappelli

Fig.1. San Genesio così come si vede dalla Tosco Romagnola
Sul fatto che in passato fosse esitito un borgo denominato  San Genesio non era un segreto per nessuno, della consapevolezza che, a più riprese, ad opera di agricoltori locali fossero riemerse dai terreni delle tracce evidenti che in quella precisa area del Comune di San Miniato ci fosse stato qualcosa per la quale sarebbe valsa la pena concentrare un po' più di attenzione, anche questo era un fatto risaputo, ma che lungo la SS67 Tosco Romagnola Est, tra le frazioni di Ponte a Elsa e La Scala esistesse una vera e propria necropoli, le cui origini più remote si fanno risalire niente di meno che al VII secolo a.C. questo certamente era sconosciuto a tutti.
Fig.2. la targa in corrispondenza del sito
Vico Wallary, così come riporta una targa con scritta bianca su sfondo marrone, è uno dei toponimi con il quale il borgo di San Genesio è stato denominato nel corso dei secoli con l'avvicendarsi delle popolazione che qui si sono stanziate.
La sua riscoperta, avvenuta in maniera fortuita in seguito a dei lavori di sbancamento che nel  2001 vennero effettuati in quest'area, ha riportato alla luce un capitolo di storia e di una civiltà antica, lontanissima da noi nel tempo, ma vicinissima nello spazio, tale che dovremmo andare orgogliosi e al tempo stesso testimoni della sua importanza.
Di fatto, interrotta frettolosamente l'attività di sbancamento, che fin da subito ha riportato alla luce oggetti dei quali si è compreso ben presto l'importante valore archeologico, è iniziata la lenta opera di indagine, scavo e catalogazione dei reperti che a poco a poco il terreno restituiva dopo un oblio di almeno 700 anni!
La cosa interessante è stato riscoprire che in questo luogo non è esistito il solo  insediamento di San Genesio, bensì più insediamenti, Vico Wallari appunto ne è un esempio, questi si sono sovrapposti con fasi alterne di fortuna, importanza e durata, e con una sola data certa, anno 1248, quello che sancirà la fine di borgo San Genesio, è documentato infatti che in quell'anno, i sanminiatesi, per sottrarre a Lucca i domini ritenuti di propria pertinenza, decisero di porrè definitivamente termine alla comunità che viveva ai piedi del colle,  ritenuta ormai da tempo una rivale scomoda e una spina nel fianco per gli interessi della roccaforte federiciana, arrivando così a prendere la drammatica decisione di radere al suolo l'intero abitato.
Fig.3. I resti dell'antica pieve
Fino a quel momento la vita di questo nucleo era stata relativamente fiorente, famosa è la sua citazione ad opera dell'Arcivescovo di Canterbury Sigerico, che ne farà menzione come tappa lungo la via Francigena al suo ritorno da Roma.
L'abitato, per la sua favorevole centralità rispetto ad altri importanti centri della Toscana, conobbe intorno al 1100 un notevole sviluppo, qui fu eretta un'importante pieve nella quale furono, a più riprese indetti degli incontri con quelli che oggi chiameremo i "vertici del potere", per dirimere importanti questioni di carattere politico e religioso, verrebbe quasi da dire che a pochi metri da casa è passata la grande storia, quella che nello scacchiere geopolitico di quei tempi ha inevitabilemente influenzato anche quegli eventi che si sarebbero succeduti da dopo di allora.
Non vorrei dilungarmi oltre in spiegazioni che meglio di me potranno dare  coloro che in prima persona si sono prodigati sul campo nella ricerca della verità storica, degli avvenimenti e dei fatti che hanno riportato alla luce in nome della "conoscenza" per noi cittadini del terzo millennio, offrendoci uno spaccato delle vicissitudini di quelle lontane genti che molti secoli prima della nostra epoca hanno vissuto su quelle stesse terre che noi ci accingiamo ogni giorno a percorre  avanti e indietro; rimando pertanto  con questo link ad approfondimenti sulla materia trattata. http://www.paesaggimedievali.it/luoghi/genesio/index.htm