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lunedì 1 settembre 2014

CIAO ALFREDO


introduzione di Fabio Cappelli

Ho trovato nella posta una mail di Michele Musetti che con grande sensibilità ha pensato bene di girarmi uno frammento tratto dal libro "la vita è una ruota" del decano del ciclismo italiano che recentemente ci ha lasciati, Alfredo Martini; Alfredo che è stato a lungo il CT della nazionale era forse l'ultimo grande nome di una generazione di ciclisti immortali che hanno reso epica la storia di questo sport, con lui se n'è andato un testimone di tempi mitici di un'epoca caratterizzata da imprese leggendarie.
Nel ringraziare Michele per questo suo ennesimo contributo al blog, concludo volendo credere che queste semplici e toccanti parole di Alfredo Martini restino un testamento spirituale per il presente ed il futuro di un mondo, quello della bicicletta, troppo spesso portato ad esempio negativo tra polemiche strumentali e facili attacchi, omettendo di trasmetterne invece il valore più autentico, l'essenza più sana e pulita che essa rappresenta.  Ciao Alfredo



"Se guardo indietro, penso che la bicicletta e il ciclismo mi abbiano dato più di quello che io ho dato a loro. Avrei voluto dare il doppio, ma bisogna saper accettare i propri limiti, con onestà. Cento anni fa era un mezzo, spesso anche di lusso, per andare a lavorare. Così si sapeva che cosa volesse dire pedalare, in salita e in discesa, sullo sterrato o fra i sassi, la mattina presto o la sera tardi. E i corridori sentivano che la gente gli era vicina, partecipe, entusiasta. Oggi, un secolo dopo, la bicicletta si sta rivelando sempre più importante. E' la chiave di movimento e lettura delle grandi città. Un contributo sociale. E non ha controindicazioni. Fa bene al corpo e all'umore. Chi va in bici, fischietta, pensa, progetta, canta, sorride. Chi va in macchina, s'incattivisce o s'intristisce. La bicicletta non mi ha mai deluso. La bicicletta è sorriso, e merita il premio Nobel per la Pace".