sabato 15 gennaio 2022

SETTE SAMURAI SUL TETTO DELLA TOSCANA


prefazione di Fabio Cappelli

      Questo articolo è stato liberamente tratto da un'idea di Alberto Bagnoli, compaesano e biker locale, rapito, come noi tutti del resto, dalla viscerale passione per le ruote artigliate; Alberto è anche un componente pressoché onnipresente nelle scorribande del gruppo dei B.S.D. di Ponte a Elsa, una ormai radicata e collaudata aggregazione di amici che condividono, oltre al grande interesse per la mountain bike (e più in  generale del pianeta ciclismo), anche quello per l'ambiente, un binomio questo che porta inevitabilmente a cimentarsi con nuove sfide, sempre a la ricerca di angoli di natura da esplorare. Il resoconto che segue, infatti, tratta di un'escursione svoltasi l'estate scorsa in terra garfagnina è divenuto per me lo spunto per arricchire questo blog di un'esperienza interessante da sottoporre alla lettura di chi frequenta queste mie pagine. Avevo manifestato ad Alberto il mio desiderio per quella sintesi da lui ben raccontata, e che al riguardo, avrei volentieri ritagliato uno spazio in questa mia sorta di diario per far conoscere a chi lo vorrà, questa green adventure, un desiderio al quale Alberto, con mio grande piacere ha acconsentito. Le varie vicissitudini ne hanno ritardato la stesura, ma come si suole dire, "meglio tardi che mai", quindi senza ulteriori preamboli....      


sabato 3 luglio 2021 ore 6:00 a.m.

      Prime luci dell'alba; dal piazzale attiguo la Casa del Popolo di Ponte a Elsa, un manipolo di sette biker's, come sette samurai, ancora insonnoliti ma quanto mai determinati a compiere l'impresa, partiva, con carovana a seguito, incontro ad una destinazione certa, la stupenda Garfagnana; obiettivo dichiarato della trasferta pedalare con le proprie mountain bike tra le bellezze paesaggistiche del Parco Naturale dell'Orecchiella. I nostri, giunti in loco alle ore 9:00, dopo aver messo a punto gli ultimi dettagli hanno rotto gli indugi e saltati in sella alle rispettive bike hanno dato fuoco alle polveri e via! L'avventura ha avuto inizio.

      Si parte col favore di un meteo che regala cieli limpidi e temperature miti, da una quota di 1200 m slm per giungere quasi a toccare i quasi 2054 m slm del monte Prado, ovvero la vetta più alta di tutta la Toscana; come ho detto pocanzi temperature miti, intorno ai 20°C, l'ombra dei maestosi boschi e l'aria pura che si respira a queste altitudini, fanno si che pedalare in salita divenga un gesto piacevole.

     Dopo essere transitati dal famoso passo delle Radici e da località Col d'Arciana, dove l'allegra comitiva ha fatto sosta (come d'obbligo in questi casi), per un immancabile pausa caffè, gli argonauti hanno poi proseguito con andatura turistica fino ad arrivare, quasi senza accorgersene, al rifugio Segheria dell'Abetina Reale posto a quota 1410 m slm.

         Il rifugio è un occasione troppo ghiotta da non lasciarsi sfuggire per un tipico pranzo da baita a base di tagliatelle ai funghi, cheesecake ai mirtilli e torta con pera e cioccolato, e dulcis in fundo, un brindisi finale a base di lambrusco... o almeno, qualcosa che gli somiglia molto!

      Finita la sosta e fatto scorta di nuove energie, il gruppo è ancora una volta in procinto di partire, pronto a prendere il largo su mare verde di prati d'alta montagna; si riparte, e ci si accorge della bontà della sosta pocanzi descritta, infatti la lunga e ininterrotta salita che ci conduce al passo di Lama Lite (1749 m slm), prosciuga un po' alla volta, ma inesorabilmente, molte energie... certo le energie, ma non l'entusiasmo!

    Per completare il giro ad anello prefissato, si rende obbligatorio, malgrado non si riveli una scelta facile da digerire, un segmento da farsi con bici a spalla! Inerpicandosi ragion forza come stambecchi con (più o meno) filosofica rassegnazione per sentieri scoscesi e impossibili da pedalare e che lambiscono la sommità del monte Prado. 

        La fatica è comunque ripagata dalla splendida istantanea che regala la veduta del lago della Bargetana, incanto allo stato puro, da quassù si spalancano panorami a 360° che da soli valgono ampiamente il prezzo del biglietto, semmai c'è ne fosse da pagare uno! Macché tutto gratis!

     Qualche istante per recuperare le forze residue, ormai gambe e braccia sono indolenzite, ma la sosta è breve, il tempo vola via veloce e si deve ripartire, quindi gambe in spalla e di nuovo tutti in sella! I cuori impavidi ora ripartono alla volta dell'ultimo tratto che li separa dal punto da dove tutto aveva avuto inizio, ma anche la discesa e la via del ritorno non fanno sconti, riservando le ultime insidie di giornata che altro non contribuiscono se non ad aggiungere fatica alla fatica, e per qualcuno la spia della riserva segna ormai rosso fisso.

Qualcuno raschia il fondo del barile... e delle borracce, ormai vuote! Così che anche la sete è divenuta un'inseparabile e assai poco gradita compagna di viaggio, tanto che la prima fonte d'acqua lungo il percorso viene salutata da tutti come un'oasi nel deserto, un'insperata ancora di salvezza!

Quella raccontata è stata davvero un'impresa! Sostenendosi l'un l'altro, attingendo ad ogni goccia d'energia per riuscire a portare a termine quest'avventura, facendo squadra perché come dice il detto "da soli si va più veloce, ma insieme si va più lontano", con un incrollabile forza di volontà i sette amici di Ponte a Elsa sono giunti al traguardo; e alla fine rimane un groviglio di sensazione e di emozioni, tutte racchiuse e concentrate in uno spazio di cinquanta chilometri, tra sconforto e meraviglia, stanchezza ed euforia e di certo più consapevoli che i limiti, spesso, sono solamente mentali; e poi ci sono i luoghi, bellissimi, lassù, in vetta, dopo tanta fatica, anche l'aria ha un sapore nuovo, diverso, mai respirato prima.

ore 16:30 p.m. dopo 50 km e 1700 m di dislivello si conclude un'esperienza memorabile.