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giovedì 28 maggio 2015

IO SONO ANCORA QUA!

Introduzione di Fabio Cappelli

Oggi sono qui per raccogliere una richiesta la quale sono ben felice di soddisfare, quella cioè di lasciare uno spazio nelle pagine di questo blog alle parole di un amico che da un po' di tempo non ci aveva raccontato più, come invece ci aveva già abituato in passato, nessuna storia; da un po' egli era assente, ma era un assente giustificato, infatti come alcuni di voi ricorderanno il 18 dicembre 2014 in località Borghigiana di San Miniato si verificò un brutto incidente stradale fra un pullman ed una bicicletta, ora provate a indovinare su quale dei due mezzi era seduto costui?... risposta esatta! Adesso viene facile scherzare su quanto accaduto, ma all'epoca si è temuto il peggio; per familiari, i parenti e gli amici sono state ore lunghissime di attesa per poter sperare di uscire dal tunnel, ma fortunatamente è quello che è avvenuto, ed è per questo che egli ha deciso di ringraziare con questa pagina tutte le persone che a vario titolo, in diversi momenti e modi hanno in qualche modo contribuito, se non magari ad accelerare, quanto meno a lenire il peso dei tanti sacrifici affrontati in quel periodo. Ovviamente parlo di Michele Musetti, e quelle che seguono sono le sue parole:

LOTTA CONTRO IL DOLORE, PERCHE' MOLLARE FA ANCORA PIU' MALE.

Sono passati ormai diversi mesi da quel fatidico giorno che ha segnato in maniera indelebile la mia vita, la mia passione, il mio carattere e in primis il mio fisico. Per fortuna, gia' avere la possibilita' di scrivere queste righe dimostra che tutto si sta risolvendo nel migliore dei modi. Ho passato un mese e mezzo che non auguro a nessuno sia sotto il profilo fisico, che mentale. Dal risveglio in ospedale, dopo tre giorni di riposo forzato da sedativi, mi sono trovato a lottare con la brutta sorpresa di trovarmi in quel contesto...immobile nel lettino circondato da dottori e infermieri che si adoperavano tutti scrupolosamente per me!! Non mi rendevo conto, avevo tubi da pertutto! Dell'incidente il mio cervello aveva rimosso tutto quindi non riuscivo proprio capire! Brancolavo nel buio! Faticavo a respirare, ma riuscivo a inspirare e espirare quel poco da non causare problemi maggiori. Ogni minimo respiro era una vittoria. Una nuova sfida aveva inizio. A fianco a me la mia cara cognata Lorella il mio amico Stefano B. con sua moglie Michela (i quali ringrazio infinitamente) e mio babbo mi informavano su cosa stava succedendo, ma ancora pensavo fosse solo un brutto sogno. Con dolori su tutto il corpo potete immaginare la sensazione di dover provare a muovere gambe e piedi per escludere o peggio prendere atto di lesioni catastrofiche, un attimo lungo un secolo!, ma per fortuna senza esiti negativi!
Sentivo il bisogno del cannello dell' ossigeno per tirare avanti come un poveraccio perso nel deserto da giorni sogna granite!. Non potete nemmeno immaginare cosa mi passava per la testa, cosa riuscivano a vedere i miei occhi chiusi! Imbottito di morfina volavo, cadevo, immagini di ogni tipo mi riempivano la testa. Appena riuscivo a far capire a dottori e infermieri che ero in grado di seguire le loro indicazioni per assecondarli nelle varie procedure prendevano la palla al balzo e cercavano di portare a termine le cose più urgenti. Ho sputato sangue per 10 giorni !.. Mi ricordo che appena tolto il tutore ai polmoni e soprattutto a quello sinistro (il più devastato) per vedere se poteva correre da solo o meno, il dottore (di cui non so e non ho saputo mai il nome) dopo attenta osservazione, visto l' esito positivo mi disse che ce la potevo fare e che potevo ritornare presto a correre libero in bici. Mi sentii un leggero sorriso formarsi sul volto, ma contemporaneamente il dito medio della mano destra si alzava verso di lui. Non mi sono mai scusato, ma spero abbia percepito la mia ironia nel manifestare il rigetto verso la disciplina sportiva che fino a poco tempo prima era riuscita a regalarmi immense emozioni. Meno male che non riuscivo a parlare senno' ce l'avrei anche mandato !! :) Quando la situazione generale lo permise dovetti ricominciare a muovere i primi passi come un bambino piccino impara a camminare!..
In quei giorni impazziti lottavo contro il dolore perchè era l'unica cosa che potevo e dovevo fare.
Non ho MAI pensato al peggio, ma fin da subito il mio obiettivo era rimettermi in sesto, era poter rivedere i miei Tommaso, Chiara e Elisabetta. Sono loro che mi hanno scosso mentalmente, che mi hanno donato la forza di voler ritornare in piedi il prima possibile. Erano l'unico motivo per lottare, un bel traguardo da raggiungere, non osavo pensarli soli. Io mi sentivo solo, ma solo apparentemente, perchè piano piano tanti amici, conoscenti, colleghi si
facevano vivi per assicurarsi sulle mie condizioni. Non mi ero mai reso conto, prima di allora,
quanti avevano cara la mia persona. Vorrei ricordarli tutti per ringraziarli di essermi stati vicini in quei giorni impazziti. Questi alcuni messaggi che una volta ripreso il cellulare ho trovato:
Ciao Michele, quando leggerai questo messaggio voglio che tu sappia che abbiamo fatto
tutti il tifo per te e che ci hai solo spaventato. Un abbraccio Massimo (UN GRAZIE immenso M. Santoni Maria Grazia, Daria e alla piccola Giada)
Buongiorno Eli (riferito a mia moglie in quanto aveva lei il mio cell. Nei giorni ipazziti), come sta il nostro caro amato? Te tutto ok ? Abbraccione family Dic. (UN GRAZIE a Di Carlo D. E famiglia)
(sempre diretto a mia moglie dopo che mi ero risvegliato e dopo un sospiro di sollievo) Tu gli hai a dire che se non voleva venire (riferito ad una cena alla quale mi aveva invitato prevista per la sera dopo l'incidente) non importava tutta questa storia, bastava dire di no ;) ci sono miglioramenti? Novita? (UN GRAZIE a Sani D. mio unico gregario e alla sua compagna)
Desidero ringraziare immensamente i miei cognati David A. F. e Lorella per l'aiuto che hanno
offerto a Elisabetta e ai miei genitori. Una mano indispensabile, come anche i miei suoceri e Attilio A. F.e Marisa. A Ilaria N. "zia" acquisita dai miei piccoli per la compagnia e il sostegno offerto alla mia famiglia.
Un Grazie a Cappelli F. che in più occasioni mi ha offerto la sua compagnia e il suo sostegno sia in ospedale sia a casa successivamente.
Grazie alla Famiglia Brotini E. e approfitto per scusarmi di non poter essere stato presente (per ovvi motivi) all' ultimo saluto al caro Gianluca....Grazie Maria Laura e Leda.
Grazie a Cucchiara M. e Antonelli S. anch'essi partecipi di una piacevole visita a Careggi.
Grazie a mio cugino Luca e zia Gianna sempre vicini a me, ma soprattutto ai miei che forse ne
avevano piu' bisogno. Come anche Loriano S. e moglie che in più riprese sono venuti a trovarmi. 
Vasco e Gabriella miei carissimi vicini di casa.
Grazie a mio zio Giuliano che era li a Careggi fin da subito, ma in quei momenti non ero in grado neanche di salutarlo.
Grazie a mia cugina Micaela che nonostante la distanza che ci separa non mi ha fatto mancare il suo affetto.
Grazie a tutti i miei colleghi di lavoro Lisa, Patrizia, Massimo, Marco, Tommaso, Roberto
Loredana, Guido, Matteo, Rossano, Graziano, Marcello, Lorenzo perchè fin da subito mi hanno
inviato messaggi incoraggianti e di richiesta info situazione di ogni tipo.
Grazie ai miei ex compagni di tante battaglie sportive consumate sui campi di calcio con la maglia bianco rossa, Marco e Davide D., Danilo L., Roberto D., che mi sono venuti a trovare a casa, ma anche a Leonardo M., Roberto G., Paolo G. e gli altri dei quali mi hanno portato i loro saluti.
Grazie a Scali E. e famiglia, Maria Rosa e famiglia. A Simone C. e Barbara, a Paolo e Antonella, Francesco S. e Ketty, Raffaella M. e Stefano e Simone G. per l'affetto e la vicinanza continui espressi verso di me e Ely.
A Suor Grazia, Suor Paola e Suor Giustina perche' le loro preghiere le percepivo, forti e chiare.
Grazie a tutti i componenti del Gruppo Whatsapp del Giromondobike che mi hanno sommerso di messaggi e incoraggiamenti fin da subito...Paolo, Walter, David, Simone, Adriano, Nico, Giacomo , Pasqualino, Bacino...
E poi ancora... Antonio, Beppe e Attilio...mitici compagni di avventure ciclistiche.
L' eroico Andrea T. (e Serena) con il quale ho condiviso emozioni ciclistiche uniche.
Ai miei amici di antica data Vittorio. C. E Paolo B. Per la piacevole visita.
Grazie a Simone M. E sua moglie Alessia B. Sempre presenti nel dimostrare la loro vicinanza.
Così come anche Lotti F., Chiara P., Cintelli M., Ferri F. e sua moglie Dania, Daniele S. e sua
moglie Rita, Patrizia F. e a tutta la famiglia Cappelli, Marco R. e Cinzia, Marco e Alessandra e anche a tutti quelli che si sono interessati a me per vie traverse..
Un particolare ringraziamento ai medici e infermieri che mi hanno preso in consegna in quei giorni impazziti. Ai medici dell'elisoccorso "Pagaso 1", a tutto il reparto di rianimazione "PERIS" e al successivo reparto di degenza "NOZZOLI" dove ho trovato tutta la disponibilità e la competenza che potevo desiderare... Non ho parole davvero per ringraziarli di cuore..
Per ultimi ma non per questo meno importanti, anzi li ho lasciati a proposito per dedicare tutta la mia ammirazione ai volontari e medici della misericordia di San Miniato che hanno affrontato insieme a me i primi momenti dopo l'incidente. Non ho avuto ancora il piacere di conoscerli e ringraziarli di persona, ma sono sicuro che prima o poi quel momento arriverà e potrò finalmente stringere la mano i miei "Angeli".
Un ringraziamento speciale al Dott. P. Stefano (e sua Moglie) sempre disponibilissimi e
gentililissimi nell' offrirci leloro conoscenze sia professionali sia umane.
Vorrei osannare il valore della forza di volontà, la speranza, la voglia di raggiungere un obiettivo, il trovare e riuscire a mettere insieme tutte le forze rimaste per rialzarsi anche quando è impossibile (come ho tentato di fare io stesso negli imminenti istanti dopo essere stato travolto, forse sbagliando, pur avendo 11 costole rotte, scapola e sterno rotti, trauma cranico e polmoni devastati), sempre cercare di rialzarsi, mai stare a tappeto per offrire un gratuito KO! Mi sento in dovere di consigliare a tutti di coltivare la forma fisica sempre e comunque. Con un sano stile di vita praticando un qualsiasi sport, con la giusta alimentazione, perchè un giorno, chissà, potrebbe risultare un buon alleato nell' affrontare momenti di vita nefasti. Con un fisico allenato, tonico, votato alla sofferenza (come ci insegna la nostra passione a due ruote per esempio), abituato alla fatica, alla ricerca di un obiettivo, energico, pronto e prestante sarà più facile uscirne !! Vincenti ..
EH GIA'...... SEMBRAVA LA FINE DEL MONDO...MA.....IO SONO ANCORA QUA !!....
P.s. Sicuramente ho dimenticato qualcuno nei ringraziamenti, non me ne volete !!
Un bacio a mia Mamma che successivamente ha affrontato lei stessa durissime prove e a mio
babbo, colui che più di tutti a sofferto per le nostre "passioni".
A Ely, Tommy e Chiara miei motivi di vita....

Spero che la mia avventura possa essere di esempio e dare uno stimolo in più a tutti coloro che si trovano ad affrontare momenti iprevisti, duri e dolorosi di ogni genere.....

lunedì 1 settembre 2014

CIAO ALFREDO


introduzione di Fabio Cappelli

Ho trovato nella posta una mail di Michele Musetti che con grande sensibilità ha pensato bene di girarmi uno frammento tratto dal libro "la vita è una ruota" del decano del ciclismo italiano che recentemente ci ha lasciati, Alfredo Martini; Alfredo che è stato a lungo il CT della nazionale era forse l'ultimo grande nome di una generazione di ciclisti immortali che hanno reso epica la storia di questo sport, con lui se n'è andato un testimone di tempi mitici di un'epoca caratterizzata da imprese leggendarie.
Nel ringraziare Michele per questo suo ennesimo contributo al blog, concludo volendo credere che queste semplici e toccanti parole di Alfredo Martini restino un testamento spirituale per il presente ed il futuro di un mondo, quello della bicicletta, troppo spesso portato ad esempio negativo tra polemiche strumentali e facili attacchi, omettendo di trasmetterne invece il valore più autentico, l'essenza più sana e pulita che essa rappresenta.  Ciao Alfredo



"Se guardo indietro, penso che la bicicletta e il ciclismo mi abbiano dato più di quello che io ho dato a loro. Avrei voluto dare il doppio, ma bisogna saper accettare i propri limiti, con onestà. Cento anni fa era un mezzo, spesso anche di lusso, per andare a lavorare. Così si sapeva che cosa volesse dire pedalare, in salita e in discesa, sullo sterrato o fra i sassi, la mattina presto o la sera tardi. E i corridori sentivano che la gente gli era vicina, partecipe, entusiasta. Oggi, un secolo dopo, la bicicletta si sta rivelando sempre più importante. E' la chiave di movimento e lettura delle grandi città. Un contributo sociale. E non ha controindicazioni. Fa bene al corpo e all'umore. Chi va in bici, fischietta, pensa, progetta, canta, sorride. Chi va in macchina, s'incattivisce o s'intristisce. La bicicletta non mi ha mai deluso. La bicicletta è sorriso, e merita il premio Nobel per la Pace". 


mercoledì 6 marzo 2013

GF VALDICECINA 2013

Fig.1. Michele, alias il "Kap"

prefazione di Fabio Cappelli



Il Kap c'ha preso gusto, ed anche quest'anno, per la seconda volta ha preso parte all'edizione 2013 della GF della VALDICECINA, il suo resoconto è un'ampia sintesi, dettagliata e coinvolgente dal punto di vista privilegiato di colui, che vestiti i panni del gladiatore, si butta in mezzo alla mischia; fatica, esperienza e una vena di romanticismo hanno filtrato per voi queste parole che vi consiglio di leggere.
 

 

Scritto da Michele Musetti

…VIVI …, CORRI PER QUALCOSA, CORRI PER UN MOTIVO CHE SIA LA LIBERTA’ DI VOLARE  O SOLO  PER SENTIRTI VIVO…

 03 Marzo 2013 – 10°  GRANFONDO VALDICECINA.
 Circa 2000 iscritti,  circa 1700 alla partenza.
 Meteo: sole meraviglioso, vento leggero con temperatura piacevole e ottima per agevolare le scorribande sul bellissimo tracciato della prova Livornese che comprende luoghi di inestimabile valore turistico e storico/culturale. La corsa come tutti gli anni ha dato modo a oltre 1700 partecipanti di godere dei paesaggi etruschi che le colline della Valdicecina offrono. Tra gli altri, il  decantato VIALE DEI CIPRESSI di Bolgheri e Castagneto Carducci dove il Poeta Giosuè Carducci, trascorse la sua giovinezza.
Tali luoghi verranno successivamente ricordati con amore dallo stesso Giosuè nelle opere che ci ha regalato, come la nota ode “Davanti San Guido”

I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
van da San Guido in duplice filar,
quasi in corsa giganti giovinetti
mi balzarono incontro e mi guardâr……


Ma veniamo al sodo,
 Ore 9:30 ero sempre a casa che mi stavo gustando gli ultimi preparativi, controllo estetico (muta nuova a scacchi bianco rossi donata dall’ ex dilettante Guido.B. della Malmantile Romano Gaini Taccetti)  olio alla catena, controllo pressione gomme, rimozione degli ultimi invisibili granelli di polvere presenti sul telaio ecc… anche se la partenza era imminente, visto che era fissata per le ore 10:00.
L’esperienza dell’anno scorso però insegna, quando fremente per l’impegno e pieno di adrenalina mi ritrovai in griglia, a patire il freddo dalle 8:30 . Infatti tutto tranquillo mi metto in sella e verso le 9:45 arrivo in prossimità delle griglie di partenza. La mia griglia era l’ultima, avevo il pettorale n. 1854 e mi ero iscritto il giorno prima, quindi non potevo chiedere di meglio. In pratica ultima griglia e ultimo ad arrivare avevo davanti a me tutto il Viale Mattotti gremito di ciclisti pronti al via e nessuno dietro tranne gli addetti dell’organizzazione. Visto ! che quest’anno sono stato vispo ? pensavo. Sono già ultimo. E ancora non eravamo partiti. Bene. Come avevo detto l’esperienza insegna !!  Poi piano piano qualche ritardatario dietro di me arrivava ancora, tra questi un paio di tesserati “GS Ontraino” tali Metello. M. e Gabriele N. con i quali, a questo punto,  dopo aver scambiato opinioni, preoccupazioni e pensieri sull’evento, pensavo di affrontare la gara o perlomeno parte di essa, per poi intraprendere una fuga solitaria e lasciarli alla loro sorte.
Pronti VIA !!  lo starter si era pronunciato inequivocabilmente da 1 minuto, ma io ero sempre fermo piede a terra in attesa che la fila davanti a me si smaltisse, così è stato per circa 4 minuti (tempo che poi dovrò scontare dall’effettivo tempo di gara). Come al solito una volta il sella tutti cercavano di guadagnare posizioni più in fretta possibile, compreso me e i colleghi dell’Ontraino. La squadra a tre che si era formata è durata poco perché nel caotico fiume di maglie e caschi colorati li ho persi di vista definitivamente dopo circa 2/3 Km. Bene. Visto!. Il mio pronostico era stato rispettato :).  Ora il solitario ero io come sempre (mi rivolgo a coloro che vanno in giro a spacciarsi come miei gregari :)).
 La strada dopo il passaggio iniziale nel centro di Cecina si snoda lungo la salita di Guardistallo (poco più di 6 Km.) che ho cercato di fare non ai massimi sforzi in vista del lungo e intenso tracciato che si prospettava, ma comunque in modo da distinguermi da molti altri che superavo agevolmente, cercando di individuare allo stesso tempo, in base all’andatura, i possibili gregari che avrebbero composto successivamente il mio treno giusto per i tratti in pianura.
Fig.2. foto di repertorio
 Il percorso continua con la discesa verso Casale Marittimo e come al solito ho cercato di limitare i danni non gradendo particolarmente le massime velocità che le discese spesso invogliano a raggiungere.  Da li a poco il passaggio da Bibbona e quindi il famoso mangia e bevi che porta ai piedi di Castagneto Carducci con passaggio dal sopra citato Viale dei Cipressi di Bolgheri.
 Procedeva tutto come immaginavo, fatica, sudore, battiti cardiaci mai al di sotto dei 160 al minuto, adrenalina e concentrazione sempre al top.
 Intanto come buona norma in competizioni come queste si andavano formando gruppi di ciclisti (più o meno con le stesse caratteristiche di andatura) i quali istintivamente collaborano per rendere al massimo lo sforzo di ognuno a favore del gruppo stesso.
 Salita di Castagneto tutto ok, mentre si faceva sempre più imminente la salita verso Sassetta, quella in cui puntavo per avvantaggiarmi un po’ su diversi contendenti.
Già prima di iniziare l’ascesa, però,  lungo il tratto quasi pianeggiante che la precede  mi sono tolto la soddisfazione di portami con prepotenza in testa al mio gruppo e tirare a tutta birra più di 40  unità, ed era uno spettacolo quello che riuscivo a intravedere con la coda dell’occhio dietro di me in fase di curva, un serpentone infinito in fila indiana che si dannavano per starmi dietro.  A circa 1 Km. dalla salita ho chiesto il cambio e sono sfilato di qualche posizione per prendere fiato e recuperare le forze per la premeditata fuga..
 La salita ha una pendenza regolare e non troppo dura, innesto la marcia e con il mio ritmo metto tutti in riga, alla fine il distacco era però solo di circa una ventina di metri, ma il numero degli inseguitori era drasticamente calato.
 Il gruppo che si era formato era sufficiente per fare una discreta andatura nel tratto che portava a Monteverdi prima e a Canneto poi.  Ma uno dei componenti, “il blu-cerchiato” di cui non ricordo il sodalizio di appartenenza si faceva apprezzare per la sua particolare freschezza e tonicità a tal punto che in un paio di occasioni ha provato l‘allungo in solitario, ma sempre senza risultato, riagguantato prima dal sottoscritto e poi dal resto del treno in entrambe le occasioni. Così fino e dopo la discesa da Canneto in cui sono riuscito a non perdere troppo terreno e rientrare poco dopo. Fin li la media oscillava intorno ai 34 Km/h e si cominciava a sentirne il peso sulle gambe. In questo lungo tratto di strada in pianura il birichino “blu-cerchiato” che probabilmente si sentiva un po’ penalizzato da questo gruppetto, si faceva ancora protagonista di un allungo, questa volta più deciso e importante. Tant’è che io pur avendolo tenuto costantemente d’ occhio  mi sono trovato spiazzato da quel gesto, ma con uno scatto repentino partendo dal centro del gruppo mi riportavo a ruota dando circa 10/20 metri a tutti gli altri. Si pensava fosse la volta buona, ma  dopo 2/3 Km. il treno si rifaceva sotto e ci superava inesorabilmente. Da quel preciso istante e dopo quello sforzo ho cominciato a vacillare sia fisicamente che mentalmente. Mancavano circa 25 Km. all’arrivo e dovevo ancora affrontare l’ultima asperità chiamata “Casale Marittimo”. Di per se non è una salita di grande difficoltà, ma dopo 60 Km. a manetta, per me rasentava l’incubo “Marmolada”…..
 Difatti a metà salita il morso dei crampi si fece presente e mi ha accompagnato costantemente fino allo scollinamento raggiunto con il 28 dopo che quasi tutti i miei compagni di carrozza mi avevano abbandonato al mio destino.  Ero in riserva, colpa del poco allenamento che purtroppo ho potuto concedere nel periodo precedente a quest’evento.
 Lungo la strada in prossimità dell’arrivo intravidi innanzi a me una figura bianco-rossa proprio come la mia tuta, era Riccardo S. della Ciclistica Malmantile e dopo averlo raggiunto, aver fatto conoscenza ed essersi lamentati l’un l’altro dei crampi che ci affliggevano ogni dove, siamo arrivati sotto lo striscione appaiati.
Tempo impiegato 2 ore 53 minuti e 49 secondi (compreso i 4 minuti persi alla partenza) -  percorso medio 87,7 i Km. totali, fate voi la media…Ritardo dal primo classificato circa 38 minuti.
 Bella storia !  bella esperienza anche quest’anno, incomincio a pensare che forse una sola granfondo (o meglio mediofondo) all’anno sia pochino, quindi occhio alla prossima del 24 marzo a Cascina Terme …meditate gente meditate..

Un saluto alla locomotiva padovana (a vapore) "ATTILIO"....

argomento correlato:  edizione Valdicecina 2012