mercoledì 16 febbraio 2011

IL SINGLE TRACK

 di Fabio Cappelli

Strade bianche, viottoli, sentieri e mulattiere; sono questi gli habitat naturali dei bikers, a questi si aggiungono i così detti “single track”, con questo termine di origine anglosassone rientrano già una buona parte delle precedenti definizioni relative a tutta quella viabilità tipica del fuori strada, ma volendo approfondire l'argomento cercherò di spiegare cosa sia più nel dettaglio un single track e perché è cosi amato da gli estimatori delle ruote grasse.
Con il termine single track si vuole identificare un percorso stretto, percorribile da una bici alla volta, tale condizione, specie in ambito agonistico, ha una rilevanza fondamentale, infatti la conseguenza facilmente intuibile, trovandosi davanti ad un passaggio di questo tipo (cosa pressoché scontata in una gara di MTB) è di non poter effettuare sorpassi; questo fatto, specialmente durante una competizione, può rivelarsi un fattore decisivo per il proseguo della medesima, ed è quindi evidente che una buona posizione sulla griglia di partenza risulti essere determinante se si ambisce ad un piazzamento di prestigio! In relazione alle gare, è da sottolineare che in alcune di esse è previsto il cronometraggio proprio dei tratti in single track, finalizzati a stilare una classifica per premiare la capacità del concorrente che più di altri ha messo in evidenza le proprie abilità nello stare in sella.
Il single track si colloca per antonomasia nell’ambiente bosco, in genere, volendo escludere quelli che vengono creati ex-novo, questi non sono altro che una condivisione di quella stessa viabilità usata da cacciatori, tartufai e boscaioli sviluppatasi col tempo per addentrarsi nel fitto delle macchie, altre volte la loro origine è del tutto naturale come nel caso dei profondi canaloni venutisi a creare in seguito all'erosione del terreno da parte delle acque piovane, (questi tipi di single track sono particolarmente belli e ricercati)  i quali se opportunamente ripuliti da fogliame e detriti assolvono perfettamente allo scopo; talvolta i single track, specie nei luoghi di montagna, possono coincidere  con la sentieristica ufficiale per l'escursionismo.
Per un biker la concretizzazione perfetta di un single track è quella di un tracciato molto lungo, scavato a mo di canyon nel terreno,  immerso nei colori del bosco, con andatura sinuosa, una moderata discesa e da percorrere tutto d'un fiato! Ma a parte questo prototipo ideale esistono molte soluzione apprezzabili di single track (anche con lunghi tratti in salita), la loro essenza sta sostanzialmente nella velocità (ma non necessariamente), nel senso di libertà, nel contatto quasi fisico con la natura e nella scossa adrenalinica che essi sprigionano.

Un'altra caratteristica fondamentale di un single track, sta nella morfologia del terreno, essa infatti prevede un impegno tecnico notevole inoltre può anche essere fonte di enfatizzazione di quella percezione di velocità che già di per se risulta apprezzabile  quando si sfreccia di fianco ad una folta successione di alberi; questa caratteristica morfologica, si materializza appunto in cunette e dossi, salti e solchi, curve e controcurve, rocce affioranti e radici, tronchi e scalini in una frenetica e continua evoluzione del sottofondo percorso, e che obbligano il biker ad una rapidissima valutazione degli ostacoli e a decidere attimo per attimo la traiettoria migliore da seguire.
Infine vi è una componente oltremodo ancora più tecnica della precedente, se gli ostacoli sopracitati infatti si traducono spesso in lievi asperità del terreno che contribuiscono a renderne la percorrenza veloce, sicura e divertente, ne esistono altri che per difficoltà risultano essere molto meno scorrevoli, ne facili da affrontare, le principali cause sono imputabili al tipo di fondo che li caratterizza, che spesso risulta essere fortemente dissestato, con passaggi critici, come possono essere delle pietraie, pendenze molto accentuate, terreni fangosi o sabbiosi, solchi profondi che tagliano trasversalmente  i tracciati rispetto al senso di marcia, tratti con scarpate o tratti esposti a precipizi; ovviamente tutti queste difficoltà tendono ad esaltare o a sminuire le capacità da equilibrista proprie di ogni atleta.

Elenco dei single track di zona:
-          del gabbiano (Comune di Montopoli, inserito anche nella XC del trofeo 10 Comuni, è breve ma molto divertente, tutto in discesa)
-          del metano (Comune di Palaia, non è lunghissimo, ma piuttosto tecnico, richiede buone dosi di equilibrio, sviluppandosi con cambi di traiettorie e pendenze improvvise )
-          Moriolo (Comune di San Miniato, modesto nello sviluppo, è un ottima palestra di tecnica, tutto in discesa)
-          Molino d’Egola (Comune di San Miniato, più che un s.t. sono una serie di piccoli s.t. che con un po’ di conoscenza del loro sviluppo possono essere percorsi in successione traendone un percorso lungo, divertente e tecnico)
-          Della GF della Valdelsa (Comune di Montaione, inserito nella GF della Valdelsa, è, con ogni probabilità uno dei più belli e completi s.t. percorribili nel circondario, molto lungo, con tratti prevalentemente in discesa scavati nella terra, intervallato da strappi in salita, guadi di ruscello, da provare)  

PS: in merito ai single track sopracitati, chiunque può esprimere una propria preferenza su quello che ritiene rientrare più nelle sue corde o darne per ciascuno un giudizio ulteriore, inoltre chiunque volesse può far menzione di altri s.t. nel compresorio sanminiatese dandone una sommaria descrizione delle caratteritiche e la sua ubicazione.