scritto da Fabio Cappelli
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Base della Tranquillità - Quota 1706 |
Quella del 22 giugno 2013
è stata un'autentica full immersion nella rigogliosa natura della
Garfagnana, all'indomani del sisma che ha scosso, fortunatamente
senza vittime ne grossi danni, questa straordinaria zona della
Toscana, ci siamo avviati di prima mattina io e David L. nel
pittoresco abitato di Barga in attesa di congiungerci con gli Amici
Per La Bici di Ponte a Greve.
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Barga - Duomo di San Cristoforo |
Nell'attesa del loro
arrivo ci siamo concessi una passeggiata in salita per le vie antiche
del borgo, fino al culminare del poggio che ospita l'imponente duomo
di San Cristoforo e da dove si gode di una vista privilegiata del
panorama circostante.
Gli Amici Per La Bici
arrivano e noi li seguiamo in auto fino al luogo in cui scaricheremo
le nostre mountain bike fissato in località Renaio, un minuscolo
avamposto di case abbarbicate sul monte, raggiungibile con una strada
irta e tortuosa immersa nel verde; si parte in salita! Prima su
asfalto e poi su fondo naturale, si sale in questa via di mezza
costa, totalmente ombreggiata con pendenze medie del 10%.
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Gli Amici Per La Bici |
Il viola di cui son
colorate le maglie del gruppo di Ponte a Greve spadroneggia
sull'insieme dei partecipanti che in tutto siamo una quindicina; la
salita fa selezione, e inesorabilmente chi ha meno garretti retrocede
nel fondo della fila, di quando in quando una salutare sosta consente
di ricompattarci per ripartire subito dopo alla conquista del
traguardo successivo!
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David L. |
La montagna della media
valle del Serchio è bella! Bella e selvaggia, con le sue cime
smeraldine dalle forme ardite, queste
svettano dalla boscaglia per
consentire a gli audaci che si spingono fin quassù di godere di
viste mozzafiato.
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San Pellegrino in Alpe |
Si continua a colpi di
pedale per raggiungere, attraverso un veloce single track il valico
del San Pellegrino in Alpe, famoso per la sua leggendaria salita che
ha messo in crisi anche i ciclisti più quotati per via delle
micidiali pendenze che la contraddistinguono, da li ci siamo portati
rapidamente allo scollinamento del Passo delle Radici, dove, dopo una
breve sosta ci ributtiamo nel bosco, e qui si inizia davvero a
soffrire! Il sentiero che inizialmente sale senza troppe difficoltà,
diventa praticamente un muro qualche centinaio di metro più avanti,
qualcuno tiene duro e cerca di non scendere di sella, altri devono
arrendersi e iniziano a spingere a mano, raggiunto, dopo l'immane
faticaccia un tratto pianeggiante, molti ne approfittano per tirare
un po' il fiato, poi, ricompattate le fila si entra in un single
track bello e molto tecnico che si snoda nel fitto del bosco, con
tratti anche esposti su profondi precipizi; dopo tutto questo periplo
di difficoltà arriva infine la doccia fredda, un errore ad un punto
del passaggio nel bosco ci riporta di nuovo ai piedi della
salitaccia, tutto da rifare!!!
Il secondo tentativo è
senz'altro più fortunato, il brutto è che live motive non cambia,
salite impossibili e sentieri coperti da uno strato di fogliame
incoerente ci obbligano a formare lunghe catene di biker che spingono
i propri mezzi in luoghi ameni, sembra quasi di vedere quelle
pellicole sbiadite della prima guerra mondiale quando file
interminabili di eroici soldati erano costretti, zaino in spalla a
salire sui fronti dolomitici per rifornire le prime linee; comunque
sia, come in una lenta processione, uno dopo l'altro arriviamo di
nuovo ai limiti del bosco, laddove prati di erba e di mirtilli ci
consentono di ammirare la natura in tutta la sua straordinaria
bellezza, si sale ancora un po' ed arriviamo in cima ad un
promontorio svettante, forse il monte Giovarello, che fa segnare agli
altimetri quota 1706m slm, senza dubbio il punto più alto
dell'intero giro, qui una sosta è d'obbligo, su un crinale esposto
all'incessante sferzare dei venti il verde della montagna si sposa
con l'azzurro del cielo, le nuvole, alte, si rincorrono e formano
infinite figure, il panorama è impagabile, le fatiche della
mattinata sono ripagate in questo momento, a nord l'Emilia e il
Reggiano, da dove si scorge la pietra Bismantova e la pianura Padana
che si perde a vista d'occhio, a sud-est il profilo tagliente delle
Alpi Apuane, ad ovest il maestoso monte Cimone con i suoi 2165 m di solitudine.
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sentiero sul crinale |
Si scattano foto, si
fanno considerazioni sui luoghi, qualche battuta e tanta
soddisfazione per la dura prova superata giusto pochi attimi prima,
ora archiviato anche questo momento è giunto il tempo di scendere,
ma anche la discesa riserva qualche insidia, si imbocca infatti una
mulattiera d'alta montagna, il fondo è sconnesso, pietre che
affiorano ora lisce ora appuntite, brecciolino incoerente, pozze
d'acqua e fango, rettilinei veloci e curve a gomito, ingredienti che
consigliano attenzione ed occhi bene aperti, ad ogni modo tutto fila
liscio e cosi che arriviamo al Casone di Profecchia, dove una
lunghissima pausa di rifocillamento consente a tutto il gruppo di
staccare la spina prima del secondo tempo del film odierno; scendendo
di altitudine l'aria si fa più calda ed un sole che gioca a
nascondersi dietro le nuvole invita comunque a distendersi su un
muretto per far scorpacciata dei suoi raggi.
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Il Casone di Profecchia |
La pausa è finita, le
opzioni del ritorno sono due, io e David L. decidiamo quella più
rapida visto anche i tempi per rientrare a casa, il grosso del gruppo
si ributta nel bosco, con noi in questo lungo viaggio di ritorno ci
sono il Presidente degli Amici Per La Bici e Cecco, storico
componente del gruppo, la loro compagnia è preziosa sia a livello
mentale che pratico; i primi 15 km di strada da affrontare sono tutti
in discesa, scorrevoli e panoramici sulle valli adiacenti, purtroppo
pochi chilometri dopo siamo obbligati a rinunciare alla compagnia di
Cecco che in una sfortunata manovra per evitare un auto, cade ed è
costretto a farsi soccorrere dall'ammiraglia al seguito della
spedizione, nel rammarico di aver perso la sua gradita compagnia in
questo giro, gli auguriamo una rapida guarigione!! Per noi invece
l'Odissea continua, attraversiamo Castiglione Garfagnana prima e
Castelnuovo Garfagnana poi; nella strada di fondo valle il caldo si
fa asfissiante, l'ora è tarda e il pensiero di dover coprire, giunti
a Barga, ulteriori 9 km di distanza e 800 m di salita sotto il sole
per raggiungere il parcheggio di Renaio, lanciano un'ombra sinistra
sul finale di questo già impegnativo giro, che a Barga appunto conta
già 67 km e 1280 m di salita! Fortuna che il buon cuore del
Presidente ci viene incontro offrendomi un passaggio in auto fino a
Renaio, in compagnia del suocero che si dimostra oltremodo gentile e
prodigo di interessanti notizie sulle genti garfagnine.
Scampato il pericolo
insolazione o quello di tornare a casa a mezzanotte, io e David L.
una volta caricate le mountain bike in auto abbiamo ringraziato il
Presidente e tutta la sua famiglia per la loro disponibilità, dopo
gli ultimi saluti ci siamo incamminati, esausti ma indubbiamente
soddisfatti della lunga giornata appena trascorsa, lungo la via di
casa.
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Panorama da Barga |
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Il monte Cimone |
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verso il San Pellegrino in Alpe |
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Giovarello |
potrete visionare altre foto dell'escursione sul sito gemellato degli Amici per la bici alla pagina:
http://www.amiciperlabici.it/2013/07/sul-crinale-tosco-emiliano-in-mtb-un-paradiso-a-1706-mt-1-parte/
Ciao,
RispondiEliminaanche se è tanto che non ci si vede in bici, è sempre un piacere leggere i tuoi "scritti".
Ciao
Stefano B. da La Scala