giovedì 24 gennaio 2013
martedì 4 dicembre 2012
MEZCAL E LA SUA BANDA DI RAZZIATORI
scritto da Fabio Cappelli
Mezcal e i suoi seguaci, Barro e Saguaro, sono stati avvistati l'ultima volta per la via di Collegalli, la testimonianza è stata riportata da un malcapitato pedalatore della domenica, al poveretto è stata razziata la propria bici, e come se non bastasse lo hanno obbligato a scattare questa foto da far girare ovunque, dettandogli addirittura le taglie! Il tutto condito da un fare sardonico, confidando nel fatto di non essere mai acciuffati, prendendosi oltremodo gioco dello sventurato; poi con la stessa velocità con cui si erano fiondati sull'ignara vittima, così si sono dileguati nel folto della macchia.
giovedì 29 novembre 2012
CICLOTARTUFANDO 2012
scritto da Fabio Cappelli
Fig.1. Il gruppo si riunisce in piazza del Sombrero (foto di Sonia Gemignani) |
Fig.2. Alcuni componenti dell'escursione (foto di Sonia Montagnani) |
Fig.3. Veduta panoramica di San Miniato. |
Fortunatamente
niente di compromesso, il caso ha voluto che l'itinerario
prestabilito passasse a poche centinaia di metri da casa mia, quindi,
anche con un po' di anticipo, ho atteso che il gruppo mi venisse
incontro; a far da apri pista era Alessandro che, membro del
CAI-Pontedera ha rivestito nella giornata odierna il ruolo di
accompagnatore designato della comitiva.
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Fig.4. La Chiesina di San Genesio. |
Giunti
a San Genesio, contravvenendo fortunatamente a quello che il
tracciato originale imponeva, abbiamo attraversato la Tosco Romagnola
e imboccato immediatamente la via di Montorzo, aggredendo, su un bel
pezzo di sterrato, la collinetta verso il podere del Grillo e su fino
a Calenzano, percorrendo di fatto il tratto non ufficiale ma a dire
il vero “autentico” (secondo l'itinerario di Sigerico) della via
Francigena; la viottola, che passa tra filari di viti, presenta in
alcuni tratti pendenze aspre, che qualcuno ha dovuto affrontare piede
a terra.
Giunti
a Calenzano, il gruppo, allungato in fila indiana, ha proceduto per
le piscine di San Miniato, da li verso il Poggio Tagliato,
costeggiato a gas aperto Canneto per poi ricompattarsi all'inizio
della via della Dogana, da li abbiamo proceduto verso la suggestiva
via di Meleto.
Chi
conosce la via di Meleto avrà sicuramente avuto modo di apprezzarne
i magnifici scorci che spaziano da San Gimignano alle Alpi Apuane, la
strada si snoda lungo un crinale che fa da spartiacque fra i comuni
di Castelfiorentino e San Miniato, essa è totalmente sterrata, e non
è un breve tratto! Il color rosa pallido della strada, il verde
austero dei cipressi, il grigio delle colline d'argilla e l'azzurro
del cielo, regalano in questo tratto di pedalata la classica effige
da cartolina che ha reso la nostra regione unica nel mondo, per
qualcuno si inizia ad entrare nel vivo del giro, gli amanti delle
ruote grasse si esaltano lontano dalle lingue nere di catrame, alcuni
invece, pur godendo dei luoghi iniziano a sentire il peso sulle
gambe, in realtà non siamo ancora a metà giro, e in scaletta lo
spettacolo prevede delle salite di prima categoria, e tutte nel
finale... ci sarà da soffrire!
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Fig.5. Foto di gruppo in località Campriano. |
La
traversata prosegue, percorsa tutta la via di Meleto svoltiamo per
Gello, Michele che per esigenze d'orario non può continuare, insieme
ad altri amici di Ponte a Elsa, fra cui Adriano, si avviano verso
casa, per tutti gli altri però Ciclotartufando 2012 continua;
Alessandro ci indica la strada da prendere e da Gello puntiamo
decisi, complice anche la bella ed eccitante discesa, verso
Collebrunacchi, primi a scendere siamo io e Francesco, un quindicenne
che in compagnia del babbo ha deciso di prendere parte a questa
iniziativa, e devo dire che il ragazzo ha buone carte da giocare,
resistenza e tecnica non gli mancano, con un allenamento mirato si
potrebbe levare tante soddisfazioni! Finita la discesa ci lasciamo
dietro lo sterrato, e su asfalto proseguiamo alla volta
dell'incantevole borgo di Cusignano, lo attraversiamo e ci
precipitiamo nella sottostante valle di Cafaggio, dove a mezza
discesa incrociamo col suo completo grigio a scritte blu Mr. Stefano
M., che, intento a farsela in salita non regge alla tentazione, e
messo da parte il proposito di giungere fino in cima fa dietrofront e
si unisce almeno per un po' a noi!
Pilerno
ci accoglie con la sua bella vallata verdeggiante, in località
Volpaio ricomincia lo sterrato, una bella salita di media difficoltà
attende di essere conquistata, qualcuno ingaggia battaglia a suon di
scatti sulle pedivelle, qualche altro invece se la sorseggia con
tutta tranquillità, poco più avanti, in località Capo di Vacca i
primi del gruppo si fermano ad attendere gli altri, mentre Stefano
M., in sella già da almeno un paio ore ci lascia e fa ritorno a
casa.
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Foto.6. Ristoro presso la Fattoria di San Quintino. |
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Fig.7. Attimi al ristoro (foto di Sonia Montagnani) |
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Fig.8. Alcuni dei presenti a Ciclotartufando 2012. |
“Lasciate
ogni speranza o voi che pensate che le fatiche sian finite”, dopo
Pentola c'è ancora una sfida da superare, essa porta il nome di erta del Cenni, anche qui, come per la precedente salita, le pendenze non
ci vanno di scartino, con l'aggravante che la via è sterrata e con
un fondo in condizioni proibitive, io vado del mio passo e mi
affianco a Sonia, una coriacea componente del CAI-Pontedera che ha
prestato le sue gambe, (che per sua stessa ammissione sono più
votate alle scarpinate in montagna) alla bicicletta, e se è giunta
fino qui può ritenersi a buon diritto soddisfatta, adesso infatti
quei circa 45 km preventivati dall'organizzazione stanno volgendo al
termine, in cima alla salita del Cenni, anche uno dei protagonisti
della mattinata, il volenteroso Attilio, si stacca dal gruppo per
tornare verso casa, i restanti proseguono per San Miniato, in piazza
Bonaparte si spendono le ultime parole ufficiali di Ciclotartufando
2012, qualcuno di li a poco se ne andrà verso Montopoli,
l'inesauribile Stefano B., vista anche ormai l'ora tarda, decide di
lasciarci per puntare subito verso una bella doccia calda in quel di
La Scala, io decido di continuare ancora per un po', accompagno i
superstiti di questa avventura fin quasi a San Miniato basso, fra gli
ultimi saluti ci congediamo con la speranza di ripetere il prossimo
anno con lo stesso spirito una 2° edizione di Ciclotartufando 2013.
hanno
partecipato:
Adriano
e gli amici da Ponte a Elsa
Alessandro
da Isola
Attilio
da Ponte a Elsa
Domenico
da La Scala
Francesco
e suo babbo da Montopoli
Maurizio
col suo amico del gruppo dei Glemas da Montopoli
Michele
da Ponte e Elsa
Sonia
e tutto il gruppo CAI di Pontedera e dintorni
Stefano
M. da Ponte a Egola
Stefano
B. da La Scala
martedì 23 ottobre 2012
SVALVOLATI MA CON LA TESTA SULLE SPALLE
scritto da Fabio Cappelli
E' di domenica 18 novembre una
bella uscita in mtb con due degli elementi di punta del gruppo degli
Svalvolati in mountain bike, questo è infatti il nome che si sono
dati questi nuovi e intraprendenti amanti delle ruote grasse che
risiedono in Ponte a Egola.
Da qualche tempo infatti, nel panorama locale della mtb si sono affacciati, fra i numerosi
gruppi e singoli che sempre più spesso scelgono di percorrere
sentieri e strade bianche del comprensorio, anche questi amici che
amano il contatto con la natura, la buona compagnia e qualche bella
ora passata su una bici piegati sul manubrio.
Si chiamano Svalvolati è
vero!! Ma sono ragazzi con la testa sulle spalle, domenica erano
appunto in due Andrea e David, gli avevo garantito un giro
tranquillo, e del resto era quello che avevo in programma, poi,
all'ultimo istante si è aggregata una vecchia quanto temibile
conoscenza dell'off road sanminiatese....Stefano M.; a quel punto gli schemi sono saltati, e nel
rispetto che si deve a chi come lui ha qualche luna e molti
chilometri in più sulle spalle, ho lasciato con piacere che il ruolo di condottiero passasse nelle sue mani.
Aggregandoci un po' alla
spicciolata, domenica il gruppo contava i seguenti componenti, oltre
a sottoscritto e ai già citati Andrea, David e
Stefano M., erano altresì presenti sia una conoscenza ormai consolidata
dei pedalatori del week end che è naturalmente David A.F. e un
neo-fanatico dei rapporti corti... Attilio! Che da solo con la sua
loquacità fa metà del gruppo!
Affidato quindi lo scettro del comando a Stefano, ho sperato che non ci sarebbe andato
giù troppo peso; avendo infatti sperimentato in tempi non sospetti i suoi
ritmi, ho temuto che ci avrebbe sacrificati un po' tutti, ma nella
realtà è rimasto entro gli argini di una girata abbordabile, e, ad
essere sinceri è stato un tracciato bello e inusuale, molti dei
sentieri infatti era tantissimo che non li facevo neppure io, mentre
per qualcuno del gruppo erano addirittura una novità assoluta.
L'incontro clou è stato
all'interno del single track detto degli Stalloni, dove abbiamo
incrociato Filippo e il suo gruppo di irriducibili mastini
intenti a togliere di mezzo un grosso tronco di pino che ostruiva il normale
transito attraverso quella burella; il piacevole imprevisto ha dato
il tempo di scambiare qualche battuta, qualcuno di noi si è pure
prodigato nel fornire un aiuto, e una volta eseguita l'operazione di
riapertura ci siamo rimessi subito in sella per non far ghiacciare i
muscoli e continuare, ognuno secondo le proprie tabelle di marcia, il giro
messo in programma.
Il giro come dicevo è
risultato all'altezza di tutti, ma nella realtà non ci siamo fatti
mancare nulla, dalle discese alle salite, dai tratti pedalabili a
quelli molto più tecnici, l'intero percorso si è sviluppato lungo
una serie assai varia di diverse e divertenti situazioni, il fondo
nel complesso è risultato essere in un ottimo stato di
percorribilità, eccezion fatta per qualche pozzanghera qua e la, il
terreno era ben battuto e senza troppe insidie.
......si dice che quando il
tempo passa via veloce, è un tempo trascorso felicemente, e mi
sembra che a fine giro la sensazione fosse proprio questa.
mercoledì 10 ottobre 2012
LA FRANCIGENA: UNA VIA CHE UNISCE
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Fig.1. Foto di gruppo alla pieve di Coiano sulla via Francigena |
scritto da Fabio Cappelli
La Scala di San
Miniato - Domenica 7 ottobre 2012:“C'è più gente oggi
sulla Francigena che sulla FIPILI!?” Forse, nella giornata odierna,
questa affermazione sarà scappata di bocca a qualcuno, che
trovandosi a passare in quel suo segmento compreso tra Campriano e
Coiano ha visto un intenso quanto inusuale andirivieni di persone!
Effettivamente, devo ammettere che anche io stesso, che in quel
tratto di strada bianca ci sono passato tante volte, non ero mai
stato testimone di un numero così nutrito ed eterogeneo di cristiani
tutti in una volta; piccini e grandi, donne e uomini, a piedi, in
bicicletta o a cavallo, tutti intervenuti per onorare un appuntamento
in calendario già da qualche tempo, che ha visto unire le forze di vari
enti locali per dar modo alla gente di conoscere il territorio in cui
vive e dar lustro ad un'istituzione millenaria, come lo è la via
Francigena.
Ed ecco appunto che
l'uomo si riappropria di una cosa per lui assai preziosa, autentica,
concreta e insostituibile, che c'era già prima di noi e ci sarà
anche dopo..... la Terra! E devo dire che è ben augurante osservare
che siano in tanti a volersi riavvicinare a questa culla primordiale,
poiché forse, il paradosso, è che più si sta a contatto con la
Terra e più ci si sente ricchi d'umanità, sarà anche perché
vicino ad essa si percepisce la limitatezza umana, facendo allo
stesso tempo riguadagnare alle cose il loro giusto ordine e il loro
giusto valore all'interno della nostra vita.
Finita la filosofia ecco
un po' di cronaca.
Sono molti coloro che,
partiti da Castelfiorentino, sono andati a convergere sull'antica via
dei pellegrini, ognuno col proprio mezzo, ognuno col proprio passo, e
mentre questo pacifico esercito marciava verso il punto nodale della
pieve di Coiano, anche noi, da San Miniato, in sella alle nostre
mountain bike abbiamo puntato dritti verso quell'obiettivo.
La partenza ufficiosa
fissata per le ore 8:30 dal piazzale Trieste di La Scala, ne ha vista
una seconda, questa volta ufficiale, per le ore 9:00 da piazza
Buonaparte in quel di San Miniato, con la fusione di 3 realtà
locali, la più cospicua proveniente da Ponte a Elsa, e le altre da
La Serra e La Scala; potete star certi che il Granduca Leopoldo,
assiso sul suo piedistallo, era compiaciuto nel vedere tanti biker's
gironzolarglisi attorno e in procinto di dar vita a questa bella
iniziativa; con i quadricipiti già caldi dopo aver affrontato
l'ascesa del Poggio, e con qualche minuto di ritardo sul rullino di
marcia, ci siamo avviati verso la meta prefissata, la Pieve di
Coiano, la giornata non è, meteorologicamente parlando bellissima, nuvoloni si rimescolano grigi in cielo e si frappongono fra noi e il sole, ma tutto sommato la temperatura e
gradevole e tra le foglie non passa un filo di vento; le ruote
artigliate iniziano a rotolare fra asfalto e selciato, usciamo fuori
dal centro storico di San Miniato, il gruppo che siamo riusciti a
mettere insieme è vivace e variegato, ottimo connubio fra pedalatori
e passionisti, fra noi ci sono veterani e nuove leve.
Poco oltre il Poggio
Tagliato abbiamo svoltato a destra per iniziare lo sterrato, questo
pezzo di strada per quanto inflazionato, è sempre bello da fare, in
cima allo scollinamento infatti, la visuale che si apre è davvero
appagante per gli occhi, qui siamo in località Capo di Vacca, si continua a salire
ancora per un po', poi di nuovo una strada in terra battuta sul
crinale, ancora pochi chilometri e la via Francigena, che mai, da
quando siamo partiti da San Miniato abbiamo lasciata, convergerà in
località Campriano, con la via di Meleto, dal quale stanno giungendo
gli amici del gruppo Vallerbike di Castelfiorentino.
L'incontro previsto,
almeno per il momento non ci sarà, giunti infatti a Campriano
sfiliamo senza trovare anima viva, mentre all'altezza del trivio
Castelfiorentino-Coiano-San Miniato, “raccattiamo” gli ultimi due
amici che faranno toccare alla nostra comitiva il numero massimo di
16 biker's; ora siamo al completo, non resta che dirigerci verso la
meta, e cosi è! Poche pedalate e siamo ai piedi della scalinata che
porta alla bella, quanto trascurata, pieve di Coiano, che questo sia
un punto di ritrovo non coglie di sorpresa nessuno, molte sono
infatti le auto parcheggiate, e un tavolino con due membri della
Misericordia locale, prodighi nel darci informazioni, non lasciano
spazio ai dubbi, il punto di ritrovo è li. Si ok ma la gente? Dove
sono tutti, e più che altro, dov'è l'altro gruppo di biker's con il
quale ci dovremmo incontrare?
Qui non si vede e non si
sente nessuno! Attendiamo qualche istante, poi l'impazienza di
qualcuno ha il sopravvento... non resta che ripartire lasciando
sfumare così quest'incontro tanto decantato, peccato, un'occasione
persa! Il viaggio riprende, ed ora la strada, sempre sterrata, inizia
a farsi davvero bella, non solo! Più proseguiamo e più si iniziano
a vedere, prima alla spicciolata, poi in gruppi sempre più
consistenti, ivi inclusi quelli a cavallo, file interminabili di
persone che ci passano accanto! Sono tantissime, ci salutano in
maniera amichevole; gli scenari cambiano continuamente, dalla strada
bianca si passa al sottobosco in terra battuta, per giungere, immersi
nel verde intenso delle colline, ad un viottolo in cui a malapena si
riuscirebbe a passare in due affiancati.
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Fig.2. la via Francigena in val d'Orlo. |
Ci fermiamo a far due
chiacchere con loro, socializziamo mentre qualcuno ha avuto la
brillante idea di imbandire un tavolino con vassoi pieni di
cantuccini e bruschette, bravi! E del resto nessuno ha fatto segreto
di apprezzare la cosa, vista la rapidità con il quale sono stati
spolverati! Abbiamo preso anche spunto dal momento per immortalare quest'attimo a
memoria perenne dei posteri scattando qualche foto, infine, salutati
i nostri “colleghi di sellino”, ci siamo riavviati verso casa...
si ho detto verso casa, ma il giro è proseguito con ancora davanti
diversi chilometri e salite, ed ecco a voi il resto!
All'andata il trivio che ci
aveva dato due componenti da sommare al resto del gruppo, ora se li riprende e con gli interessi, sono in tre infatti,
all'altezza di questo snodo, che sotto gli occhi incuriositi di
cavalli e cavalieri, decidono di defilarsi dal gruppo per tornare a
casa lungo la via più breve.
Siamo meno ma pur sempre
in nove, e sempre con ancora energia da spendere, si arriva a Gello,
e attraversando una veloce discesa sterrata, fra panorami sulla valle
e passaggi nel bosco, arriviamo dopo una serie di curve e controcurve
da cardiopalma, nella frazione di Corazzano; qui qualcuno si è
esaltato, e se dopo il suo battesimo del fuoco non ha proprio
promesso amore eterno alla mountain bike, almeno un anellino di
fidanzamento glielo ha comprato!
Attraversiamo il
ponticello dietro l'abitato di Corazzano, e percorso tutto lo sterrato di fondovalle, ai piedi della salita di Balconevisi c'è
spazio per un altro saluto a Maurizio, Ivan e Riccardo Magno che ci
hanno tenuto compagnia in questa mattinata d'inizio ottobre; è a
questi punti che mi salta in testa un'idea perversa, un'idea dal nome
Romilda!! Nessuno dei superstiti di quest'uscita sa cosa ho in serbo per loro! Essi mi precedono, e all'altezza del Genovini, dando
per certe le mie intenzioni piegano verso sinistra, li faccio
illudere ancora qualche secondo, poi indico con la mano di andare a
destra, mi guardano e mi seguono disorientati, li faccio entrare per
una stradina sterrata, che forse nessuno di loro conosce, finché
appare alla nostra vista Romilda appunto, che non è un'avvenente ragazza dalle
curve sinuose e vestita in abiti succinti (magari), no proprio non lo
è! Si para dinnanzi a noi una collina, tagliata da una “strada”
appena accennata fra i campi con fondo insidioso e pendenze taglia
gambe! Qualcuno è incredulo sul fatto che si debba e si possa
veramente passare da li, ma per dissipare ogni dubbio apro per primo
le danze.
La difficoltà pratica
nell'affrontare Romilda è, oltre ad una buona preparazione fisica, l'essere anche dotati di una discreta componente di tecnica di guida; la viottola, perché di
questo tratta, sale lungo la linea di massima pendenza di un
poggetto, essa è solcata da rivoli profondi formati dalle piogge, in
alcuni tratti questi rivoli si incrociano, rendendone difficile l'attraversamento, costringendo spesso a mettere il piede a terra, inoltre vanno affrontate delle contro
pendenze ed infine non è neppure una salita così breve, specie se
si considerano l'entità delle pendenze, che oltrepassano
tranquillamente il 20%!
Ad ogni modo nessuno
cede, ognuno giunge in vetta salutato anche dalle incitazioni di una
coppia di turisti tedeschi che, trovatisi li per caso, non si
aspettavano di veder sbucare gente, per giunta in bici da quella
stradella!
Ma non è finita!
Dopo la salita, ora ci
attende la discesa, all'altezza di Moriolo infatti imbocchiamo il
single track omonimo, perfettamente percorribile, questo è, (a parte
per il sottoscritto) una novità assoluta per tutti, faccio strada,
uno dopo l'altro tutti seguono la mia scia, chi con fare deciso chi
un po' più titubante si scende verso il fondo valle.
Il transito attraverso questa burella che s'infila in una macchia di modeste dimensione, non è per nulla facile, essa è caratterizzata da discese ripide, sentieri stretti ed esposti su profondi canali d'acqua, rapidi cambiamenti di direzione, questi fattori sommati insieme, rendono ostico il passaggio, però quando si inizia a prenderci confidenza, diventa davvero elettrizzante, che quasi si spererebbe in un impianto di risalita tipo pista da sci per fare in modo che il divertimento non finisse subito!
Ora il giro volge al
termine, nonché le energie, questo l'elenco degli ultimi rimasti che
si accingono ad affrontare l'ultima fatica di giornata, in ordine
alfabetico per cognome essi sono: “Adorni Fontana, Bia, Cappelli,
Musetti, Scali Jr, Scali Sr.” ed ora passo a presentare anche
l'ultima fatica: “erta del Cenni”.
L'erta del Cenni,
consigliata da Scali Sr, è una strada totalmente sterrata che se
qualcuno di voi avesse interesse a documentarsi sui dettagli, potrà
farlo sul post Salite/Discese sempre questo blog.
La stanchezza, almeno per
quel che mi riguarda inizia a farsi sentire, un giro di pedale dietro
l'altro e i metri verso casa sono sempre meno, e quando si intravede
la fine di questa greppa, si può affermare che la via verso una
doccia calda è ormai spianata; resta, nell'arco di quattro ore di
pedalata in gruppo, la soddisfazione di aver passato del tempo sereno
in compagnia di persone con le quali condividere una passione che ci
porta a conoscere una innumerevole quantità di angoli nascosti del
nostro affascinante territorio, speriamo di replicare quanto prima!
mercoledì 3 ottobre 2012
PREGHIERA DEL CICLISTA
scritto da Michele Musetti
Carissimi appassionati ciclisti e non,
non posso esimermi nel proporvi, qui di seguito, le magnifiche righe dell'autentica "Preghiera del ciclista", gentilmente preparata, proposta e donata in occasione della benedizione dei ciclisti nella mattina del 30 settembre 2012 presso il Santuario della Madonna di Montenero a Livorno; e anche quest'anno, come ogni anno (e ne sono passati ormai cinque dalla mia prima volta), che in concomitanza di tale ricorrenza, ho deciso di offrire alla fede, la "sofferenza" di 137 km (tanto dista infatti il Santuario da casa mia, fra andata e ritorno) alla velocità media di 30.3 km/h!.
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Fig.1 - I nostri eroi Michele, Attilio e Andrea |
Siamo partiti alle 7:30 con brutti presagi meteo visto i nuvoloni minacciosi che imperversavano, ma soprattutto dopo che la sera prima eravamo andati a nanna con la compagnia di tuoni e fulmini, tuttavia mai dubitare della divina provvidenza, la quale al contrario di quanto anzidetto, ci ha regalato una giornata spettacolare e soleggiata.
Siamo arrivati a Montenero alle ore 9:45 scortati da un folto gruppo di ciclisti (25/30) acciuffati per caso durante il passaggio lungo l'Arnaccio, ci siamo fidati di costoro e della loro presunta conoscenza dei luoghi, e la nostra fiducia non è stata affatto mal riposta, essi infatti ci hanno regalato la possibilità di godere di scorci panoramici di una città di Livorno lungo strade a noi ignote e che altrimenti avremmo senz'altro evitato.
Dopo una breve sosta per mangiare, bere, fare due foto di rito e dedicare qualche minuto alla Madonnina, ci siamo rimessi in cammino, e, aiutati questa volta, sempre casualmente, da un nuovo gruppo di "colleghi" composto di circa 20 unità, questi ci hanno scortato fino a Pontedera dopo una gran prova di valore che ci ha visto sudare le pene per riacciuffarli, e poter così fruire delle loro scie; alle ore 12:30 circa eravamo già a sotto la doccia .
Vi regalo queste parole che ci hanno veramente toccato, perché esse rispecchiano il nostro stato d'animo ogni volta che saliamo sulle nostre amate bici, è come se qualcuno avesse scrutato nel profondo dei nostri pensieri e avesse tradotto in versi quello noi non saremo in grado di esprimere in maniera altrettanto efficace.
PREGHIERA DEL CICLISTA
Grazie Signore,
per avermi fatto conoscere e amare la bicicletta
che mi fa sentire libero sulle strade del mondo.
Fa' o Signore
che la fatica del pedale non sia solo evasione
ma più motivo di ringraziamento
per le bellezze della natura che attraverso.
Aiutami Signore
a trovare il comportamento e le parole adatte
per chi incontro stanco e sfiduciato
come trovo il buon rapporto sulle dure salite
che affronto con coraggio anche se ho forza limitata.
Spero Signore
che tu mi aiuti a finire bene la corsa
per meritare il Tuo giusto premio.
Affido questa speranza alla Tua Madre Santa
che mi protegga sempre con tutti i miei cari.
lunedì 7 maggio 2012
IL CINQUE MAGGIO
scritto da Fabio Cappelli
“Ei fu siccome immobile”, così inizia una celeberrima poesia di Alessandro Manzoni “Il Cinque Maggio”, dalla sua stesura sono passati 191 anni, ed oggi a distanza di quasi due secoli da allora, la prima riga dell'opera letteraria potrebbe iniziare così:”Ei son siccome mobili”.
Sulla piazza arriviamo in due gruppetti distinti per formarne un unico pronto a macinare chilometri lungo tutto il tragitto ufficialmente riconosciuto dell'itinerario di Sigerico, in ordine rigidamente alfabetico i presenti all'appello sono: David, Fabio, Massimo, Michele, Paolo, Riccardo, Roberto, Roberto, Stefano; la giornata, meteorologicamente parlando non è delle migliori, un cielo prevalentemente coperto, che a tratti sembra minacciare anche pioggia, ci da il benvenuto in questa mattinata di ormai primavera inoltrata, la temperatura dell'aria non sarebbe neppure così male se non fosse per il fatto che una brezza tesa contribuisce a farne percepire una più bassa! Comunque non ci lamentiamo, poteva anche andare peggio.
E' tempo di ripartire! Ci lanciamo in picchiata per una discesa veloce e moderatamente tecnica, lo scenario tutto intorno si fa veramente suggestivo, le continue piogge dei giorni precedenti hanno reso la campagna di un colore verde vivido, talvolta cangiante per via del vento che soffia sui pendii dei colli, nubi cinerine si aprono e si chiudono sopra di noi, lasciando a tratti filtrare dei caldi raggi di sole; al termine della discesa ci troviamo a transitare per poche decine di metri sulla via dell'Orlo per poi tornare subito dopo su sterrato sempre più vicini al nostro obiettivo, si torna a salire su bellissime strade bianche, costeggiamo case sparse dal sapore antico, recinti d'allevamento di ovini, qualcuno ci saluta col sorriso in faccia, procediamo su crinali ondulati che consento di spaziare lontanissimo con lo sguardo.
Terminato il tratto prestabilito della via Francigena c'è ora da pianificare il viaggio di ritorno, intanto c'è da salire fino allo scollinamento di Gambassi che non è proprio una passeggiata, il segnale stradale parla chiaro, pendenza media 10% ma in fin dei conti i rapporti corti da mountain bike agevolano abbastanza l'impegno che devono sopportare le gambe, più tosta invece se fatta con una bicicletta da corsa (provare per credere!), in cima al valico, mentre attendiamo che il gruppo si riunisca, iniziamo a pensare alla pausa pranzo, mezzogiorno è passato da un po' è le energie iniziano ad entrare in riserva, urge riempire lo stomaco e ci mettiamo d'accordo di sostare qualche chilometro più avanti in corrispondenza dei ruderi della vecchia cisterna romana di Montaione, devo dire che non è una vista usuale quella di 9 biker's stesi su un prato in un clima conviviale, con panini e barrette; fra un morso e l'altro c'è tempo per qualche battuta di spirito, l'atmosfera è rilassata, insomma sono proprio quei momenti che da soli valgono l'intera escursione!
La pausa finita! Risaliamo in sella, ci aspetta il discesone asfaltato fino a Montaione, scorrevolissimo ce lo beviamo in un sorso, ormai l'atmosfera è rilassata, in paese ci concediamo anche il tempo di un caffè, poi via di nuovo verso la stupenda strada di Santo Stefano, questa si snoda su un crinale che riassume un po' tutta la bellezza della campagna toscana, colline verdi e grigi calanchi, borghi sullo sfondo e casolari in stile rustico, davvero un bel paesaggio.
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Fucecchio: poco prima del via. |
Ore 8:30 del giorno 5 maggio 2012, piazza G.Montanelli, Fucecchio, come da calendario è in programma l'escursione sulla via Francigena da Fucecchio a Gambassi organizzata dalla UISP, è ancora incerto il numero e l'identità di coloro che onoreranno con la propria presenza questo bell'incontro a base di sport, natura e storia, ciascuno dei potenziali adesori, ancora chiuso fra le mura domestiche sta ultimando i preparativi per giungere pronto all'appuntamento; una colazione abbondante, le vettovaglie da mettere nello zainetto, una pulitina alle lenti degli occhiali, la borraccia a riempire sotto la cannella di cucina e l'ultimo controllo alla mountain bike affinché non vengano fuori spiacevoli sorprese a pedalata già iniziata.
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In viaggio |
Alle ore 9:05 viene dato il fischio d'inizio all'escursione, ci si prospettano, tanto per gradire, circa 30 km certi per arrivare a Gambassi, e mentre l'andata sarà ragion forza dettata dagl'obblighi di tracciato preventivamente conosciuti, il ritorno sarà studiato sul momento anche in base alle esigenze dei partecipanti; ad ogni modo alla fine saranno come minimo sindicale 60 km.
Usciamo da Fucecchio e attraversato il ponte sull'Arno, svoltiamo subito a sinistra come la segnaletica dedicata c'impone, i primi chilometri sono su asfalto, oltrepassata la frazione di San Pierino, ultimo avamposto del comune di Fucecchio, si entra in territorio Sanminiatese, all'incrocio principale del paese di San Miniato basso, in una viucciola praticamente sconosciuta a tutti, che s'incunea fra un palazzone e la vecchia chiesa del paese, inizia il primo tratto in fuori strada della giornata e con esso anche la prima salita, è solo un assaggino di ciò che ci attenderà più avanti, nel senso di bellezza del paesaggio, ma quanto meno ci consente di lasciarci alle spalle catrame e tubi di scappamento che già iniziavano a farci venire l'orticaria!
Saliamo per San Miniato, ovviamente non si scappa, qui c'è da sudare! Le pendenze non sono impossibili, ma siamo tutti ancora coi muscoli freddi e le pendenze sono pur sempre degne di rispetto; un po' alla spicciolata, uno dopo l'altro conquistiamo la cima, passiamo sotto le poderose mura di San Francesco, poi piazza Buonaparte e via, fino a lasciarci dietro anche i vicoli medievali della città del tartufo bianco.
Uffa ancora asfalto! E' vero; ma gli scenari già sono mutati, le strade son praticamente sgombre di auto e il mare verde di colline che si estende a sud del Valdarno inferiore si apre, con tutta la sua arcaica bellezza sotto ai nostri occhi.
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Coiano: l'incontro con una pellegrina |
I chilometri scorrono sotto le ruote tassellate fino a giungere ad imboccare nuovamente lo sterrato poco oltre il Poggio Tagliato, finalmente s'inizia a fare sul serio, ciascuno dei presenti conosce benissimo queste strade, ma di fatto è sempre un piacere percorrerle da tanto che sono belle; inoltre oggi il fondo è ottimale, non c'è fango e ciò consente di godersi appieno, dopo la neve, il gelo e la pioggia delle settimane precedenti, un terreno ben compatto che agevola tantissimo l'aderenza dei pneumatici.
Arriviamo a Capo di Vacca, proseguiamo in direzione Campriano, qui la Francigena coincide con la sempre affascinante via di Meleto, sempre su sterrato ci dirigiamo verso Coiano; questo luogo è un nodo importante nell'ottica della via Francigena, la Pieve qui costruita infatti, dedicata a San Pietro e Paolo, è indicata come XXI tappa secondo l'itinerario di Sigerico, quindi, giunti anche noi ai piedi dell'antica struttura decidiamo di fare una sosta; è qui che abbiamo incontrato una pellegrina molto speciale, una ragazza di cui ignoriamo il nome, la quale ci ha detto che era partita da Loreto circa una settimana prima per giungere, a piedi e in assoluta solitudine a Santiago de Compostela, non so se leggera mai queste righe, ma, e credo di poter parlare a nome di tutti, le auguriamo un buon viaggio, con la speranza di raggiungere la meta che si è prefissata, sia essa di natura fisica che spirituale.
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Via Francigena tra Coiano e via d'Orlo |
La salita sterrata per tornare sulla direttrice di Gambassi, è, nella parte finale più impegnativa, ma nessuno della comitiva demorde, ed eccoci tutti in cima col gruppo che si ricompatta un po' alla volta in corrispondenza della strada asfaltata, giungiamo così all'ultima sosta ufficiale sulla via Francigena, la Pieve di Santa Maria Assunta a Chianni, nonché XX tappa secondo l'itinerario di Sigerico, quando vi giungiamo si sta celebrando un matrimonio, approfittiamo per fare gli auguri ai novelli sposi e al tempo stesso per visitare il magnifico edificio.
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Le verdi colline tra Coiano e Gambassi |
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Gambassi: chiesa di Santa Maria Assunta a Chianni |
Fatta anche l'ultima discesa, ai piedi della tenuta di Santo Stefano, ci reimmettiamo sulla via d'Orlo e puntiamo decisi per Corazzano, si torna verso casa! Ora l'allegra scorribanda prosegue in surplace, giunti al Genovini imbocchiamo la via di Mugnana e Scorno alla fine della quale iniziano i primi saluti, Riccardo infatti lascia il gruppo e prosegue da solo verso Bucciano, lo salutiamo e proseguiamo da via delle Gronde verso Molino d'Egola, qui il gruppo si sfoltisce ulteriormente, l'escursione sta volgendo al termine, la fatica si fa sentire, fra trasferimenti e quant'altro abbiamo sfiorato gli 80 km, stanchi certo! Ma soddisfatti, ognuno si dirige ora incontro ad una bella doccia calda e rigenerante, consapevoli di aver trascorso una giornata che ricorderemo per un bel pezzo!
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