scritto da Fabio Cappelli
Sotto un cielo inquieto
che ha riservato a spettatori e ciclisti scrosci di sole e di
pioggia, si è svolta ieri 15 maggio 2016 la 9^ tappa del Giro d'Italia dedicata a Gino Bartali, edizione
n°99; la sezione odierna, una cronometro di 40,5 km, ha avuto come
sottofondo uno scenario davvero d'eccezione, le colline del Chianti,
la prova contro il tempo infatti era compresa fra i borghi di Radda
in Chianti e Greve in Chianti, toccando fra gli altri punti lungo il
tracciato, anche l'incantevole abitato di Panzano in Chianti con i
suoi 448 m slm, è da questo punto privilegiato, poichè i corridori, a
causa della salita, si mantengono su velocità “relativamente”
basse, che siamo andati ad vedere il transito della carovana rosa.
Dicevamo del tempo, di
difficile interpretazione fin dalle previsioni meteo della sera
precedente che promettevano pioggia e sole un po' ovunque sulla
regione, lasciando comunque più di una speranza di spiragli che se
anche non garantivano sole pieno, facevano scongiurare almeno il rischio pioggia! E del resto
la mattina di domenica di sole in cielo ce n'era e in abbondanza!
Il Chianti, zona
bellissima, è un distesa di boscose colline intervallate dai tipici
filari di vite e da una viabilità secondaria che si aggrappa ai suoi
pendii con un'alternanza di salite e discese dalle pendenze
tutt'altro che benevole, sia per le gambe che per i motori.
Con l'evento del Giro,
già un bel po' prima di giungere a Panzano, la strada è stata transennata
e il personale preposto invita gentilmente a parcheggiare nei paraggi
ed avviarsi a piedi, noi ignoriamo (a ragione e per necessità) questo
suggerimento e proseguiamo finché si può in auto, poi, almeno un
paio di chilometri dopo questa prima transenna ne incontriamo una
seconda in prossimità ormai del paese, adesso l'invito diventa un
ordine e non resta che obbedire, scendiamo tutte le carabattole e ci
avviamo a piedi, scortati da nuvole cupe, a vedere il passaggio della kermesse.
Come era prevedibile sono
moltissime le persone che ci hanno anticipato, cerchiamo di
guadagnare i posti migliori, i ciclisti che da Radda partono per il
momento con una cadenza di uno ogni minuto fin dalle 12:35 iniziano a
sfilare sotto i nostri occhi in prossimità del terzo ed ultimo
intertempo prima dell'arrivo a Greve.
L'atmosfera è
elettrizzante, molti sono coloro che indossano qualcosa di rosa per
onorare il passaggio del Giro, il paese stesso si è vestito a festa
con palloncini, bandiere, striscioni e negozi addobbati dove il
colore della maglia di leader della classifica generale appare un po'
ovunque, i mezzi della RAI parcheggiati nella piazzetta adiacente la
strada hanno installato qui una telecamera fissa, un arco blu è
stato gonfiato in corrispondenza dello scollinamento, nell'area la
musica, il brusio della gente e il rimbombo lontano degli elicotteri
ci accompagna in questa attesa, prima cioè che anche l'ultimo
corridore non sarà passato da qui.
Intanto mentre siamo
immersi in questo caleidoscopio di colori e babele di lingue, dove
casualmente ci troviamo ad essere spalla a spalla con concittadini
sanminiatesi, le nuvole iniziano adesso a farsi davvero minacciose,
non passerà molto tempo prima che scarichino pioggia sulle nostre
teste! Comunque la situazione, a parte per chi gareggia, è meno
triste di quel potrebbe sembrare, le gocce per quanto battenti non sono violente e, unita alla possibilità di potersi riparare sotto
tende e pensiline, rendono l'attesa praticamente asciutta.
Mentre il pensiero di
beccarsi un bell'acquazzone affolla la mente di molti dei presenti,
nel frattempo i corridori sfrecciano uno dopo l'altro, ed ogni volta
vengono accolti con un boato, grida di incitazione e applausi; ad uno
meno conosciuto si alterna magari subito dopo un beniamino della
folla, la gente, armata di Gazzetta dello Sport confronta e associa
ad ogni numero di pettorale un nome, e poi subito a guardare il
tabellone del tempo e capire il ritardo dal più veloce fino a quel momento,
e veloci vanno davvero, tutti, anche gli ultimi si fa appena in tempo
a capirne i lineamenti e poi giù verso l'insidiosissima discesa.
Non manca molto al gran
finale, gli ultimi atleti partiranno ora con una cadenza di uno ogni tre
minuti, si iniziano a sentir pronunciare i nomi di corridori di alta
classifica ...Ulissi! E sale l'urlo della folla, Dumoulin! Che giusto
il giorno prima ha dovuto spogliarsi del colore rosa che ogni ciclista sogna
di indossare almeno una volta nella propria carriera, Landa!...
Pozzovivo! E ancora un grido saluta Domenico... Majka!... Uran!...
Chaves! E poi? E poi gli elicotteri rombano più insistenti vicini alle nostre
teste, si avvicina Vincenzo, quel Vincenzo che si è già fregiato di
una tripletta storica: Rosso, Rosa e Giallo! Ormai è vicino e un
sussulto percuote le ali di folla che quasi ne impedisce la vista e
il passaggio, e poi eccolo Nibali, sembra tagliare come un coltello
questa cortina impenetrabile, sfreccia via che a mala pena si vede.
Dopo di lui e la volta
del suo rivale più temibile, lo spagnolo Valverde e poi Kruijswijk,
e ancora lo sfortunato Zakarin vittima oggi di tre cadute! E infine
eccola che arriva, le ultime energie sono per lei, la maglia rosa,
indossata da un convincente Gianluca Brambilla, di nuovo gli
elicotteri si avvicinano, da lassù riprendono l'entusiasmo degli
appassionati del Giro, tutti si sporgono dalle transenne per vederla,
ed ecco che in un fragore assordante anche l'ultimo concorrente,
colui che detiene il titolo di leader della classifica generale
s'invola verso l'arrivo, tutti a questi punti sono davvero passati,
anche la pioggia, che dopo aver infierito sui nostri eroi, adesso
lascia spazio ad un piacevole sole.
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