prefazione di Fabio
Cappelli
Ogni tanto arrivano! Di
quando in quando, mentre meno te lo aspetti, come le ormai rare
rondini di primavera, o i dischi di Mina! Sono come messaggi chiusi
in una bottiglia e affidati all'immenso oceano del web, sono perle
dense di vivida sofferenza e immensa soddisfazione, nascono con le
gocce di sudore stillate da ogni poro della pelle, da ogni spasmo
muscolare appuntati come spilli nella memoria del nostro prode
“Capitano”.
In questa bottiglia è
arrivato un messaggio da sorseggiarsi piacevolmente come un thè
pregiato; intanto c'è un amico, Michele, che ogni volta butta il
cuore oltre l'ostacolo, che fa di un'esperienza, di questa esperienza
un resoconto al quale tutti possono attingere, trovare ispirazione,
carpire consigli o semplicemente riconoscersi dentro di essa, c'è
poi un percorso baciato recentemente dalla storia del ciclismo, in
queste strade l'iride mondiale ha impresso per sempre il suo sigillo
indelebile col passaggio dei suoi più grandi campioni con l'edizione
2013 del Mondiale, e poi c'è lei... Firenze, capoluogo di questa
stupenda terra di Toscana, città culla della rinascimento, fulcro
universale d'arte e di cultura, i suoi tetti rossi, la cupola del
Brunelleschi, la torre di Arnolfo e Ponte Vecchio, hanno riempito i
televisori di mezzo Mondo offrendo ai telespettatori uno spettacolo
di bellezza incommensurabile ! Michele scrive come se facesse una
deposizione, unisce a dei dettagli di natura tecnico-pratica un
cocktail di emozioni e piccoli aneddoti che faranno sentire il
lettore dentro la gara. Io mi fermo qui e vi lascio alle sue parole
vissuto, ideato e scritto
da Michele Musetti
Alè alè alè alè vai vai vai .. s’udia
arrancando sull’ardita erta di via
Salviati
a zig zag
procedevo onde evitar l’umiliante pied’a terra e rimediar dunque
losca figura al cospetto di cotanta gente che affollava l’ormai
mitica
salita
mondiale, ma da combattente ferito da crampi e
da orgoglio portai a termine
quella gloriosa e stupenda
avventura…..
Domenica 30 marzo sveglia ore 6:00 anche se
realmente sarebbero state le
5:00
visto che nella notte era
scattata l’ora legale, e giù dal letto per una
colazione
leggera, gli ultimi preparativi, la vestizione e la partenza in
macchina (con l’amata bici caricata la sera prima) in direzione
di Firenze
zona
Cascine, punto dal quale oltre 2000 ciclisti
si erano dati appuntamento per
una
lotta senza precedenti.
Il
mio numero di pettorale era il 1625 e mi ero ripromesso di
presentarmi
in
griglia quanto prima per non essere sempre fra
gli ultimi e precludermi
così la
possibilità di accodarmi
eventualmente a gruppi con dichiarati obiettivi di
classifica.
Ebbene ho notato che la GF di Firenze non inizia
realmente dal momento in
cui
gli speaker dell’
organizzazione sanciscono il via ai nastri di partenza,
ma
posso
testimoniare che le prime bagarre si sviluppano in FI-PI-LI.
Avete
capito
bene, in superstrada, inondata fin dalle ore 7:00
da carovane di ciclisti
in
macchine dentro le quali si
intravedono benissimo le specialissime
superleggere
arrocchettate
nelle relative bauliere.
Arrivo in zona Isolotto, breve capatina
al bagno del bar di turno per le
ultime necessità corporee
scaturite probabilmente dalla tensione
agonistica.
Preparazione
bici e via in griglia. Durante il percorso di avvicinamento in
griglia ho avuto, tra l’altro, il piacere di incontrare un
conoscente,
anch’
egli in fase di preparazione, appartenente
al gruppo di Santa Maria
“Empolivecchio” destinato poi a fare
una gran bella prova nel percorso
lungo,
che comprendeva tra
le altre avversità anche i passi del Giogo e della
Futa! Li
mortacci.!..
Bene! Torniamo a noi. Tutto come da programma,
ore 8:10 in griglia tra i
primi
degli ultimi, ma con la
possibilità di riagganciare fin dalle prime battute
gruppi
convintissimi che mi precedevano.
L’organizzazione aveva più
volte ricordato, sia su web sia nei minuti
precedenti la partenza
che i primi 10 km avevano il solo scopo di
trasferimento
per
godersi la passerella lungo le vie del centro storico fiorentino con
tranquillità senza rischiare di tirarci subito il calzino, con
sfuriate,
scatti
e volate negli stretti passaggi della città
gigliata fino allo Start
ufficiale
posto all’inizio della
salita per Fiesole.
Dando ascolto a tali raccomandazioni infatti
e come peraltro immaginavo
eccoti il via ufficiale ed eccoti
nell’ aria un rumore di pneumatici che
stridevano a cattivo
sull’ asfalto, con razzi che mi sfioravano a destra e
a
sinistra. Questa volta non mi sono tirato indietro, e mi sono
buttato nella
mischia con l’intenzione di rimanere aggrappato
ai gruppi di vertice e
cercar
in tutti i modi di fare una
prova da protagonista. Mi fiondavo sul pavè
cittadino con
veemenza inaudita e disprezzo del fair play a tutti
gli
effetti.
Turisti, passanti, tifosi, appassionati ci
applaudivano e ci incitavano.
Era
uno spettacolo nello
spettacolo. Piazza del Duomo, via Tornabuoni, i
lungarni,
luoghi
magnifici tutti a nostra disposizione. Un serpentone colorato e
variegato che che si districava lungo le vie storiche più
importanti della
città. Riuscivo a vivere l’emozione
dell’evento in contemporanea
all’adrenalina
sportiva che
ne scaturiva.
Ma eccoci all’ inizio della salita per Fiesole,
salita che poi continuerà
fino
allo scollinamento di Le
Croci. Stavo bene e salivo in scioltezza col 50-21
(forse questo
rapportone me lo sono poi ritrovato indigesto a fine gara)
con i
battiti a 160 sverniciando diversi antagonisti, elevandomi a
essere
superiore
nei loro confronti, ma con tanti altri che mi
riportavano poi alla realtà
surclassandomi nettamente. Così
fino a Le Croci riuscendo ad aver mantenuto
quella posizione che
mi ero prefissato. Inizio la discesa dove onestamente
ho
delle
lacune tecniche e mentali che mi inducono a giocare in difesa
e
cercar di
limitare il gap che questa specialità mi riserva.
Diversi davanti a me
spariscono a poco a poco curva dopo curva,
ma raggiunta la pianura mi resi
conto di esser riuscito a restare
alle calcagne di un folto gruppetto che
mi
avrebbe poi aiutato
ad affrontare il percorso pressoché pianeggiante, ma
non
esente
da vari intervalli ondulati passando dall’ autodromo del
Mugello
prima e
percorrendo la strada che costeggia il lago di
Bilancino dopo.
Anche se il gruppo che si era formato appariva
convinto nella
collaborazione
fra i vari componenti con cambi
a intervalli regolari che indicavano la
volontà di voler
quantomeno provare a riprendere i gruppi di vertice, se ne
notavano
i limiti atletici in quanto la velocità si stabilizzava intorno ai
39/40 km/h e con quell’ andatura era scontato il dilagar del
distacco da
chi ci
precedeva. Bivio percorso lungo / corto, il
gruppo di circa 40/50 unità si
disgrega e per il corto rimaniamo
circa in 30. La collaborazione procede
ancora
e a un certo
punto lungo la strada che costeggia il lago possiamo notare in
lontananza, ma parecchio più avanti, pressoché dalla parte
opposta della
sponda
(penso a circa 10 minuti) il gruppo di
testa con le vetture e le moto al
seguito. Quello era il nostro
obiettivo. Tutti ce ne accorgemmo e così si
sprecavano i
commenti….dai si ripigliano! …non sono mica tanto
lontani!....ma
poi anche…fino lì ci posso anche arrivare, ma poi mi butto in
acqua! …..
stiamo calmi si deve ancora affrontare la salita di
Pratolino!.. e così
via..
Certo per me era già una gran bella
soddisfazione trovarsi a metà corsa
alle
costole del gruppo
di testa…Non mi era mai capitato di essere così tanto
vicino
al cuore di una competizione ciclistica, e me la godevo
tutta!!….ma il
distacco
continuava ad aumentare.
Si
prospettava all’ orizzonte la salita di Pratolino, culmine dal
quale poi
saremmo scesi in picchiata verso Firenze dove ci
aspettava il suicidio di
massa
chiamato via Salviati….
Sapevo che si trattava di un muro ostico, ma
cosi!...
Un passo
alla volta. Prima Pratolino. All’ inizio dell’ ascesa riuscii a
mantenere, per un buon tratto, una discreta andatura restando con
i
migliori
del gruppo, ma col passare del tempo i miei limiti
di resistenza fisica si
riproponevano crudelmente come sempre.
Inizi di crampi ogni dove mi stavano
terrorizzando, ma cercavo di
far finta di niente e continuavo incosciente
nella
mia azione.
Brutto errore! Sempre più forti i morsi ai polpacci e al retro
coscia…cercavo di dargli respiro scalando i rapporti, ma quando
poi ti
ritrovi
col 36/28 e insisti nel voler scalare ancora,
bè allora sei arrivato alla
frutta! Come si dice in gergo hai
fatto la botta. Butti l’ancora e speri in
un
qualsiasi
miracolo, percepisci il minimo alito nel vento contrario anche se
non
si muove foglia, speri in un minimo tratto di strada che possa
spianare e
farti
riprendere fiato e preghi e preghi ancora di
arrivare in cima il prima
possibile per poter recuperare la
condizione fisica sfruttando la
successiva
discesa, ma più il
tempo passa e più vai piano e più vai piano e più ci
vuole
per
arrivare in cima, è un serpente che si morde la coda…E ancora
non
sapevo
cosa mi aspettasse realmente! Mi vedevo risuperare
da tanti, tanti
ciclisti
che avevo fatto fessi! e che pensavo
di non rivedere più. In pratica mi
stavo
rimangiando tutto il
bel lavoro fatto fino a quel momento. Pazienza,
pensai, ma
poi
fanculo esclamai! e dai ancora i crampi, spingevo con la gamba destra
perché avevo i morsi a sinistra, e poi al contrario…e mi
continuavano a
superare.. Finalmente il gran premio della
montagna e via per la
discesa…..Non
mi ero mai sentito così
realizzato come in quel momento…Mentre scendevo non
senza
difficoltà pensavo a via Salviati, ultima asperità, ma non ero
tanto
preoccupato in quanto dopo molti km di discesa avrei
sicuramente recuperato
le
forze per fare quei terribili e soli
600 metri. Pensavo male. Dopo un
percorso
di 90 Km. fatti a
tutta e finita questa discesa curva secca a dx
e….ihiihihi…..
cos’è
? una parete di cui non si vedeva la cima. La via era gremita
di
gente
ai suoi lati. Ciclisti che procedevano a piedi, altri
ritti sui pedali in
precario stato di equilibrio, altri che
procedevano a zig zig, era un campo
di
battaglia ed io in
prima linea!!! Provai a mantenere per un po’ il 36/24,
ma
dopo
2/3 metri cloc il 28 (mitico fidato alleato!) avevo fatto appena
20/30
metri e procedevo a 10 km/h e i crampi ricominciarono
subito ad
accompagnarmi. O mamma! o come fo ad arrivare in queste
condizioni fino in
cima? Intanto un ciclista che mi stava
affiancando gettò la spugna e
dicendo:
Basta gli vo in c..!
si fermò e scese. I crampi diventarono sempre più
presenti
fino
a sfociare spaventosamente nel retro coscia sinistro.
Volendo
assecondare
il mio orgoglio piuttosto che mettere il
piede a terra davanti a quella
coltre
di gente, presi la
decisione di procedere a zig zig occupando tutta la sede
stradale
e putando letteralmente la gente prima di un lato e poi dell’altro
lato della strada. Sono sempre stato in conflitto sullo scendere
o sul
continuare. C’è stato un istante in cui ho fermato i
pedali, ma poi ho
ripreso
subito a far girare le
gambe….intravedevo l’arrivo ed ero sempre pervaso
dalla
voglia di scendere, ma picchia e mena riuscii ad arrivare all’
obbiettivo
prefissato..Passando sotto la torre della speaker,
ella ebbe un filo di
compassione e volle premiare la mia fatica
con: vogliamo fare un ulteriore
grandissimo applauso a questi
atleti che ce l’ hanno messa davvero
tutta!!...
io accennai
ad un sorriso, ma i crampi anche alle sopracciglia (vi giuro)
mi
negarono anche un piccolo cenno di ringraziamento
per
quell’incoraggiamento…..
Soddisfazione immnensa!! Poco
dopo l’arrivo trovai lo stand della red bull
dove la offrivano
a gratis….ma guarda! Mi cacciarono come fossi stato un
ubriacone
da bar: via ora basta via vai vai !….. Staccai il gomito dal
tavolo
che mi reggea la testa poggiato sulla guancia a storcer la bocca
e
barcollando
mene andai…
Partecipanti circa 2000.
Classificato 341° su 1006 del percorso corto 95Km.
Mi sono già
iscritto per l’anno prossimooooo!!!!!!!