lunedì 21 agosto 2023

I 180 KM + 1 DELL'ABETONE

 


scritto da Fabio Cappelli


A dire il vero non è stata un’uscita premeditata, tuttavia è pur vero che l’idea mi frullava da un po’ di tempo nella testa, capitava infatti che parlando con le presone di alcune mie avventure in bicicletta prima o dopo mi chiedevano “ma la Prato-Abetone l’hai mai fatta?” oppure e
più semplicemente “ ma all’Abetone ci sei mai andato in bici partendo da casa tua?” ovviamente la risposta era “no”, sembrava quindi essere un tassello mancante alle varie ciclo escursioni che avevo già inanellato nel corso del tempo, quel qualcosa in più e speciale che arricchisse quanto fin qui già fatto e che se non c'è, ti rendi conto che manca qualcosa.   
Come ho anticipato non era una cosa premeditata, sta di fatto che però le cose sono andate così.

Domenica 20 agosto

Partenza ore 8:30 da San Miniato per direzione ignota, almeno per il momento, l’idea sarebbe di andare sul monte Serra, magari affrontando la salita da Compito (fra le tre che portano sulla sommità del monte, senz’altro la più impegnativa), un giro di circa 4 ore e poi di nuova casa; procedo quindi in direzione Fucecchio, ma lungo la circonvallazione per Ponticelli, mi sembra di andare a fare il solito giro di sempre, il Serra l’ho già affrontato svariate volte quindi alla rotonda che porta a Ponte a Cappiano cambio direzione e decido di procedere verso le colline delle Cerbaie e da li puntare per Montecatini Terme.

La nuova destinazione ora è il Goraiolo, località di media montagna, a circa 700 m di altitudine slm dal quale si gode una magnifica vista sulla val di Nievole, giunto a Chiesina Uzzanese mi dirigo verso la rinomata città termale e ai piedi delle colline che la sovrastano, inizio l’approccio con la salita, quella che porta a Montecatini Alto, l’aria inizialmente mite inizia ora a farsi afosa, la strada è poco ombreggiata ma in ogni caso una brezza leggera da un pur minimo senso di refrigerio; al trivio per Montecatini Alto procedo in direzione Marliana, la salita non è dura e più salgo e più la temperatura torna ad essere tollerabile.

Giunto al Goraiolo tiro un po’ il fiato, e al primo bar che trovo ne approfitto per rifocillarmi, sono solo, nessuno mi rincorre e ho tutta la giornata davanti a me, quindi la prendo comoda, e del resto non potrei fare diversamente! Pedalare da soli presenta risvolti positivi e negativi al tempo stesso, fra i positivi, come appena detto è che puoi gestirti tempo, le soste e la cadenza di pedalata a tuo piacimento, per contro non puoi contare sul supporto, non fosse altro anche solo psicologico di nessuno, chilometri e chilometri di fatica senza scambiare parola con un compagno di allenamento, senza nessuno che ogni tanto stia davanti a tirare, tu, e tu solo soltanto.

Finita la sosta mi inoltro un po’ più innanzi lungo la strada in direzione Femminamorta, inizio anche a fare le mie valutazioni su quale sia il percorso migliore per riscendere verso valle, tempo a dietro ricordo che ero sceso da Avaglio o forse da Casore del Monte, non ricordo bene, ma quel che ricordo bene è che la strada era una discesa ripida con tanti piccoli tornanti e un fondo asfaltato tutt’altro che in buono stato, una prospettiva poco allettante insomma!

A Femminamorta trovo le indicazioni per Prunetta, una volta ci ero già stato fin lì in bdc, ricordo una bella strada pianeggiante immersa in un lussureggiante bosco con tanta ombra e temperature da favola, quindi ormai visto che sono arrivato fin qui provo a raggiungere anche questa località, tutti i miei ricordi erano giusti! Tranquillità, poche auto, tanto verde e temperatura perfetta… altri ciclisti fanno come me una sosta per riempire le borracce alla fontana dirimpetto la chiesta, riparto e attraverso il caratteristico abitato con tante tegole dipinte appese alle pareti delle case, la strada è perfettamente pianeggiante almeno fino al cartello che indica la fine del paese, poi inizia a scendere.

Uscendo da Prunetta mi faccio prendere la mano, complice una discesa scorrevole immersa nel silenzio degli alberi e rapidamente mi avvicino a San Marcello Pistoiese, è a questo punto che inizia a farsi spazio nella mia testa davvero la possibilità di arrivare fino all’Abetone, già adesso, se decidessi di fare dietrofront i chilometri per tornare a casa sarebbero tanti, però quando mi ricapita! L’occasione è ghiotta anche se le incognite sono tante, intanto quante ne avrò ancora di energia nelle gambe, anche solo per arrivare fin lassù! E poi c’è tutto il viaggio di ritorno, e sono solo, e chi mi viene a raccattare quassù in caso di un qualunque imprevisto, considerazioni lecite, ma la voglia di portare a casa il risultato è tanta, quindi arrivo fino a La Lima e il cartello dice 16 km all’Abetone, e allora proviamoci!

 

Inizialmente la strada che torna a farsi in salita procede con pendenze abbordabili (4-5%), o addirittura pianeggianti, poi a Casotti Ponte di Sestaione la musica cambia drasticamente, le curve ampie di poco prima si trasformano in tornanti e le pendenze oscillano tra un 5% e 10%, la cima da qui dista ancora una dozzina di chilometri, che sembrano non passare mai! Qui la temperatura sarebbe anche gradevole, ma per molti tratti mi trovo esposto ai raggi di un sole cocente e la fatica poi fa il resto, l’andatura è lenta, quasi sconfortante, ma vado su con l’unico pensiero fisso di raggiungere il grande piazzale dell’Abetone, a qualunque costo.

Un po’ alla volta tutti i paesini lungo la via che sale fino al passo li prendo come traguardi volanti e così che mi lascio alle spalle Pian dei Sisi, Pianosinatico, Cecchetto dove la strada per un brevissimo tratto spiana anche, e poi Le Regine, manca solo l’ultimo traguardo, quello più impegnativo, che non sembra arrivare mai.

Poi finalmente ci sono! Un’ultima curva, le prime auto parcheggiate e tanta gente che cammina ovunque sulla grande piazza, il cielo e sgombro di nuvole, azzurro come la canzone di Paolo Conte, la vetta del Libro Aperto  spoglia d’alberi e verde dei suoi grandi prati d’alta quota, fa bella mostra di sé con i suoi oltre 1900 m di altitudine.

Una breve sosta tanto per assaporare il momento, ma con la consapevolezza che dopo tanto sudore per giungere fin qui, sta a significare però solo una cosa, che sono solo a metà del giro, ho percorso fin qui circa 93km, come minimo ne rimangono altrettanti per meritarmi una doccia rivitalizzante!

La discesa è veloce, con le auto che mi sfrecciano accanto, non mi posso permettere distrazioni, i continui tornanti non fanno acquisire velocità esagerate, ma ad ogni modo sfioro in alcuni tratti i 60 km/h, sembra quasi fresco a scendere, ma pur sempre caldo da non rendere necessario giubbini antivento o cose simili, in breve risono nuovamente a La Lima, ora il dilemma che si apre è su quale strada prendere per ritornare a casa, scarto quella fatta all’andata e punterò sulla classica direttrice che di normale faccio quando fin quassù ci vengo, ma in auto.

Il primo approccio non è dei migliori, si para dinnanzi subito la salita verso San Marcello P.se, pendenze importanti, dell’ordine del 8-9% ma fortunatamente non lunghissima, passato questo primo scoglio proseguo, la pendenza non presenta alcuna difficoltà di rilievo, almeno fin quando non arrivo in località Limestre, qui si ricomincia a salire, e stavolta oltre alla pendenza anche la durata della salita ha il suo peso! La fatica inizia a presentare il conto, il caldo, che a quest’ora del pomeriggio oltrepassa i 30 C° fa il resto, procedo lentissimo tra i tubi di scappamento delle auto che mi sputano fumo in faccia passando a distanza ravvicinata, l’ascesa porta al passo dell’Oppio e i suoi 821 m di quota.

Dopo tanto (e sottolineo tanto) affanno metto in archivio anche questa asperità di giornata, ora un po’ più sollevato per quello che ritenevo, a ragione, un segmento molto impegnativo, proseguo fino a Campo Tizzoro senza particolari difficoltà e da li in località Pontepetri, dove la strada svolta in maniera brusca verso destra in direzione Le Piastre, qui il fondo è sostanzialmente pianeggiante anche se alcuni tratti riservano brevi salitelle che in auto non si percepiscono, ma stando seduto su una bici si!

A Le Piastre inizia una lunga, lunghissima discesa verso Pistoia, inizio ad avere dolori un po’ dappertutto, un piede, colpa delle scarpette non proprio perfette nella calzata, mi fa un male cane, le spalle sono intorpidite e il collo legnoso, dovuto alle tante ore in sella, e la discesa, che potrebbe sembrare roba facile non lo è affatto e non fa sconti, è un gioco di nervi, la tensione e tanta con le macchine che ogni volta mi passano a pochi centimetri e poi curve, tornanti, buche, asfalto sconnesso, la giusta velocità da dosare così come le frenate, e il caldo che più si scende e più si fa insopportabile.

Finalmente arrivo a Pistoia, attraverso un lunghissimo vialone alberato in leggera discesa, e poi proseguo in direzione Montecatini Terme, anche qui mi si para davanti uno stradone infinito ma con la fortuna almeno di avere una brezza alle spalle che mi sospinge e dove tocco velocità intorno ai 35 km/h, passano i chilometri e si avvicina anche l’ultimo spauracchio da affrontare, cioè la salita del Serravalle P.se, in realtà meno impegnativa del previsto!

Scollino e di nuovo discesa, breve, con le macchine che mi sfiorano; tra tratti con vento a favore ed altri contro oltrepasso nell’ordine Ponte Di Serravalle, Monsummano, Cintolese, Castelmartini fino a Stabbia, dove mi concedo una sosta avente la forma di un maxi gelato, ora è una passerella verso casa, Le Botteghe, Fucecchio, San Pierino, San Miniato Basso e finalmente casa. 

 


Dati:

distanza: 181 km

dislivello+: 2636 m

tempo: 8h 56’ 45’’

martedì 24 maggio 2022

IL CINQUANTESIMO DEL KAWA




scritto da Fabio Cappelli

20 maggio 2022

location: Casa di Caccia Roveta 

Sorpresa riuscita! Quando infatti il Kawa, inconsapevole della trappola a lui abilmente tesa è entrato nel locale, un boato fragoroso ha sovrastato il brusìo sonnacchioso della sala; con l'aria di colui che ancora non ha capito in quale razza di cinematografo si trova, inizia, un po' alla volta a prendere contatto con la realtà, e, sempre più consapevole della festa che gli è stata organizzata, lui, il presidente, si lascia andare ad un imbarazzato e a tratti commosso sorriso liberatorio.

E se festa dev'essere che festa sia, quella del giro di boa, i primi 50 anni del conducator della mountain bike sanminiatese, lui, che dai più audaci è stato ribattezzato lo "sceriffo pesciatino" tradendo in tal modo le di lui origini forestiere, origini che tuttavia non gli hanno impedito di divenire una colonna portante per chi della mountain bike ne ha fatto una "quasi" filosofia di vita anche qui, all'ombra della rocca federiciana.

Ma facciamo un passo indietro, l'attacco a sorpresa al Leader Maximo era stato minuziosamente pianificato con ampio anticipo dai due luogotenenti, Dario S. e Fabio F., che con sapiente discrezione hanno saputo fino all'ultimo tenere nascosto al festeggiato la bella serata di cui molti sono stati testimoni ed è a loro che vanno i ringraziamenti per essersi spesi nella paziente opera di organizzazione dell'evento.

Alle tenui luci di un tramonto di primavera inoltrata, sulle dolci colline che si affacciano sulla val di Pesa, alle pendici di quella Roveta tanto frequentata da biker, presso un casolare rustico in tipico stilo toscano, ovvero la Casa di Caccia Roveta, arrivano alla spicciolata ma alla fine in folto numero, la combriccola dei festeggianti, che in attesa dell'ospite d'onore prendono posto intorno ad una tavolata a ferro di cavallo già imbandita per l'occasione.

La Casa di Caccia Roveta è un ambiente che riflette fedelmente nello stile e nel menù ciò che si prefigge, infatti in una cornice quasi da taverna d'altri tempi, semplice e d'impatto al tempo stesso, vengono servite pietanze a base di cacciagione, e quando "il capo dei capi" assorbito lo shock della piacevole improvvisata prende posto al centro della scena, si da il via alle danze con vassoi di specialità della casa.

E mentre vassoi e camerieri fanno lo slalom fra i tavoli, in un clima di frizzante goliardia, cazzeggiando e parlando del più e del meno, in questa reunion si rivedono componenti degli Svalvolati in mtb che da tempo non s'incontravano, tutti con lo scopo di omaggiare il Kawa, l'unico che mette tutti d'accordo, l'ago della bilancia, colui che, a parte le facili battute, va dato il merito di essersi accollato l'impegno di mantenere vivo anche solo con la sua semplice presenza (e quando dico semplice si fa per dire!), l'esistenza stessa del gruppo Svalvolati.

L'unico che si sia guadagnato e mantenuto nel tempo la fiducia degli organizzatori della GF Colli del Tartufo, e che per questa ragione hanno aperto anche alle mountain bike le porte della loro iniziativa, volendola, visti i risultati incoraggianti, affiancare in pianta stabile alla ben più collaudata versione dedicata alle bici da strada.

Tornando alla serata, questa è volata via leggera e divertente, fra poesie decantate, regali da scartare e i tumultuosi hip hip urrà!! Il presidente ha trovato il tempo anche per un  breve discorso!! A questi punti Kawa non ti resta che fare un bilancio di questo primo mezzo secolo e magari chissà, scriverci un libro!

    



  

sabato 15 gennaio 2022

SETTE SAMURAI SUL TETTO DELLA TOSCANA


prefazione di Fabio Cappelli

      Questo articolo è stato liberamente tratto da un'idea di Alberto Bagnoli, compaesano e biker locale, rapito, come noi tutti del resto, dalla viscerale passione per le ruote artigliate; Alberto è anche un componente pressoché onnipresente nelle scorribande del gruppo dei B.S.D. di Ponte a Elsa, una ormai radicata e collaudata aggregazione di amici che condividono, oltre al grande interesse per la mountain bike (e più in  generale del pianeta ciclismo), anche quello per l'ambiente, un binomio questo che porta inevitabilmente a cimentarsi con nuove sfide, sempre a la ricerca di angoli di natura da esplorare. Il resoconto che segue, infatti, tratta di un'escursione svoltasi l'estate scorsa in terra garfagnina è divenuto per me lo spunto per arricchire questo blog di un'esperienza interessante da sottoporre alla lettura di chi frequenta queste mie pagine. Avevo manifestato ad Alberto il mio desiderio per quella sintesi da lui ben raccontata, e che al riguardo, avrei volentieri ritagliato uno spazio in questa mia sorta di diario per far conoscere a chi lo vorrà, questa green adventure, un desiderio al quale Alberto, con mio grande piacere ha acconsentito. Le varie vicissitudini ne hanno ritardato la stesura, ma come si suole dire, "meglio tardi che mai", quindi senza ulteriori preamboli....      


sabato 3 luglio 2021 ore 6:00 a.m.

      Prime luci dell'alba; dal piazzale attiguo la Casa del Popolo di Ponte a Elsa, un manipolo di sette biker's, come sette samurai, ancora insonnoliti ma quanto mai determinati a compiere l'impresa, partiva, con carovana a seguito, incontro ad una destinazione certa, la stupenda Garfagnana; obiettivo dichiarato della trasferta pedalare con le proprie mountain bike tra le bellezze paesaggistiche del Parco Naturale dell'Orecchiella. I nostri, giunti in loco alle ore 9:00, dopo aver messo a punto gli ultimi dettagli hanno rotto gli indugi e saltati in sella alle rispettive bike hanno dato fuoco alle polveri e via! L'avventura ha avuto inizio.

      Si parte col favore di un meteo che regala cieli limpidi e temperature miti, da una quota di 1200 m slm per giungere quasi a toccare i quasi 2054 m slm del monte Prado, ovvero la vetta più alta di tutta la Toscana; come ho detto pocanzi temperature miti, intorno ai 20°C, l'ombra dei maestosi boschi e l'aria pura che si respira a queste altitudini, fanno si che pedalare in salita divenga un gesto piacevole.

     Dopo essere transitati dal famoso passo delle Radici e da località Col d'Arciana, dove l'allegra comitiva ha fatto sosta (come d'obbligo in questi casi), per un immancabile pausa caffè, gli argonauti hanno poi proseguito con andatura turistica fino ad arrivare, quasi senza accorgersene, al rifugio Segheria dell'Abetina Reale posto a quota 1410 m slm.

         Il rifugio è un occasione troppo ghiotta da non lasciarsi sfuggire per un tipico pranzo da baita a base di tagliatelle ai funghi, cheesecake ai mirtilli e torta con pera e cioccolato, e dulcis in fundo, un brindisi finale a base di lambrusco... o almeno, qualcosa che gli somiglia molto!

      Finita la sosta e fatto scorta di nuove energie, il gruppo è ancora una volta in procinto di partire, pronto a prendere il largo su mare verde di prati d'alta montagna; si riparte, e ci si accorge della bontà della sosta pocanzi descritta, infatti la lunga e ininterrotta salita che ci conduce al passo di Lama Lite (1749 m slm), prosciuga un po' alla volta, ma inesorabilmente, molte energie... certo le energie, ma non l'entusiasmo!

    Per completare il giro ad anello prefissato, si rende obbligatorio, malgrado non si riveli una scelta facile da digerire, un segmento da farsi con bici a spalla! Inerpicandosi ragion forza come stambecchi con (più o meno) filosofica rassegnazione per sentieri scoscesi e impossibili da pedalare e che lambiscono la sommità del monte Prado. 

        La fatica è comunque ripagata dalla splendida istantanea che regala la veduta del lago della Bargetana, incanto allo stato puro, da quassù si spalancano panorami a 360° che da soli valgono ampiamente il prezzo del biglietto, semmai c'è ne fosse da pagare uno! Macché tutto gratis!

     Qualche istante per recuperare le forze residue, ormai gambe e braccia sono indolenzite, ma la sosta è breve, il tempo vola via veloce e si deve ripartire, quindi gambe in spalla e di nuovo tutti in sella! I cuori impavidi ora ripartono alla volta dell'ultimo tratto che li separa dal punto da dove tutto aveva avuto inizio, ma anche la discesa e la via del ritorno non fanno sconti, riservando le ultime insidie di giornata che altro non contribuiscono se non ad aggiungere fatica alla fatica, e per qualcuno la spia della riserva segna ormai rosso fisso.

Qualcuno raschia il fondo del barile... e delle borracce, ormai vuote! Così che anche la sete è divenuta un'inseparabile e assai poco gradita compagna di viaggio, tanto che la prima fonte d'acqua lungo il percorso viene salutata da tutti come un'oasi nel deserto, un'insperata ancora di salvezza!

Quella raccontata è stata davvero un'impresa! Sostenendosi l'un l'altro, attingendo ad ogni goccia d'energia per riuscire a portare a termine quest'avventura, facendo squadra perché come dice il detto "da soli si va più veloce, ma insieme si va più lontano", con un incrollabile forza di volontà i sette amici di Ponte a Elsa sono giunti al traguardo; e alla fine rimane un groviglio di sensazione e di emozioni, tutte racchiuse e concentrate in uno spazio di cinquanta chilometri, tra sconforto e meraviglia, stanchezza ed euforia e di certo più consapevoli che i limiti, spesso, sono solamente mentali; e poi ci sono i luoghi, bellissimi, lassù, in vetta, dopo tanta fatica, anche l'aria ha un sapore nuovo, diverso, mai respirato prima.

ore 16:30 p.m. dopo 50 km e 1700 m di dislivello si conclude un'esperienza memorabile.



    

sabato 18 settembre 2021

GF COLLI DEL TARTUFO: MTB - PERCORSO CORTO



  

 Per dare il giusto risalto all'impegno organizzativo della GF Colli del Tartufo a San Miniato e per completezza d'informazione per quanto concerne i percorsi in MTB, inseriti in questa 7ma edizione della bella manifestazione cicloturistica, parleremo in questo post del percorso corto dedicato alle ruote grasse.

Si parte col botto, l'inizio del tratto in fuori strada sulla via Francigena arriva dopo un breve trasferimento su asfalto che dal centro storico della città arriva fin qui, alle porte di località Canneto, e dopo una curva a gomito a destra si spalancano le porte di un paradiso di natura! 

La strada segue il profilo altimetrico che si incolla al crinale di colline arrotondate, percorse dai pellegrini in viaggio per Roma o semplici escursionisti della domenica; comunque sia, dopo circa 10 km successivi la partenza, in prossimità di un bivio (detto loc. Podere Fontana), si prosegue verso destra, abbandonando in tal modo la VF, ma di fatto le caratteristiche del fondo, almeno fino alle case sparse di Gello, rimangono invariate, e, similmente la bellezza dei luoghi.

Giunti a Gello, dopo un tratto in salita al 10 %, si scollina e s'imbocca immediatamente sulla destra via della Pieve, una via sterrata piuttosto dissestata almeno in questo primo frangente, ma che comunque non presenza particolari difficoltà tecniche, e che anzi migliora nettamente più si prosegue innanzi, divenendo infine asfaltata.

Pieve di Corazzano

Il nome via della Pieve non è casuale, infatti più si prosegue verso la val d'Egola, in una discesa veloce e godibile, e si finisce infine per passare nelle immediate vicinanze della Pieve di Corazzano, un notevole edificio in laterizio in stile romanico, che domina sull'area circostante, si prosegue sempre rapidamente fino a confluire su via Zara, un lungo dirizzone che congiunge località Genovini alla frazione di Corazzano, percorrendolo per circa 1 km.

Abbandoniamo via Zara svoltando a destra su una stradella sterrata che inizia poco dopo a salire avvolgendosi intorno ad una collina per giungere, anche su pendenze di tutto rispetto, fino all'altezza dell'agriturismo Aglioni e da qui convergere sulla suggestiva e panoramica via di Bramasole, un sentiero di campagna che riserva passaggi pregevoli all'interno di una campagna da favola, mantenendosi costantemente sul crinale di collina con un andamento ondulato e divertente!

La lunga e mai banale via di Bramasole termina quando si interseca con la via Volterrana, con una svolta destra, dopo poche decine di metri costeggiamo il minuscolo nucleo di Moriolo, al culmine di una breve salitella su asfalto si scende rapidamente per altrettante decine di metri per svoltare stavolta a sinistra per una strada bianca ovvero via Mugnana e Scorno,  un classico per i biker's di zona! 

Da qui, a distanza ravvicinata, si vedono le torri di San Miniato, l'inconfondibile skyline accompagna la vista per qualche centinaio di metri, e la loro vista è già sufficiente per pregustare il finale che attende tutti coloro che hanno accettato la sfida, ma calma e sangue freddo, ancora c'è da stringere i denti.

Percorriamo tutta Mugnana e Scorno con tratti certamente non impossibili ma che richiedono comunque concentrazione e buona capacità di guida, e una volta giunti ad incrociare, per un brevissimo tratto l'asfalto della via che da San Miniato porta in frazione La Serra, svoltiamo a destra e subito dopo a sinistra per un altro ever green per gli appassionati dell'off road locali, via delle Gronde, un tratto totalmente pianeggiante senza insidie, sperando nella clemenza del cielo, sennò pozze d'acqua a go go!

Dimenticavo, da le Gronde in poi, il percorso corto e quello lungo, torneranno a combaciare perfettamente, divenendo una sorta di condominio condiviso fra chi ha scelto la fatica e chi invece la super fatica!!

Quindi l'erta di Paesante sarà lo scoglio successivo e anche più significativo che i nostri eroi dovranno affrontare prima di sedersi al tavolo per il meritato pasta party!

Ma comunque il più è fatto, ora i chilometri che vi separano dai fuochi d'artificio sono davvero pochi e infine, anche per voi si profilerà l'obbligato passaggio sotto l'arco di trionfo per entrare in piazza del Seminario, laddove tutto era iniziato qualche ora prima! BUON DIVERTIMENTO A TUTTI !!     

DATI DEL TRACCIATO:

LUNGHEZZA: 28 km

DISLIVELLO: 566 m

mercoledì 15 settembre 2021

GF COLLI DEL TARTUFO: MTB - PERCORSO LUNGO

 

panorama di San Miniato




San Miniato - Piazza del Seminario



Il percorso lungo, riservato alle mountain bike per l’edizione 2021 della GF Colli del Tartufo che prenderà il via alle prime ore del mattino di domenica 26 settembre dal centro storico di San Miniato (PI), è un tracciato studiato in modo tale da offrire ai partecipanti un giusto equilibrio di sterrati immersi nel bosco, strade bianche e single tracks, intervallati sporadicamente da brevi tratti asfaltati.

Il giro è quanto di meglio, a livello panoramico e paesaggistico possa regalare questo territorio! Un tipico sunto della più tipica e scenografica campagna toscana, tra borghi pittoreschi, aspri calanchi e sinuose colline che corrono verso l'orizzonte fin dove lo sguardo si perde.  



Entrando nel dettaglio, l'importante manifestazione cicloturistica, giunta alla sua 7ma edizione, prenderà il via dalle ore 7:30, con partenza alla francese, da piazza del Seminario; a tale scopo, vale la pena di ricordare che la kermesse prevede molti tracciati, differenziati per specialità:  3 dedicati alle bici da corsa, 2 a le mountain bikes e, novità di quest'anno 1 percorso riservato alle gravel; per chi necessita di maggiori informazioni, vi invitiamo a visitare il portale dell'organizzazione; Ma dicevamo! Usciti dagli antichi vicoli della città della rocca, i primi chilometri si snoderanno sulla famosa via Francigena, qui il fondo è godibile, su sterrato scorrevole con saliscendi che risulteranno utili per scaldare polpacci e quadricipiti, in previsioni degli impegni che verranno!  


tratto sanminiatese della via francigena

Terminato il segmento di Francigena, per una lunghezza complessiva di circa 20 km, dopo un breve trasferimento su asfalto, il percorso torna su sterrato su viottoli di campagna; il fondo, moderatamente impegnativo culmina in salita ricongiungendosi con la direttrice che provenendo da Santo Stefano, sempre in salita porta a Montaione.

Attraversato il bel borgo che domina la val d'Elsa, la strada ora s'immerge nella fitta vegetazione con una discesa veloce su fondo incoerente, ai piedi della discesa, in corrispondenza di un ponticello, la strada invece s'impenna, con pendenze a doppia cifra, il fondo è un misto fra macigno affiorante e terra battuta, il gioco inizia a farsi duro, e non siamo nemmeno a mezzo!

La fitta vegetazione si smorza appena fuori i dintorni di Tonda, e lo sterrato spacca gambe lascia spazio all'asfalto, ma sono pochi i metri per riprendere fiato, poi in prossimità di un sentiero che svolta a destra, il tracciato torna nuovamente nella boscaglia e la solfa ricomincia con un fondo fortemente sconnesso che rende insidiosa la guida della mountain bike!

Affrontato anche questo segmento e lasciata la "selva oscura" alle spalle, il prossimo passaggio è l'abitato di Castelfalfi, siamo più o meno a metà dell'opera! L'incantevole borgo che dalle ultime propaggini del comune di Montaione si affaccia come una terrazza sulle colline pisane, ipnotizza con i suoi panorami mozzafiato.


Oltrepassato Castelfalfi ci si immette in una discesa solo apparentemente "facile", nella realtà infatti, il fondo inghiaiato, le pendenze importanti e qualche curva insidiosa, la rendono divertente ma al cardiopalma, equilibrio e freni vanno dosati con perizia! Ultimata la discesa e attraversati i curatissimi campi da golf, la strada entra davvero nel cuore dei paesaggi da cartolina; ampissimi panorami, cieli immensi e strade bianche che strisciano sui crinali bruciati dal sole, proprio come nella più classica delle iconografie del paesaggio toscano!

Qui il fondo è perfetto e alterna salite e discese che richiedono un impegno costante ma moderato; ultimato anche questo tratto lo spettacolo prosegue con i calanchi di Toiano. Eh già, Toiano! Ma il borgo fantasma non è rinomato solo per il fascino e il mistero del luogo, ma anche per la salita, anzi per molti "la salita", circa 2km di pendenze a doppia cifra! Che dire... rognosa.

Ma come si dice "panta rei"! E giunti allo scollinamento, l'andatura è senz'altro più rilassata! In direzione Palaia, senza però sfiorare il paese, si svolta a destra, dopo circa 5 km fuori da Toiano, per località Collelungo, ancora poca strada e ci si appresta ad imboccare il Cavalletto un single trak lungo e tecnico che s'infila ancora nel verde della vegetazione, con passaggi che richiedono precisione, sicurezza oltre a una pedalata potente e che non ammette indecisioni! 


Al termine della discesa in st, si spalanca la Barbinaia, una lunga valle amena che potrebbe far da set per qualche film su dame e cavalieri medievali! dopo un tratto pianeggiante veloce, senza insidie su sterrato, si profila l'ennesima salita, infatti presso l'antichissima pieve di Barbinaia ormai ridotta a un rudere si inizia a risalire il fianco di una collina punteggiata di cipressi, una sterrata di media lunghezza e di considerevole pendenza, l'ascesa culmina poco sotto l'abitato di Bucciano, poi di nuovo in discesa verso località La Serra.




Sono gli ultimi chilometri prima dell'arrivo, gli sforzi ormai volgono al termine! L'erta di Paesante, su asfalto, è l'ultima vera asperità di giornata che separerà tutti coloro che sono giunti fin qui all'agognato traguardo, dopodiché, nonostante qualche altro dislivello di lieve entità, San Miniato è ormai pronta ad accogliere nuovamente i gladiatori; il trionfo ha la forma di un arco millenario in mattoni che entra nella cittadella, e quindi ancora piazza del Seminario, alzate pure le mani al cielo, ve lo sarete meritato!



DATI TRACCIATO:

LUNGHEZZA: 63 km

DISLIVELLO: 1570 m

profilo altimetrico
profilo altimetrico

 
  

 





mercoledì 2 ottobre 2019

GF COLLI DEL TARTUFO EDIZIONE VI - MTB ATTO 2°

vista di San Miniato da località Scacciapuce (foto)
scritto da Fabio Cappelli

PREMESSA


Diciamo che metà della riuscita di un evento come può esserlo un cicloraduno, è dato dalle condizioni meteo che si verificheranno nella giornata del suo svolgimento, su questo però ahimè ben poco si può fare, i tempi lunghi con i quali infatti questi eventi vanno calendarizzati non garantiscono la benché minima certezza che in quella determinata data, condizioni di tempo avverso, non rischino di vanificare tutti gli sforzi per mettere su un’iniziativa del genere. 
Ciò detto, mancherebbe però l’altra metà affinché si possano verificare le condizioni ideali per la “tempesta perfetta”, e questa non è legata alla imprevedibilità delle nuvole in cielo, ma dalla concretezza di persone coi piedi per terra, che rinunciando nei mesi e nelle settimane antecedenti (e anche successive) l'evento, dedicano ore ed ore del loro tempo libero, con passione, cura del dettaglio e ricerca della qualità per far sì che tutto si svolga al meglio e che coloro che decideranno di prendervi parte, dovranno ritornare a casa con la certezza di aver investito bene parte del loro tempo e del loro denaro, ricevendo in cambio un esperienza sensoriale carica di ricordi positivi e durevoli nel tempo.
Credo che domenica 29 settembre 2019 a San Miniato si siano verificati al meglio ambedue delle anzidette condizioni!

Le protagoniste



la partenza da piazza del seminiario

RESOCONTO

Nello scenario da cartolina di piazza del seminario, all’ombra dell’austera ed imponente torre di Matilde, appassionati della bicicletta, declinata nelle sue due forme più rappresentative, strada e mountain bike, hanno inondato di voci, colori e simpatia il selciato del centro storico della città federiciana.
Con un clima ideale, intorno alle 8:00 con due gruppi distinti, e su percorsi a loro appositamente dedicati (3 su strada e 2 in mtb) ha preso il via ufficialmente la 6 edizione della Granfondo Colli del Tartufo delle colline sanminiatesi!
Per il secondo anno consecutivo la mountain bike è entrata all'interno di una manifestazione di successo; grazie alla lungimiranza e ad una politica inclusiva del GS Ontraino, (organizzatore storico della corsa), al quale va un plauso per l’enorme impegno che mettono in campo ad ogni nuova edizione, questi hanno garantito anche quest’anno una degna vetrina alle ruote tassellate; potendo contare infatti su un territorio che ben si presta alla mountain bike e sul supporto tecnico/operativo dell’ASD Svalvolati in MTB, anche quest'anno si potuto replicare, anzi! Migliorare quanto di buono era già stato fatto nella edizione precedente.
Nella figura del loro presidente Andrea Giorgetti, gli Svalvolati anche si sono presi l'impegno ed hanno provveduto conseguentemente a disegnare, mettere in sicurezza, segnalare e fornire adeguato supporto di personale in ognuno di quei ruoli che risultasse utile al miglior svolgimento di questa edizione.
Toiano - i calanchi
In particolare il percorso lungo, che sembra essere stato molto apprezzato dai partecipanti, è stato concepito per risultare una equilibrata sintesi di quei segni distintivi che una gran fondo di mountain bike aspirerebbe ad avere, ovvero, poco asfalto, sentieri campestri, strade bianche panoramiche, attraversamento di piccoli borghi, single track tecnici in bosco, salite selettive e discese divertenti, il tutto amalgamato all’interno di una cornice d’eccezione, caratterizzata da un paesaggio che racchiude in sé il meglio degli scorci del circondario sanminiatese!
L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi, nuvola e spazio all'apertoOltre a San Miniato sono stati attraversati borghi e frazioni che a modo loro sono piccole oasi di bellezza, retaggio di quella civiltà arcaico-medievale che ancora ai giorni nostri si respira tra le pieghe di queste sinuose colline, come Toiano di Palaia, che con la sua struggente solitudine, al culmine di una salita che sembra non finire mai, più impedisce all’osservatore di volgere il suo sguardo sugli spettacolari calanchi, o Castelfalfi, una terrazza privilegiata per turisti e vacanzieri che da qui fotografano l’affresco paesaggistico più consumato per il quale la Toscana è famosa nel mondo, e scelta non a caso da gli organizzatori come punto di ristoro!
Se questa prima parte di una pedalata di fine settembre ha dato ampio spazio alla regina immancabile di una gran fondo di mountain bike, la “strada bianca”, il finale però è stato riservato al suo re, il “single track (foto)”, in località Agliati infatti, ormai superato il giro di boa, i partecipanti si sono cimentati in passaggi tecnici, a tratti decisamente impegnativi, immersi nel fitto delle impervie e misteriose macchie tartufigene dal quale questa manifestazione mutua il suo nome, volendo con ciò riconoscere l’importanza che il pregiato tubero rappresenta nell'immaginario gastronomico, culturale ed economico di questo comprensorio!
Dopo circa 66 km di distanza e 1500 m di dislivello, è affidato ancora alle antiche mura della città delle XX miglia, accogliere in questo finale i tanti partecipanti che sono riusciti anche in questa edizione a non farsi piegare dalla fatica! Con la festa collettiva intorno ai tavolini imbanditi si è consumato così il ricco pranzo e l’ultimo atto di questa giornata che si sta sempre più trasformando in una classica d’inizio autunno.
Che dire, la speranza, come si dice in questi casi è che non c’è due senza tre!!!




lunedì 24 settembre 2018

GF COLLI DEL TARTUFO EDIZIONE V - IL GIORNO DELLA MTB


scritto da Fabio Cappelli

Domenica 23 settembre 2018
 
Piazza del Seminario – San Miniato (PI)

Il conto alla rovescia è finito! Sono trascorsi solo una manciata di minuti dopo le 8:00 e lo speaker dà ufficialmente il via al 1° raduno cicloturistico in mountain bike inserito nella ormai classica e ben più collaudata GF Colli del Tartufo che, riservata finora ai ciclisti su strada e giunta quest’anno alla sua 5° edizione, ha aperto le porte anche a gli amanti delle ruote grasse… e un brivido scende lungo la schiena! Tutto l’impegno profuso nei giorni, (ma oserei dire negli anni precedenti) oggi vedrà il suo epilogo!
Era ancora notte fonda quando il comitato organizzativo del GS Ontraino, coadiuvato dall’ASD Svalvolati in MTB, iniziavano ad affollare le vie del centro storico di San Miniato; un brulicare di persone indaffarate a fare la spola avanti e indietro fra i vari punti logistici dell’area destinata a ricevere i tanti appassionati delle due ruote attesi in massa tra queste antiche mura.
Si mettono a punto gli ultimi dettagli, si iniziamo a ricevere i primi iscritti, prima sporadici, poi sempre più frequenti fino a divenire una fiumana umana; la piazza destinata a far da sfondo a questa gioiosa baraonda si trasforma rapidamente in un caleidoscopio di colori, un formicaio ribollente di persone e biciclette! Tutto è pronto, il sole è ormai alto, quindi, che la festa abbia inizio!
Ma torniamo a noi, una volta partiti i ciclisti su strada è stato il turno degli amici con le ruote artigliate, costoro hanno potuto scegliere tra due percorsi: uno corto di 33 km e 500 m di dislivello e uno lungo di 60 km e 1300 m di dislivello.
Meteorologicamente parlando, non si poteva sperare in un clima migliore, un caldo sole settembrino ed una leggera, quanto gradita brezza, hanno accompagnato tutti i partecipanti per le strade e i sentieri del circondario samminiatese, d’altro canto l’assenza di piogge nei giorni che hanno preceduto l’evento hanno scongiurato il rischio che i percorsi, sviluppati anche su terreni argillosi, dovessero subire pesanti ridimensionamenti causa l’impraticabilità degli stessi, fortunatamente non ve n’è stata la necessità.
Una volta lasciate alle spalle le vie della città, il cospicuo gruppo di biker, circa 180 secondo una prima stima, (un numero considerevole volendo tener di conto la prima volta di questa iniziativa e la concomitanza con manifestazioni più blasonate), si è diretta ai piedi del colle di San Miniato, in località La Borghigiana, il percorso, perfettamente frecciato in tutto il suo sviluppo è proseguito per via del Casale dove è stato battuto anche il primo metro di strada bianca, il primo dei molti che hanno dovuto divorare i partecipanti!
Terminata la salita del casale, il gruppo, ormai a briglia sciolta, ha attraversato il pittoresco abitato di Cusignano, da lì dopo un’insidiosa discesa e una salita accidentata, quest'ultima imboccata dalla florida e verdeggiante valle di Pilerno, si è infilato nella via Francigena, che, in questo segmento, caratterizzata da un fondo su strada bianca e un andamento piuttosto lineare, offre già ampi scorci sulla ridente campagna circostante… ma il meglio ha da venire!!
Si prosegue fino alla frazione di Corazzano, dove poco oltre l’inizio della via di Collegalli (una strada bianca che sale senza particolari asperità all’ombra della boscaglia), il tracciato si biforca fra lungo e corto, il lungo appunto continua in salita, il corto invece prosegue lungo una strada in prevalenza sterrata di fondovalle, bella e pianeggiante; il giro corto proseguirà ancora per una decina di chilometri, con, ad intercalare, qualche salitella, quel tanto che basta per mettere un po' di pepe anche sulle gambe di chi ha optato per questa facile soluzione,  transitando nell’ordine per la via di Mugnana e Scorno, e quella di Paesante, e per poi risalire fino all’arrivo.
Chi ha invece optato per il lungo ha ancora davanti a sé tanti bei luoghi da scoprire, e tanta fatica ancora da fare!
Al culmine dell’ascesa di Collegalli dove la strada spiana per qualche metro, una freccia, posta in prossimità di un altro bivio, indica di svoltare a sinistra… eh si! Ancora in salita! Ma non dura per molto, e la ricompensa una volta giunti in cima è un panorama superlativo, colline bruciate dal sole che si perdono a vista d’occhio fino al lontano skyline di Volterra, e un cielo di un azzurro intenso che gli fa da contrasto.
Immersi in un paesaggio da cartolina, i biker, ormai frammentati in piccoli gruppetti allungatissimi rispetto al mucchio iniziale, procedono toccando le località de La Sughera e di Castellare di Tonda, per imboccare poi un sentiero che scenderà, su fondo sconnesso e in forte pendenza, là dove scorre il fiume Egola; i filari di viti e di olivi, in questa discesa a rotta di collo, lasciano rapidamente spazio alla fitta macchia mediterranea, nel punto più basso le acque del torrente scorrono limpide e silenziose, attraversatolo a piedi, quello che attende gli impavidi eroi è una greppa spacca gambe che qualcuno è costretto a farsela a piedi.
Per gli irriducibili pedalatori usciti dal bosco e che hanno lasciato alle spalle le durissime pendenze anzidette, inizia, a poca distanza, un tratto in single track breve e divertente a chiudere il cerchio di tutti gli scenari possibili di un percorso per mtb studiato a doc; questo sì reimmette nella via che da Montaione porta in località Santo Stefano, ed anche qui, superfluo dirlo, va in scena la bellezza! Una strada bianca in piena luce che attraversa arrotondate colline argillose, calve e brulle, quasi un paesaggio lunare.
All’altezza della fattoria di Santo Stefano è allestito un ristoro, finalmente dopo tanto pedalare chi è giunto fin qui può tirare un po' il fiato, una breve pausa rifocillante quanto basta.... e poi via! Si riparte per l’ultima galoppata di questa intensa mattina.
Ritorna ancora lei, la nostra via Francigena, fatta all’inizio di questa avventura e da rifare adesso, stavolta in direzione contraria; dopo una lunga serie di saliscendi sempre su declivi dalle pendenze abbordabili si tocca la pieve di Coiano, e rimanendo immutabilmente sul tracciato ufficiale della via dei pellegrini (molti quelli incrociati anche oggi), ci avviamo a lasciare l’ultimo metro di sterrato per giungere finalmente alle porte della città del tartufo; la rocca di Federico II è sempre più prossima, l’ultima vera difficoltà che separa gli spiriti incrollabili dal traguardo è l’erta che costeggia l’imponente mole del convento di San Francesco, breve ma cattiva per chi ormai è in riserva piena! Dopodiché il meritato epilogo è a portata di pedale.
Quello che ne segue è una festa collettiva, un momento di aggregazione intorno ai tavoli del pasta party finale, superbamente messo in piedi dagli organizzatori.
Giunti al termine di questo resoconto, un particolare plauso va rivolto al presidente del GS Ontraino, Alessandro Antonelli che affiancato da un team di collaboratori capaci, determinati e forti di una esperienza consolidata già da molti anni, hanno creduto e voluto ritagliare uno spazio ai nastri di partenza per gli appassionati della mountain bike, un doveroso ringraziamento va altresi rivolto ad Andrea Giorgetti, presidente dell’ ASD Svalvolati in MTB, che supportato da un manipolo di volenterosi hanno fatto proprio l'impegno di concretizzare l’opportunità offertagli. Possiamo dire Missione Compiuta!